Tassazione criptovalute: ritenuta plusvalenze al 42 per cento dal 2025

Tommaso Gavi - Imposte

Tassazione plusvalenze cripto-attività: la ritenuta potrebbe passare dal 26 al 42 per cento. La misura è inserita nel DDL di Bilancio 2025

Tassazione criptovalute: ritenuta plusvalenze al 42 per cento dal 2025

Tra le misure inserite nel Disegno di Legge di Bilancio 2025, il cui contenuto è stato presentato nel corso della conferenza stampa di presentazione di metà ottobre, c’è l’aumento della ritenuta sulle plusvalenze delle criptovalute.

Qualora la misura venga confermata al termine dell’iter parlamentare della Manovra, passerà dal 26 al 42 per cento.

Al momento la tassazione è prevista per le plusvalenze superiori a 2.000 euro, a partire dall’anno d’imposta 2023 ovvero con la dichiarazione dei redditi 2024.

Criptovalute: ritenuta sulle plusvalenza al 42 per cento nel DDL di Bilancio 2025

Nel DDL di Bilancio 2025 è stata inserita una misura sulla tassazione delle plusvalenze legate alle criptovalute, che porta la ritenuta dal 26 al 42 per cento.

L’intervento, che non era stato anticipato nel comunicato stampa diffuso il 15 ottobre al termine della riunione serale dell’Esecutivo, è stato spiegato dal viceministro all’Economia Maurizio Leo nel corso della conferenza stampa del 16 ottobre.

Leo ha spiegato quanto di seguito riportato:

“Un tema importante riguarda le plusvalenze da Bitcoin dove, visto che questo fenomeno si sta diffondendo, prevediamo un aumento della ritenuta dal 26 al 42 per cento.”

Al momento la tassazione è prevista dall’anno di imposta 2023, in relazione quindi alle dichiarazioni dei redditi 2024, nel caso di plusvalenze superiori all’importo di 2.000 euro.

Per le regole da applicare alle cripto attività si può fare riferimento alla circolare dell’Agenzia delle Entrate relativa al tema in questione.

L’aumento della tassazione delle plusvalenze di 16 punti percentuali sarà ufficiale solo se la misura verrà approvata nel corso dell’iter parlamentare della Manovra 2025, che dovrà concludersi entro il 31 dicembre 2024.

Oltre alle criptovalute le novità riguarderanno anche la Web tax

Oltre alle novità in arrivo in tema di criptoattività, nel DDL di Bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri sono state inserite misure che interessano anche la Web tax.

I dettagli a riguardo sono arrivati ancora una volta dalle dichiarazioni del viceministro Leo, il quale ha sottolineato quanto di seguito riportato:

“L’altro tema è quello dei ricavi della Web tax. Che succede?

Voi sapete che nel futuro si dovrà arrivare a una disciplina unitaria della tassazione del reddito non più nel luogo di residenza del soggetto bensì nel luogo dove viene ad essere prodotto il reddito.

Già noi abbiamo adottato il cosiddetto pillar 2, vale a dire la tassazione con la Global minimum Tax, laddove ci sono multinazionali che hanno partecipazioni sparse anche nei paesi con regime fiscale privilegiato.”

Il viceministro Leo ha poi messo in evidenza le novità inserite nel DDL di Bilancio:

“In questo caso, visto che il tema del pillar One è un tema che deve essere condiviso a livello internazionale, però lavoriamo sulla cosiddetta Web tax. In che modo? Eliminando il tetto di ricavi di 750.000 euro e eliminando la parte prodotta in Italia relativa a 5 milioni di euro. Quindi eliminiamo le soglie.”

La novità approvata dall’esecutivo e inserita nel testo iniziale, che sarà il punto di partenza per la discussione parlamentare, consiste nell’eliminazione:

  • del limite di ricavi di 750 milioni di euro;
  • della parte prodotta in Italia, relativa a 5 milioni di euro.

Anche in questo caso per l’ufficialità si dovrà attendere la conclusione dell’iter parlamentare della Legge di Bilancio 2025.

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