Aumento di stipendio in arrivo per i dipendenti degli Enti locali. Il Ministro Zangrillo annuncia un primo intervento nel testo di conversione in legge del decreto PA

La disparità di retribuzione tra i dipendenti degli Enti locali e quelli delle Funzioni centrali potrebbe presto essere ridotta.
Le novità potrebbero arrivare con la conversione in legge del decreto PA, ora all’esame della Camera che si prepara a votare gli emendamenti presentati.
Ad annunciarlo è stato il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo.
Dipendenti Enti locali: in arrivo un aumento di stipendio?
I dipendenti comunali e gli altri lavoratori e lavoratrici degli Enti Locali potrebbero presto ottenere un aumento di stipendio.
L’obiettivo è quello di andare a colmare il gap retributivo con i colleghi delle Funzioni centrali, e ridurre la fuga di personale dall’amministrazione locale.
A fornire alcune anticipazioni è stato Paolo Zangrillo, Ministro per la Pubblica Amministrazione, che in occasione dell’inaugurazione del corso di alta formazione su leadership e performance per i dirigenti pubblici.
Con la conversione in legge del decreto PA potrebbe arrivare infatti un intervento per aumentare le retribuzioni negli enti locali.
“Abbiamo un tema ereditato dal passato che dobbiamo affrontare con coraggio e determinazione, che è quello di ridurre la distanza tra le retribuzioni medie delle amministrazioni centrali e quelle degli enti locali.
Sto lavorando con il MEF per cercare di trovare una soluzione da mettere nel DL PA che avvii un percorso di allineamento.”
L’iter di conversione al momento vede il passaggio alla Camera, dove saranno esaminati gli oltre 200 emendamenti presentati al testo.
Tra le novità potrebbe dunque arrivare l’atteso aumento di stipendio per i lavoratori e le lavoratrici degli Enti locali.
Gli Enti locali hanno le retribuzioni più basse nell’amministrazione pubblica
L’aumento, come anticipato, punterebbe anche a ridurre la fuga dai comuni e dagli altri enti locali.
I dati infatti sono abbastanza preoccupanti. Come dimostra l’ultimo report Ifel (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale), la fondazione istituita dall’ANCI, nonostante dal 2019 sia ripreso il reclutamento, il personale comunale rimane ad un livello di unità insufficiente.
La causa sono le cessazioni legate ai pensionamenti, considerata l’età media elevata (51 anni) ma non solo: dal 2022 le uscite per dimissioni superano quelle per pensionamento. Sono 16.000 nel 2023, il 45,5 per cento in più rispetto al 2017.
A contribuire è stata anche la ripresa delle assunzioni nelle Funzioni centrali che ha moltiplicato le occasioni di mobilità, colte al volo da chi ha avuto la possibilità di spostarsi.
Il motivo principale è proprio nella retribuzione, troppo distante da quella dei dipendenti dell’Amministrazione centrale.
Come evidenziato dal rapporto, le retribuzioni comunali medie sono tra le più basse: il personale non dirigente nei comuni, inquadrato nella Categoria A, ha una retribuzione media lorda di 22.338 euro.
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