Imposte sui redditi: in arrivo il rinvio del secondo acconto

Tommaso Gavi - Imposte

Il rinvio per il pagamento del secondo acconto delle imposte sui redditi è alla valutazione del governo. La novità è anche inserita tra gli emendamenti al Decreto fiscale 2025

Imposte sui redditi: in arrivo il rinvio del secondo acconto

La scadenza del 30 novembre, per il pagamento della seconda rata di acconto delle imposte sui redditi, quest’anno è già rinviata in automatico al 2 dicembre.

In arrivo c’è un ulteriore rinvio al 16 gennaio.

La novità, inserita tra gli emendamenti al Decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2025, potrebbe essere approvata nella giornata di oggi o martedì prossimo.

Il DL n. 155/2024 è in fase di discussione in Commissione Bilancio del Senato e dovrà essere convertito entro il 18 dicembre 2024.

Già la scorsa settimana il ministro Giorgetti, durante il question time alla Camera, aveva sottolineato che il governo stava valutando di riproporre il rinvio già previsto lo scorso anno.

Imposte sui redditi: rinvio del secondo acconto al 16 gennaio 2025 in arrivo

Tra gli emendamenti al testo del DL n. 155/2024, il cosiddetto Decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2025, è inserita una misura per spostare in avanti la scadenza per il pagamento della seconda rata di acconto delle imposte sui redditi attualmente in calendario il 30 novembre, o per meglio dire al 2 gennaio dal momento che il termine cade di sabato.

L’emendamento potrebbe essere approvato nella giornata di oggi o di martedì prossimo, come dichiarato dall’Onorevole Gusmeroli ai microfoni di Informazione Fiscale.

Il testo è in discussione presso la Commissione Bilancio del Senato e dovrà essere approvato dall’Aula entro il 18 dicembre.

L’emendamento prevede il rinvio esclusivamente per i titolari di partita IVA con ricavi o compensi fino a 170.000 euro.

La scadenza sarebbe rinviata al 16 gennaio 2025. Il nuovo termine interesserebbe anche il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.

La misura è anche tra quelle allo studio del governo, come reso noto dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, durante l’interrogazione a risposta immediata che si è tenuta presso la Camera dei deputati il 13 novembre scorso.

Dopo aver sottolineato che le misure, già previste per l’anno di imposta 2023 hanno interessato 276.277 contribuenti e un valore di versamenti posticipati che ha superati i 600 milioni di euro, Giorgetti ha fatto sapere che:

“Nei limiti delle disponibilità finanziarie sussistenti è in corso la valutazione per l’adozione di una norma che preveda il rinvio anche per il periodo d’imposta 2024, con possibilità di rateizzazione da gennaio a maggio dell’anno successivo del secondo acconto di imposte e contributi. Naturalmente ciò in tempi coerenti per le opportune decisioni da parte dei soggetti interessati.”

L’intervento è quindi in valutazione e l’esecutivo ha mostrato la volontà di rinnovare quanto già previsto per lo scorso anno.

Gli effetti del rinvio potrebbero anche portare a rendere la misura strutturale. Su tale aspetto le valutazioni sono aperte, come sottolineato dall’onorevole Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze della Camera.

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A parere di Osnato si dovranno valutare gli effetti della misura introdotta lo scorso anno in via sperimentale.

Imposte sui redditi: in arrivo anche la possibilità di pagamento a rate del secondo acconto

La proroga che interesserebbe il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi, per determinati soggetti nel rispetto del requisito di ricavi e compensi, potrebbe ricalcare quella già prevista per lo scorso anno.

La possibilità di accedere alla proroga dei versamenti del secondo acconto di IRPEF e delle imposte sostitutive dovute si affiancherebbe alla possibilità di rateizzazione.

Il pagamento a rate potrebbe essere suddiviso in un massimo di cinque quote mensili, da pagare il 16 di ciascun mese da gennaio a maggio.

La possibilità di scegliere la rateazione sarebbe prevista esclusivamente per i soggetti che rispettano il requisito di ricavi o compensi fino a 170.000 euro.

Sulle rate successive a quella del 16 gennaio 2025 dovranno essere corrisposti anche gli interessi, qualora venisse ricalcata la misura prevista lo scorso anno.

Il testo della legge di conversione del Decreto fiscale potrebbe però portare ad ulteriori novità.

L’emendamento presentato in Commissione Bilancio del Senato prevede, infatti:

  • la possibilità di rateazione da gennaio a giugno 2025, con sei rate anziché cinque;
  • l’esclusione degli interessi dai versamenti.

Si dovrà attendere per sapere la forma definitiva del rinvio e della rateizzazione, anche se è molto probabile che venga riproposto il copione già previsto lo scorso anno. Per l’ufficialità si dovrà attendere la conclusione dell’iter parlamentare della legge di conversione del DL Fiscale 2025.

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