Rottamazione quinquies, cos’è e come funziona

Il testo della proposta di legge per la rottamazione quinquies è stato presentato alla Camera e al Senato. Cos’è, come funziona e quali sono i tempi da rispettare? Un analisi delle possibili novità in arrivo

Rottamazione quinquies, cos'è e come funziona

La rottamazione quinquies è uno dei temi fiscali di punta del 2025. La Lega ha presentato sia alla Camera che al Senato una proposta di legge per la rateizzazione lunga delle cartelle, sulla quale il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dato un primo parere positivo.

Pur evidenziando che al momento non vi sono certezze sulla sua approvazione, analizziamo di seguito il testo del disegno di legge per capire cos’è e come funziona la rottamazione quinquies, con un focus anche sui tempi previsti per fare domanda e sulle scadenze per i pagamenti.

Rottamazione quinquies: cos’è e come funziona

Per la Lega il tema delle cartelle esattoriali è un’“emergenza nazionale” e prevedere la rateizzazione lunga dei debiti è ritenuta l’unica soluzione per risolvere il problema degli oltre 1.200 miliardi che affollano il magazzino dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

La rottamazione quinquies è, insieme al taglio IRPEF per il ceto medio, una delle possibili novità fiscali del 2025 sulle quali si sta maggiormente focalizzando l’attenzione.

Analizzarne i contorni è quindi centrale per capire di cosa si sta realmente discutendo e quale potrebbe essere l’impatto pratico della sua attuazione.

Innanzitutto è bene partire dalle definizioni: con il termine rottamazione si fa riferimento alla possibilità di saldare le cartelle senza pagare sanzioni e interessi. Al contribuente è chiesto di versare esclusivamente la quota capitale del carico, con possibilità di dilazione in più quote.

La proposta della Lega non è una novità assoluta. Di rottamazioni in Italia si parla dal 2017, quando con il decreto legge n. 193/2016 è stato dato il via alla prima definizione agevolata delle cartelle.

Di anno in anno, sono state diverse le misure introdotte per il recupero dei debiti pregressi e attualmente è operativa una rottamazione quater, recentemente riaperta con il DL Milleproroghe 2025.

La proposta presentata negli ultimi mesi presenta però delle particolarità che puntano a renderla più vantaggiosa per i contribuenti aderenti e più efficace per l’Erario.

Rottamazione quinquies, il testo della proposta di legge
Disposizioni concernenti la rateizzazione a lungo termine di carichi fiscali, contributivi e di altra natura affidati all’agente della riscossione

Come funziona la rottamazione quinquies: rateizzazione in 10 anni

La rottamazione quinquies proposta dalla Lega si applicherebbe ai debiti affidati all’ex Equitalia, ora AdER, tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023.

L’aspetto innovativo della proposta di legge depositata nelle due Aule del Parlamento è rappresentato dalle modalità di rientro: al contribuente aderente verrebbe consentito di pagare le cartelle definibili in un massimo di 120 rate di importo costante e quindi con una rateizzazione light, fino a 10 anni.

Una novità, rispetto alle precedenti definizioni agevolate, voluta per alleggerire l’importo delle singole rate, favorendo così il rispetto delle scadenze e senza il rischio per il contribuente di trovarsi a fare i conti con maxi-rate difficili da sostenere.

Sul fronte dei benefici previsti, come detto in precedenza la rottamazione consentirebbe di pagare le somme affidate all’ADER senza sanzioni, interessi e aggio di riscossione, versando oltre al capitale gli importi maturati a titolo di rimborso per le procedure esecutive e di notificazione della cartella.

Domanda e pagamenti: le scadenze della rottamazione quinquies

Il testo della proposta all’esame del Parlamento già prevede tempistiche e scadenze per l’avvio della rottamazione quinquies.

La prima data da segnare in calendario è quella del 30 aprile: è questo il termine fissato, al momento, per la presentazione della domanda di adesione.

L’invio dell’istanza comporta una serie di conseguenze immediate:

  • sono sospesi i termini di prescrizione e decadenza;
  • sono sospesi, fino alla scadenza della prima rata delle somme dovute a titolo di definizione, gli obblighi di pagamento derivanti da precedenti dilazioni operanti alla data di presentazione della dichiarazione;
  • non possono essere iscritti nuovi fermi amministrativi e ipoteche, fatti salvi quelli già iscritti alla data di presentazione della dichiarazione;
  • non possono essere avviate nuove procedure esecutive;
  • non possono essere proseguite le procedure esecutive precedentemente avviate, salvo che non si sia tenuto il primo incanto con esito positivo;
  • il debitore non è considerato inadempiente ai fini di cui agli articoli 28-ter e 48- bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602;
  • si applica l’articolo 54 del decreto legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, ai fini del rilascio del documento unico di regolarità contributiva.

Tornando sui tempi, entro il 30 giugno l’AdER comunica l’importo delle somme dovute e delle singole rate.

La scadenza per il primo pagamento è fissata al 31 luglio e le successive andranno pagate mensilmente, entro l’ultimo giorno di ciascun mese e secondo il piano di rateazione prescelto (fino alla dilazione massima di 120 rate, quindi 10 anni).

Stop alla decadenza sprint: si esce rottamazione solo dopo 8 rate non versate

Un ulteriore aspetto innovativo della rottamazione quinquies, secondo i firmatari della proposta di legge, consiste nell’affievolimento del rischio decadenza in caso di mancato versamento delle rate.

Guardando alla rottamazione in corso, ma anche alle precedenti edizioni, l’omesso o tardivo versamento di una rata comporta la decadenza dalla definizione agevolata.

Solo nelle ultime edizioni è stata prevista la regola della tolleranza di 5 giorni rispetto alla scadenza, per evitare che lievi inadempienze comportassero la revoca tout-court delle agevolazioni.

La proposta della Lega va oltre, e prevede che la decadenza operi solo in caso di mancato pagamento di 8 rate, anche se non consecutive.

Debiti previdenziali, ma anche multe e tasse locali: porte della rottamazione aperte a tutti

La rottamazione quinquies non interessa solo i debiti fiscali. Le misure in esame si applicherebbero anche ai debiti verso enti di previdenza, previa delibera stessi.

In aggiunta, anche agli enti locali verrebbe concessa la possibilità di rottamare le proprie entrate, senza sanzioni, stabilendo il numero massimo di rate, le modalità di presentazione dell’istanza, i termini e la comunicazione delle somme dovute.

Tutte le rottamazioni, dal 2017 alle possibili novità del 2025

Seppur con alcune caratteristiche che la differenziano dalle precedenti, la rottamazione quinquies non rappresenta una novità ma, al contrario, è ormai da anni che la via delle definizioni agevolate è stata intrapresa con il fine di ridurre l’importo dei debiti accumulati nel magazzino dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Si tratta di uno strumento che non ha un “colore” politico: è stato utilizzato da Governi appartenenti a schieramenti diversi, ed è stato l’Esecutivo guidato da Renzi nel 2016 ad avviare la stagione delle rottamazioni.

La prima definizione agevolata è stata infatti introdotta con il DL Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2017, per i carichi affidati tra il 2000 e il 2016. Nel 2018 è stata la volta della rottamazione-bis, che ha riaperto i termini della precedente misura, estendendone l’operatività alle cartelle fino al 30 settembre 2017. La rottamazione ter introdotta nel 2019 ne ha ulteriormente ampliato il perimetro operativo, includendo i carichi affidati fino al 31 dicembre 2017. Infine, la rottamazione quater introdotta nel 2022, tutt’ora in corso e recentemente riaperta, ha abbracciato i carichi affidati dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.

La sostanza di tutte le rottamazioni è la stessa: consentire ai contribuenti di pagare il debito maturato, senza sanzioni e interessi. Non si tratta tecnicamente di un condono, in quanto il capitale dovuto resta immutato, ma non mancano gli aspetti critici.

La rottamazione continua rischia di trasformarsi in un disincentivo al rispetto degli obblighi tributari, creando una vera e propria “distorsione” nel sistema che regola il versamento di imposte, tasse e contributi. Inoltre, come evidenziato tra l’altro dallo stesso Viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ripetere rottamazioni ogni 3-4 anni rischia di “non dare una visione organica della materia”.

Resta in ogni caso il problema di come “aggredire” quegli oltre 1.200 miliardi di debiti che affollano il magazzino della Riscossione. La rottamazione sembra al momento la via più semplice per tentare il recupero delle somme effettivamente esigibili, tendendo ancora una volta la mano ai contribuenti.

Vale la pena evidenziare ancora una volta che il destino della proposta sin qui esaminata non è ancora scritto. Bisognerà monitorare l’iter del disegno di legge per capire se, e quando, si rimettererà effettivamente in moto la “macchina” della rottamazione.

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