Rottamazione quinquies aperta anche ai decaduti da precedenti definizioni agevolate. Lo prevede la proposta di legge sulla quale è partito l'iter di discussione in Senato. Platea dei beneficiari da definire
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La rottamazione quinquies ha una portata ampia.
Nel piano lungo di rateizzazione dei debiti pregressi saranno inclusi anche i decaduti da precedenti definizioni agevolate.
Sulla platea dei beneficiari della rottamazione quinquies è partita la discussione. In Commissione Finanze e Tesoro del Senato è stato avviato il 25 febbraio l’iter di esame della proposta di legge sostenuta dalla Lega.
L’individuazione di chi potrà accedere alla nuova e corposa pace fiscale sarà il punto centrale per valutare la fattibilità della misura. Questo il passaggio che consentirà di determinare i costi della rottamazione quinquies e, conseguentemente, la sua sostenibilità.
Dall’esame del testo della proposta di legge, depositato sia al Senato che alla Camera, emerge intanto un’ampia possibilità di applicazione: alla rateizzazione in 120 rate dei debiti pregressi potranno aderire anche i decaduti da precedenti rottamazioni, dalla prima introdotta nel 2016 a quella tutt’ora in corso.
Rottamazione quinquies, tra i beneficiari anche i decaduti dalle definizioni agevolate
Dalla prima rottamazione fino alla rottamazione quater, la quinta edizione della definizione agevolata punta ad accogliere tutti i decaduti.
Nel perimetro dei debiti ammissibili alla rottamazione quinquies, secondo quanto previsto dal testo della proposta di legge presentato nei due rami del Parlamento, rientrano anche i contribuenti che hanno richiesto di accedere alle diverse forme di “pace fiscale” introdotte negli ultimi 9 anni.
La misura sulla quale dal 25 febbraio il Senato ha avviato l’iter di discussione apre le porte anche a chi non è riuscito (o non ha voluto) mettersi in regola con il Fisco.
A prevederlo è nello specifico il comma 16, articolo 1 del disegno di legge, il quale dispone che possono essere estinti a condizioni agevolate, in 120 rate e senza sanzioni e interessi, anche i debiti relativi a cartelle affidate dal 2000 al 2022 per i quali è stata presentata domanda di definizione agevolata ai sensi:
- dell’articolo 6, comma 2 del DL n. 193/2016, con il quale è stata introdotta la prima rottamazione delle cartelle;
- dell’articolo 1, comma 5, del DL 148/2017, relativo alla rottamazione bis;
- dell’articolo 3, comma 5, del DL n. 119/2018, relativo alla rottamazione ter;
- dell’articolo 16-bis, commi 1 e 2, del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, relativo alla riapertura della rottamazione ter;
- dell’articolo 1, comma 235, della legge n. 197/2022, relativo alla rottamazione quater.
La rottamazione quinquies assume quindi i contorni di una “resa dei conti”, con il fine di favorire la messa in regola anche di quei contribuenti che avevano già manifestato l’intenzione di fare pace con il Fisco.
Pagare o aspettare? Il rapporto tra rottamazione quinquies e rottamazione quater
La rottamazione quinquies, che si differenzia dalle precedenti per le regole più blande sui pagamenti (120 rate tutte uguali, decadenza dopo 8 quote non versate), abbraccia quindi i debiti dal 2000 al 2023, compresi quelli del periodo dal 2000 al 2022 per i quali era già stata manifestata la volontà di definizione agevolata.
Tra i beneficiari, secondo l’attuale formulazione della norma, rientrerebbero anche i decaduti dalla rottamazione quater.
Sul punto è evidente che l’avvio dell’iter di esame della proposta di legge in Senato “strizza l’occhio” a chi, essendo in regola con i pagamenti, è chiamato a versare la rata in scadenza il 28 febbraio.
Conviene pagare o aspettare? Nonostante l’incertezza sul destino della rottamazione quinquies, è ovvio che la possibilità - anche solo teorica - di beneficiare di regole più vantaggiose rischia di trasformarsi in un disincentivo al rispetto del piano di versamenti in essere.
Un rischio che è stato posto in evidenza anche dal Viceministro dell’Economia Maurizio Leo, evidenziando come il reiterarsi di provvedimenti di rottamazione possa dare una visione “disorganica” della materia.
Le rottamazioni che si ripetono ormai di anno in anno si trasformano quindi in un disincentivo al rispetto di regole e scadenze, con il rischio di portare all’inefficacia delle misure di definizione agevolata adottate e in essere.
Una questione quantomai centrale ad oggi, sia per chi ancora beneficia della rottamazione quater che per i “ripescati” dal DL Milleproroghe 2025, che entro il 30 aprile potranno presentare nuovamente domanda.
L’annuncio di una possibile nuova pace fiscale a condizioni ultra-agevolate rischia di creare confusione e indurre a non pagare, in attesa di tempi migliori.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Rottamazione quinquies, tra i beneficiari anche i decaduti dalle definizioni agevolate