Manovra 2025, CNDCEC: “Abrogare la norma sui rappresentanti del MEF nel collegio dei revisori”

Tommaso Gavi - Fisco

Tra le proposte del CNDCEC sulla Manovra 2025 anche l'abrogazione della norma sui rappresentanti del MEF nel collegio dei revisori. Indicazioni anche sull'IRPEF, sui bonus edilizie e sulla tassazione delle cripto-attività

Manovra 2025, CNDCEC: “Abrogare la norma sui rappresentanti del MEF nel collegio dei revisori”

Abrogare la norma sui rappresentanti del Ministero dell’Economia e delle Finanze nel collegio dei revisori.

Questa è una delle richieste espresse dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, nel corso dell’audizione che si è tenuta il 4 novembre sulla Manovra 2025.

Una delle osservazioni riguarda la misura che introdurrebbe un rappresentante del Ministero dell’Economia e delle Finanze nei collegi di revisione o sindacali di società ed enti di diritto privato che ricevono contributi pubblici di importo pari o superiore a 100.000 euro.

Tra le criticità evidenziate ci sono i dubbi di legittimità costituzionale e la compatibilità sull’ordinamento dell’Unione europea.

I rappresentanti del CNDCEC si sono soffermati anche su altre misure inserite nel testo del Disegno di Legge di Bilancio 2025.

Manovra 2025, CNDCEC: “Abrogare la norma sui rappresentanti del MEF nel collegio dei revisori”

“La richiesta di abrogare l’articolo 112 della legge di bilancio 2025 risiede nei forti dubbi di legittimità costituzionale della norma e della sua compatibilità con le libertà fondamentali dell’ordinamento dell’Unione Europea.”

Con queste parole inserite nel comunicato stampa del CNDCEC del 4 novembre il presidente Elbano de Nuccio ha motivato l’indicazione dei commercialisti in merito a una delle misure inserite nel DDL di Bilancio 2025.

Il presidente del CNDCEC ha poi messo in evidenza quanto segue:

“Oltre a tali profili, di per sé già dirimenti, la norma appare ulteriormente incomprensibile tenuto conto dell’attuale quadro normativo che già riserva a professionisti qualificati, tra cui i commercialisti, l’attività di vigilanza sull’osservanza della legge, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione e sull’adeguatezza degli assetti organizzativi, amministrativi e contabili. Ogni altra deriva normativa appare dirigistica e lesiva dell’affidabilità e della professionalità di chi già oggi svolge egregiamente la fondamentale attività di controllo legale.”

La richiesta di abrogazione riguarda la norma che prevede la nomina di un rappresentante del MEF nei collegi di revisione o sindacali di società ed enti di diritto privato che ricevono contributi pubblici di importo pari o superiore a 100.000 euro.

Ad avanzarla sono stati i rappresentanti del CNDCEC Salvatore Regalbuto, Consigliere tesoriere delegato alla Fiscalità, e Pasquale Saggese, coordinatore dell’area fiscalità della Fondazione nazionale dei Commercialisti.

Regalbuto e Saggese hanno riportato la posizione del Consiglio nazionale nel corso di un’audizione parlamentare sul DDL di Bilancio 2025, che si è tenuta il 4 novembre.

Oltre alla norma in questione, osservazioni sono state espresse anche in merito ad altre misure inserite nel testo.

Manovra 2025: le richieste dei commercialisti su bonus edilizi, IRPEF e tassazione delle cripto-attività

Oltre all’abrogazione della misura relativa alle modifiche ai collegi dei revisori, il CNDCEC ha avanzato osservazioni anche in merito ad altre misure inserite nel testo del DDL di Bilancio 2025.

Tra queste il tema dei bonus edilizi. Tra le novità relative agli anni 2025, 2026 e 2027 i professionisti chiedono di modificare i criteri per la determinazione delle aliquote dell’ecobonus e del sismabonus.

Si chiede di dare priorità al miglioramento delle classi energetiche e sismiche rispetto al requisito di prima casa, che consentirebbe l’accesso ad aliquote più elevate.

In merito Salvatore Regalbuto ha anche messo sottolineato che:

“Per quanto attiene al Bonus Casa, è stata proposta l’estensione del potenziamento delle aliquote di detrazione anche ai familiari del proprietario nel caso di utilizzo dell’immobile quale abitazione principale.”

In merito alla revisione dell’IRPEF viene mostrato apprezzamento per la riduzione strutturale a tre aliquote ma si chiede ulteriori sforzi per la riduzione della pressione fiscale per i contribuenti del ceto medio.

Si chiede inoltre di intervenire l’eccesiva complessità del sistema di detrazioni e deduzioni e sulla determinazione dell’imposta effettivamente rimasta a carico del contribuente.

In ultimo vengono richiesti correttivi alle disposizioni in materia di tassazione delle plusvalenze da cripto-attività e di rideterminazione del valore dei terreni e delle partecipazioni.

Su quest’ultima misura viene proposto che l’imposta sostitutiva sia ridotta all’aumentare del periodo di possesso, in attuazione di quanto previsto dalla Legge delega della riforma fiscale.

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