Lettere dall’Agenzia delle Entrate via PEC alle partite IVA: ma non doveva esserci una tregua?

Rosy D’Elia - Fisco

Proprio mentre debutta la sospensione degli atti per il mese di dicembre, dall'Agenzia delle Entrate arrivano via PEC lettere per invitare le partite IVA a stringere il patto con il Fisco. Dov'è la tregua fiscale?

Lettere dall'Agenzia delle Entrate via PEC alle partite IVA: ma non doveva esserci una tregua?

Non c’è tregua fiscale per le partite IVA. Proprio mentre debutta la sospensione degli atti per il mese di dicembre, prevista dal nuovo calendario delineato con la riforma, dall’Agenzia delle Entrate arrivano lettere via PEC per invogliare i contribuenti ad aderire al patto con il Fisco.

Le comunicazioni, che hanno generato reazioni da più fronti, sono arrivate tra fine novembre e inizio dicembre e tecnicamente non sono in contrasto con la pausa prevista dal decreto legislativo numero 1 del 2024. Ma se la procedura è ineccepibile, la forma non può passare inosservata.

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Lettere dall’Agenzia delle Entrate via PEC alle partite IVA: ma non era prevista la tregua fiscale?

Una prima folata di lettere via PEC dall’Agenzia delle Entrate è arrivata intorno al 28 novembre. La dose, poi, è stata rincarata all’inizio di questa settimana.

Lo schema, nonostante le variazioni su tema, è lo stesso: partendo dalle dichiarazioni dei redditi appena presentate e considerando la mancata adesione al concordato preventivo biennale, l’Amministrazione finanziaria ha invitato le partite IVA a stringere il patto con il Fisco.

PEC inviata dall'Agenzia delle Entrate

Nella prima formulazione puntando sui vantaggi, nella seconda facendo leva su eventuali anomalie relative al reddito dichiarato in quanto inferiore a quello dei dipendenti che lavorano nello stesso settore.

PEC inviata dall'Agenzia delle Entrate

L’obiettivo è lo stesso: convincere le partite IVA ad aderire al concordato preventivo biennale entro la scadenza del 12 dicembre per evitare che la riapertura dei termini, che dovrebbe incrementare i risultati da cui dipenderà anche il futuro dell’IRPEF, si riveli un flop.

Lettere dall’Agenzia delle Entrate alle partite IVA: le reazioni

Le PEC dell’Agenzia delle Entrate hanno generato reazioni da più fronti. “I recenti invii di lettere da parte dell’Agenzia delle Entrate non favoriscono la compliance fiscale, ma generano confusione e preoccupazione tra i contribuenti. Si tratta di comunicazioni prive di reale contenuto tecnico-informativo, che provocano timori tra i cittadini e impongono ai commercialisti attività di assistenza a basso valore aggiunto, spesso difficilmente retribuibili”.

Hanno dichiarato in una nota congiunta Francesco Cataldi, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, Edoardo Ginevra, presidente dell’Associazione Italiana Dottori Commercialisti, e Maria Pia Nucera, presidente dell’Associazione Dottori Commercialisti.

Perfino il dipartimento economia della Lega ha sentito l’esigenza di intervenire sul tema con una nota. Nonostante le comunicazioni arrivino dall’Amministrazione finanziaria che vede come numero uno proprio un esponente del partito, Giancarlo Giorgetti.

“Troviamo sbagliata nel merito e nel metodo la pioggia di lettere che l’Agenzia delle entrate ha riversato sui contribuenti italiani per contestare ipotetiche anomalie, con l’obiettivo di indurli ad aderire al concordato preventivo biennale, indipendentemente dal loro merito fiscale. La Lega ritiene che così si snaturi uno strumento nato per stabilire un patto di lealtà fra contribuente ed erario e quindi non condivide né lo spirito nell’obiettivo di una simile comunicazione.”

PEC dell’Agenzia delle Entrate alle partite IVA: dov’è finita la tregua fiscale?

I riflettori si sono accesi perlopiù sui contenuti delle lettere inviate alle partite IVA, ma in questa opera di convincimento non sono solo le parole a richiedere attenzione, anche i tempi.

Le comunicazioni sono arrivate proprio a ridosso o all’inizio della tregua fiscale natalizia prevista dal Decreto Adempimenti.

Va specificato subito che non c’è nessuna irregolarità negli invii, anche perché non sono stati trasmessi atti che rientrano nella sospensione. Ma il tema non è tanto normativo quanto di opportunità.

“Dare un po’ di quiete ai contribuenti in mesi particolari dell’anno, il mese di agosto, il mese di dicembre, cercare di fare in modo che ci sia in quei mesi una tranquillità: non arrivino lettere di compliance o altri atti e documenti che in un momento particolare possono ingenerare difficoltà ai contribuenti”.

Con queste parole il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo presentava la novità messa in cantiere con la riforma fiscale.

Intanto il 6 dicembre l’Agenzia ha pubblicato delle FAQ con le quali ha provato a stemperare il clima di tensione. Nel testo l’Amministrazione finanziaria tranquillizza:

“Non occorre fare nulla. La comunicazione ricevuta ha un valore puramente informativo, non anticipa un’attività di controllo e non richiede di attivarsi per fornire un riscontro all’Agenzia delle Entrate.”

Qual è allora il senso della comunicazione? L’intento dell’informativa continua l’AdE:

“è di richiamare l’attenzione sulla possibilità di verificare quanto dichiarato e consentire la correzione in autonomia di eventuali errori.

In un’ottica di trasparenza e per far conoscere gli strumenti introdotti dal Legislatore, l’Agenzia delle entrate condivide preventivamente i dati di cui dispone.”

Nel caso in cui si dovesse effettivamente riscontrare un’anomalia l’agenzia “mette a sua disposizione diverse possibilità, a cominciare dal ravvedimento operoso che, dopo la recente riforma del sistema sanzionatorio, consente di beneficiare di sanzioni più favorevoli rispetto al passato”.

Alla prova dei fatti, però, per le partite IVA almeno la prima parte di dicembre si è rivelata tutt’altro che tranquilla.

Ma c’è un tema che va oltre il perimetro dei contribuenti destinatari delle lettere dell’Agenzia delle Entrate.

La tregua fiscale, che blocca parte delle comunicazioni Fisco-contribuenti a dicembre, e il concordato preventivo, che spinge l’Agenzia delle Entrate a scrivere alle partite IVA, sono allo stesso modo frutto dei lavori di riforma fiscale.

Pur rientrando in un unico quadro, indicano due direzioni opposte. Le lettere inviate in questi giorni fanno emergere un lavoro di revisione del sistema tributario che, di fatto, si rivela poco organico, poco omogeneo e, in alcuni casi, addirittura contraddittorio.

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