Partite IVA, proroga del secondo acconto al 2025 con esclusione di contributi INPS e INAIL. Le novità nell'emendamento al DL fiscale all'esame della Commissione Bilancio del Senato
Proroga del secondo acconto per le partite IVA con esclusione di contributi INPS e INAIL.
Le novità che si apprestano ad entrare nella legge di conversione del DL Fiscale 2025 riprendono in toto le regole applicate già lo scorso anno. Non solo sulla platea di partite IVA beneficiarie ma anche sul fronte delle somme prorogate e rateizzabili, da gennaio a maggio 2025.
La proroga del secondo acconto lascia fuori i contributi INPS
Una smentita, rispetto alle prime anticipazioni, e la necessità per professionisti, imprese e addetti ai lavori di “rimetter mano” ai versamenti e agli adempimenti già programmati. La proroga del secondo acconto delle imposte avrà due vincoli importanti da considerare.
In prima battuta, a beneficiarne saranno solo le persone fisiche titolari di partita IVA con ammontare di ricavi e compensi non superiori a 170.000 euro. La possibilità di rinviare i versamenti in scadenza il 30 novembre (termine che cadendo di sabato è differito al 2 dicembre) non abbraccerà quindi tutti i contribuenti chiamati alla cassa ma solo una parte di lavoratori autonomi.
L’emendamento al voto in Commissione Bilancio del Senato, dopo la riformulazione del Governo, limita poi la proroga alle sole imposte, lasciando di conseguenza fuori i contributi INPS e INAIL.
Dal punto di vista operativo, l’emendamento consentirà di pagare il secondo acconto entro il 16 gennaio 2025, con contestuale rateizzazione mensile fino a maggio.
Queste quindi le nuove scadenze:
- prima o una rata: 16 gennaio;
- seconda rata: 16 febbraio;
- terza rata: 16 marzo;
- quarta rata: 16 aprile;
- quinta rata: 16 maggio.
Al 2 dicembre bisognerà aver versato i contributi previdenziali e assistenziali, senza deroghe.
Proroga del secondo acconto sul filo: DL Fiscale in aula al Senato il 28 novembre
Che l’emendamento avrebbe avuto una corsia privilegiata era già stato annunciato ai microfoni di Informazione Fiscale dall’Onorevole Alberto Gusmeroli, padre della misura che si propone, in prospettiva, di consentire a tutti i contribuenti di pagare il secondo acconto dopo la chiusura dell’anno.
In una nota del 26 novembre, ancor prima del voto da parte della Commissione (i lavori sono in corso), Gusmeroli ha ringraziato il Ministro dell’Economia e il Governo per la conferma della proroga.
La rateizzazione degli acconti dal 16 gennaio al 16 maggio, che già l’anno scorso “ha consentito a un numero rilevante di piccole attività economiche di pagare - per la prima volta da 50 anni - metà delle tasse a consuntivo (dunque a reddito effettivamente percepito) e non più in anticipo”, punta ad “una semplificazione a 360 gradi”.
Obiettivo semplificazione che fa però con i tempi: l’emendamento al voto in Commissione diverrà ufficiale solo dopo la conversione effettiva in legge del DL Fiscale.
Dopo il voto del Senato, atteso il 28 ottobre, l’esame passerà alla Camera che avrà tempo fino al 18 dicembre per il varo definitivo. Tempistiche che mal si conciliano con la scadenza ordinaria del secondo acconto, fissata al 2 dicembre 2024.
Un ritardo che, come dichiarato da Gusmeroli, è dovuto alle “nuove regole di bilancio” e quindi, pur considerando che la proroga degli acconti non costa dal punto di vista della competenza necessita di una copertura di cassa.
L’attesa quindi è sulla possibile stabilizzazione di una norma, che consentirebbe alle partite IVA e agli intermediari di gestire per tempo la possibilità di rinviare i versamenti e optare per la rateizzazione delle somme dovute. Se ne parlerà (forse) il prossimo anno.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: La proroga del secondo acconto lascia fuori i contributi INPS