La differenza tra interessi e commissioni di istruttoria e intermediazione

Tommaso Gavi - Leggi e prassi

Nella valutazione di un finanziamento o di un prestito è importante tenere conto delle spese previste per ottenerlo. Tra queste rientrano gli interessi e le commissioni di istruttoria e di intermediazione. Cosa sono e quando si pagano?

La differenza tra interessi e commissioni di istruttoria e intermediazione

Sono diversi i casi in cui può essere necessario o conveniente richiedere un finanziamento o un prestito personale.

Dall’acquisto di un’auto alla copertura di spese di ristrutturazione di un immobile, diverse possono essere le ragioni che spingono a valutare un finanziamento.

Nella valutazione è importante tenere conto dell’effettivo “costo” della richiesta della somma ad una banca o a un altro intermediario finanziario.

In linea generale si deve conoscere gli interessi da pagare, generalmente indicati nel TAN, tasso annuo nominale.

A tali interessi vanno aggiunti i cosiddetti oneri accessori, tra i quali rientrano le spese di istruttoria e di intermediazione. Gli importi aggiuntivi agli interessi rientrano nel TAEG, tasso annuo effettivo globale, un indicatore sintetico del costo complessivo del credito.

Vediamo più nel dettaglio la differenza tra interessi e commissioni di istruttoria e intermediazione, voci che rientrano nei costi che devono essere rimborsati nel caso di estinzione anticipata dei finanziamenti.

Nel caso in cui fossi interessata/o a una consulenza legale in materia compila il form sottostante

Gli interessi per ottenere un finanziamento: cosa sono e come funzionano

Per valutare la richiesta di un finanziamento è opportuno avere ben presente la distinzione tra interessi e commissioni, in particolare quelle di istruttoria e di intermediazione.

Ciascuna di tali voci concorre all’effettivo costo di un operazione di prestito o finanziamento ma la natura e la funzione delle singole voci sono diverse.

Per prima cosa è quindi opportuno chiarire cosa sono gli interessi e come funzionano.

Il tasso o saggio di interesse è una percentuale che rappresenta il corrispettivo stabilito per ottenere la disponibilità di un capitale in un determinato periodo di tempo.

In termini più semplici, si tratta di una somma determinata in percentuale che il cliente deve pagare a una banca o a un intermediario finanziario come compenso per la concessione del prestito o finanziamento.

Ci sono diversi tipi di interessi, i più comuni sono gli interessi corrispettivi, che maturano sulla base del capitale prestato. Si tratta di interessi detti anche semplici, dovuti a titolo di remunerazione per il godimento da parte del debitore di una somma, e sono prodotti da crediti liquidi ed esigibili a prescindere dalla morosità.

Ci sono poi gli interessi moratori, che invece si applicano nel caso di inadempimento o di ritardo nei pagamenti rispetto alle scadenze contrattualmente previste.

In particolari casi si applicano anche gli interessi composti, o anatocistici, calcolati su interessi che sono già maturati.

A seconda del soggetto preso in considerazione, gli interessi si possono dividere in:

  • interessi attivi, maturati ad esempio dal cliente nel caso di conti correnti e conti deposito;
  • gli interessi passivi, da pagare alla banca nel caso di prestiti, mutui e finanziamenti.

L’applicazione degli interessi ha un perimetro normativo ben preciso, in cui è determinante quanto stabilito tra le altre norme dalla legge n. 108/1996 sull’usura, che impone di non superare il tasso soglia stabilito trimestralmente dal MEF.

I tassi soglia stabiliscono il limite oltre il quale gli interessi sono considerati sempre usurari, sulla base di quanto previsto dall’art. 644, comma 3 del codice penale, e dall’art. 2, Legge n. 108/1996.

Per la valutazione di un finanziamento è particolarmente importante fare riferimento al TAN, il tasso annuo nominale. Si tratta del tasso di interesse del finanziamento che viene concordato con la banca.

Per avere un’idea del costo complessivo del finanziamento è invece opportuno fare riferimento al TAEG, il tasso annuo effettivo globale, che comprende anche altre voci di spesa.

Commissioni di istruttoria e intermediazione: cosa sono e quando si pagano

Nella valutazione complessiva di un finanziamento o di un prestito è opportuno tenere in considerazione anche le altre voci di spesa che si aggiungono agli interessi stabiliti nel contratto.

Si tratta dei cosiddetti “oneri accessori”, i costi aggiuntivi legati alla concessione del finanziamento.

Tra questi rientrano le commissioni di istruttoria, gli importi richiesti dagli istituti di credito a copertura dei costi sostenuti nella fase precedente all’erogazione del credito.

Tali importi sono richiesti a copertura di:

  • dei costi per l’elaborazione della richiesta di prestito o finanziamento, ad esempio le attività di valutazione del rischio, l’analisi della situazione del soggetto richiedente e la predisposizione della documentazione;
  • le spese per preparare il contratto di finanziamento e la relativa documentazione;
  • le spese relative alla gestione pratica, che ricomprendono i costi operativi.

In linea generale ammontano a circa l’1 per cento delle spese e possono essere pagate nella fase iniziale della richiesta o distribuite per l’intera durata del finanziamento.

Oltre alle commissioni di istruttoria devono essere corrisposte anche quelle di intermediazione.

In questo caso si tratta della commissione per l’eventuale mediatore creditizio che svolge un ruolo intermedio tra il cliente e la banca.

Può trattarsi di una commissione fissa o di una percentuale sulla transazione, a seconda della politica del mediatore.

Ulteriori oneri da considerare sono gli eventuali costi di assicurazione e la CMS.

Nella valutazione complessiva del finanziamento è quindi opportuno fare riferimento al TAEG, il tasso annuo effettivo globale, che permette la trasparenza sulle condizioni contrattuali del finanziamento.

Il tasso in questione, infatti, ricomprende oltre agli interessi anche altre spese, ad esempio le commissioni bancarie, le eventuali imposte e i costi di perizia e istruttoria e dell’eventuale polizza assicurativa.

In altre parole l’indice è più completo e ha un valore più alto del TAN perché allo stesso vengono aggiunte le ulteriori spese suddivise per la durata del prestito o finanziamento richiesto.

Estinzione anticipata di un finanziamento: quali costi devono essere rimborsati

Dopo una richiesta di finanziamento o di prestito, il soggetto richiedente può scegliere l’estinzione anticipata.

A prescindere dalle motivazioni della scelta, tale possibilità è un diritto del cliente e permette di estinguere il prestito o finanziamento in anticipo rispetto alle scadenze contrattuali.

In linea di massima tale opzione è consentita sia per le varie forme di finanziamento che per i mutui, i prestiti personali o quelli con la cessione del quinto e in particolare per le tipologie di crediti al consumo.

Una volta provveduto all’estinzione anticipata del finanziamento il consumatore ha diritto a ottenere il rimborso:

  • dei costi connessi con la durata del contratto, costi recurring, ad esempio interessi e costi assicurativi;
  • degli altri costi direttamente collegati all’erogazione del finanziamento, costi up front, ad esempio le spese di istruttoria e commissioni per intermediari e le altre spese sostenute alla conclusione del finanziamento.

Il consumatore ha diritto al rimborso di tutti i costi del credito: al momento dell’estinzione anticipata del contratto di finanziamento la banca deve infatti corrispondere al cliente tutti i costi sostenuti, senza più distinzione tra quelli "up front" e quelli "recurring".

Nel caso in cui fossi interessata/o a una consulenza legale in materia di estinzione anticipata dei finanziamenti compila il form sottostante

Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network