IRPEF 2025: tre aliquote nella Legge di Bilancio e nuove prospettive con il concordato

Rosy D’Elia - Irpef

Sull'IRPEF 2025 ci sono alcuni punti fermi e ma restano gli interrogativi: le novità del Disegno di Legge di Bilancio confermano il meccanismo a tre aliquote e scaglioni. In campo restano le ipotesi di ulteriori modifiche

IRPEF 2025: tre aliquote nella Legge di Bilancio e nuove prospettive con il concordato

Su quali regole si baserà l’IRPEF 2025? Nel Disegno di Legge di Bilancio ci sono i primi punti fermi per il prossimo anno: dal meccanismo a tre aliquote e scaglioni, che diventa strutturale, non si torna indietro.

Ma il calcolo dell’imposta sul reddito delle persone fisiche potrebbe subire ulteriori modifiche: tutto dipenderà dai dati che arriveranno dalle adesioni al concordato.

Le intenzioni sono quelle di procedere con un ulteriore taglio per il ceto medio, ma le entrate stimate fino a questo momento non sono abbastanza per tagliare di due punti percentuali l’aliquota che si applica al secondo scaglione.

La riapertura dei termini al 12 dicembre da un lato potrebbe portare nuova linfa, dall’altro allunga i tempi per conoscere i risultati effettivi del patto Fisco-partite IVA.

“Se otterremo le risorse come speriamo, riusciremo a mettere a terra, ora vedremo se lo si può fare quest’anno oppure all’inizio del prossimo anno, è qualcosa che è a cuore di tutta la maggioranza: aiutare il cedo medio”, ha detto il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo ieri, 28 novembre, a margine della Giornata per la legalità finanziaria alla Guardia di finanza.

A riportare le sue parole l’Agenzia Adnkronos. “Sappiamo che il cedo medio si sta un po’ impoverendo, quindi se riusciamo a trovare risorse adeguate aiuteremo quella fascia dei contribuenti che va dai 35.000 euro fino a 50.000 e se riusciamo a spingerci sino a 60mila sarà ancora meglio”, ha concluso Leo facendo riferimento all’ipotesi di intervenire sia sulle aliquote che sull’estensione del secondo scaglione.

IRPEF 2025: con la Legge di Bilancio le tre aliquote diventano strutturali

Pe ora quello che è certo è che le tre aliquote IRPEF introdotte lo scorso anno con una riforma provvisoria, della durata di un solo anno, non scadranno il 31 dicembre ma resteranno in vigore anche nel 2025.

L’imposta sul reddito delle persone fisiche si calcolerà su tre percentuali:

  • 23 per cento per i redditi fino a 28.000 euro;
  • 35 per cento tra 28.001 e 50.000 euro;
  • 43 per cento oltre i 50.001 euro.

Con la Legge di Bilancio 2025, quindi, non si fanno né passi indietro né passi avanti, verso una ulteriore riduzione di aliquote e scaglioni, ma si rende strutturale il sistema adottato a partire da quest’anno, così come aveva annunciato lo stesso Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti nelle prime fasi di lavoro sulla prossima Manovra.

In estrema sintesi, su aliquote e scaglioni si confermano le regole attuali, mentre su altri fronti, come quello degli sconti IRPEF, vengono introdotti nuovi meccanismi che, prendendo in considerazione reddito e composizione del nucleo familiare, fissano degli importi massimi per beneficiare delle agevolazioni.

IRPEF 2025: tre aliquote strutturali con la Legge di Bilancio, possibili novità ulteriori del DL Fiscale

Le intenzioni iniziali del Governo erano quelle di passare già dal 2025 a una IRPEF a due aliquote, ma i tempi non sono ancora del tutto favorevoli per procedere con certezza.

Come sempre, tra desideri e realtà, ci sono i conti da far quadrare e i due necessari pilastri del Disegno di Legge di Bilancio hanno già un costo molto alto: oltre 17 miliardi.

La speranza, come anticipato già dalla scorsa estate anche dal viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo, è che dal concordato preventivo biennale possa arrivare una nuova linfa per poter intervenire ancora sull’IRPEF “lavorando sul secondo scaglione”.

L’ipotesi più accreditata sembra essere quella di una riduzione della seconda aliquota dal 35 al 33 per cento. L’alternativa consiste invece nell’aumento del secondo scaglione fino a 60.000 euro applicando l’attuale 35 per cento. Ma non è esclusa neanche una terza via: un mix dei due interventi.

Secondo le stime dei Commercialisti, le risorse messe in campo attualmente dal concordato, pari a 1,3 miliardi, basterebbero per tagliare solo di un punto l’aliquota del secondo scaglione. Servirebbe il doppio, 2,5 miliardi, per un taglio di due punti o per estendere la soglia fino a 60.000 euro.

I lavori sono ancora in corso. E proprio in questi giorni l’Agenzia delle Entrate con una PEC sta invogliando le partite IVA che non hanno aderito a stringere il patto proposto: sono gli ultimi 10 giorni utili per convincere gli indecisi e migliorare i numeri.

Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network