Concordato preventivo biennale: adesione in scadenza tra lettere e polemiche

Ultimi giorni per l'adesione al concordato preventivo biennale mentre monta la polemica tra professionisti, imprese ma anche all'interno della stessa maggioranza di Governo per l'invio delle lettere ai contribuenti

Concordato preventivo biennale: adesione in scadenza tra lettere e polemiche

Settimana bollente per il concordato preventivo biennale: con il termine per l’adesione che si avvicina, la discussione si infiamma per via delle lettere inviate dall’Agenzia delle Entrate alle partite IVA.

Continuano i lavori per l’apparizione del DDL Concorrenza, mentre con l’approvazione della Camera il decreto Fiscale 2025 è convertito in legge. Dal CdM arriva l’approvazione definitiva del decreto con la riforma IRPEF e IRES.

Con la prima funzionalità dell’IT Wallet disponibile per tutti è possibile scaricare sul proprio smartphone la versione digitale della patente di guida, della tessera sanitaria e della carta della disabilità.

Strada in salita, invece, per gli incentivi auto nel 2025. Le risorse che il Governo sta reperendo, spiega il Ministro Urso, saranno destinate alle imprese.

Concordato preventivo biennale: adesione in scadenza tra lettere e polemiche

Per tutta la settimana l’Agenzia delle Entrate ha inviato una serie di lettere via PEC ai professionisti invitandoli ad aderire al concordato preventivo biennale.

Mancano infatti pochi giorni al termine del periodo di riapertura. La scadenza è fissata al 12 dicembre 2024.

Il massiccio invio di lettere alle partite IVA da parte dell’Agenzia delle Entrate ha però avuto l’effetto contrario di quello sperato, e ha scatenato una serie di polemiche non solo tra imprese e addetti ai lavori, ma anche nella stessa maggioranza di Governo, alimentate anche dal MEF che ha accostato il CPB al tema all’evasione fiscale con un effetto boomerang che rischia di segnare il fallimento dello strumento.

Dura infatti la risposta dal Dipartimento Economia della Lega (partito al quale appartiene lo stesso titolare del MEF) che ha evidenziato la propria contrarietà:

“Troviamo sbagliata nel merito e nel metodo la pioggia di lettere che l’agenzia delle Entrate ha riversato sui contribuenti italiani per contestare ipotetiche anomalie, con l’obiettivo di indurli ad aderire al concordato preventivo biennale, indipendentemente dal loro merito fiscale.”

L’Agenzia ha provato a placare gli animi con delle FAQ pubblicate il 6 dicembre nelle quali ha cercato di tranquillizzare i contribuenti specificando che:

“Non occorre fare nulla. La comunicazione ricevuta ha un valore puramente informativo, non anticipa un’attività di controllo e non richiede di attivarsi per fornire un riscontro all’Agenzia delle Entrate.”

L’obiettivo è certamente quello di spingere le adesioni al concordato preventivo biennale, ma puntando sulla leva dei controlli fiscali la strategia comunicativa rischia di mandare in fumo la prospettiva del “Fisco amico” che agli occhi delle partite IVA coinvolte assume sempre più l’aspetto del Fisco non amico.

Non resta che attendere il 12 dicembre, quando alla conclusione del periodo per l’adesione si potranno tirare le somme.

Dal decreto Fiscale alla riforma IRPEF e IRES

Quella appena trascorsa è stata una settimana intensa anche dal punto di vista dei lavori parlamentari. Con l’approvazione da parte del Senato il decreto Fiscale collegato alla Manovra 2025 è legge.

Diversi gli elementi di novità introdotti in questa fase, a partire dal rinvio del secondo acconto delle imposte sui redditi al 16 gennaio 2025 (ma solo per i titolari di partita IVA con ricavi o compensi fino a 170.000 euro) e l’ampliamento della platea di beneficiari del bonus Natale, che ora spetta anche ai genitori con con almeno un figlio o una figlia a carico, prescindere dalla condizione del coniuge o del convivente, e con un reddito fino a 28.000 euro.

Non trovano spazio, invece, i discussi emendamenti che proponevano una nuova rottamazione delle cartelle per il 2025 e la conferma dello sconto sul canone Rai, che quindi dal prossimo anno torna a 90 euro.

Nel mentre continua anche l’iter parlamentare del DDL Concorrenza 2024, con il testo che dopo il via libera della Camera approda ora al Senato.

Diverse le novità in cantiere: dalla proroga per i dehors al 31 dicembre 2025 al sostegno alle startup innovative e i nuovi criteri per la definizione.

Il Consiglio dei Ministri nella riunione del 3 dicembre, infine, ha dato il via libera definitivo al decreto legislativo relativo alla revisione del regime impositivo dei redditi IRPEF e IRES.

Una riforma che ottiene il via libera dopo un lungo periodo di stop, ricordiamo infatti che la prima approvazione era arrivata lo scorso 30 aprile.

Sono molte le misure introdotte che interessano, tra gli altri aspetti del quadro normativo, i redditi dei terreni, i redditi da lavoro dipendente e autonomi, i redditi diversi, i redditi d’impresa e il riporto delle perdite.

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In settimana sono arrivate anche le prime anticipazioni sul decreto Milleproroghe 2025. Il testo è atteso lunedì in Consiglio dei Ministri.

Documenti in formato digitale sull’App IO

Dal 4 dicembre è operativa la prima fase di attuazione dell’IT Wallet, il portafoglio digitale degli italiani.

Cittadini e cittadine possono avere a disposizione tutti i principali documenti personali sul proprio smartphone, tramite l’App IO, l’applicazione dei servizi pubblici.

In questa prima fase sono disponibili in formato digitale:

  • la patente di guida;
  • la tessera sanitaria;
  • la carta della disabilità.

Come scaricare i documenti dall’App IO?

Dopo aver scaricato gratuitamente l’applicazione sul proprio smartphone e tablet, sarà sufficiente effettuare l’accesso con SPID o CIE e aggiungere i documenti al portafoglio digitale.

I documenti sull’App IO hanno lo stesso valore legale dei documenti fisici già posseduti: si possono usare facilmente in contesti di verifica dal vivo, e in futuro anche online. Non sostituiscono la versione fisica.

Verso l’addio agli incentivi per l’acquisto di automobili nel 2025

In settimana si è discusso molto anche del settore dell’automotive e in particolare anche degli incentivi al sostegno.

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenuto alla Camera per un question time, ha precisato come il taglio in Legge di Bilancio per il Fondo automotive sarà compensato. Il Governo è al lavoro per reperire “una cifra almeno equa, o addirittura superiore per l’anno prossimo”.

Le risorse, in aggiunta a quelle residue del fondo, dovrebbero arrivare dal PNRR che da gennaio metterà a disposizione 500 milioni di euro per i contratti di sviluppo in favore delle filiere strategiche.

Ebbene le risorse ci saranno ma non saranno destinate ai cittadini e le cittadine per sostenere l’acquisto di automobili.

I fondi, ha specificato Urso, saranno destinati:

“al settore dell’automotive, nello specifico, alle imprese della componentistica, affinché possano valorizzare o anche diversificare la produzione in settori a più alto sviluppo.”

Strada in salita quindi per l’ecobonus auto nel 2025 e per gli altri incentivi all’acquisto, che dal prossimo anno potrebbero venire meno.

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