Concordato preventivo biennale, effetti del ravvedimento speciale annullati dai benefici premiali ISA

Anna Maria D’Andrea - Dichiarazione dei redditi

Concordato preventivo biennale e ravvedimento speciale, la proroga dei termini di accertamento lascia fuori l'annualità 2018 per i soggetti ISA affidabili. L'impatto dei benefici premiali

Concordato preventivo biennale, effetti del ravvedimento speciale annullati dai benefici premiali ISA

Il concordato preventivo biennale e il ravvedimento speciale si intrecciano con le regole previste per le partite IVA che applicano gli ISA, in particolare sul fronte dei benefici premiali riconosciuti ai contribuenti affidabili.

A fare il punto è il Sottosegretario al MEF Federico Freni nel corso dell’interrogazione in Commissione Finanze della Camera del 27 novembre. Al centro dell’attenzione l’impatto della proroga dei termini di accertamento per i soggetti ISA aderenti al concordato biennale e al ravvedimento speciale.

Arrivano inoltre i dati ufficiali sulle adesioni formulate al 31 ottobre: sono in tutto poco più di mezzo milione le partite IVA che hanno detto sì al patto con il Fisco. Per i numeri sul gettito bisognerà però attendere.

Concordato preventivo biennale, effetti del ravvedimento speciale annullati dai benefici premiali ISA

Per le partite IVA soggette all’applicazione degli ISA che aderendo al concordato preventivo biennale adotteranno il regime del ravvedimento speciale per gli anni dal 2018 al 2021, i termini di decadenza per le attività di accertamento sono prorogati al 31 dicembre 2027.

Una disposizione introdotta dall’articolo 2-quater, comma 14 del decreto legge n. 113/2024 e che si affianca alla proroga di un anno dei termini per gli accertamenti in scadenza il 31 dicembre 2024, rinviati pertanto al 31 dicembre 2025, prevista in via generalizzata per i soggetti ISA aderenti al concordato preventivo biennale.

Due misure che derogano alle regole generali previste dall’articolo 3, comma 3 dello Statuto del contribuente, che definisce improrogabili i termini di prescrizione e decadenza per gli accertamenti, e che necessità di essere coordinata con le regole generali legate al punteggio ISA conseguito dai contribuenti.

A fornire chiarimenti è il MEF, tramite il Sottosegretario Freni, che rispondendo all’interrogazione posta in Commissione Finanze della Camera il 27 novembre evidenzia l’immutabilità delle regole già in campo.

In particolare,

“per i soggetti che applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale e che aderiscono al concordato preventivo biennale, beneficiando della riduzione di un anno dei termini di accertamento, i termini di decadenza per l’accertamento relativo al periodo d’imposta 2018 sono scaduti il 31 dicembre 2023. Tali termini non sono, quindi, interessati da alcuna proroga.”

I soggetti ISA più affidabili, con punteggio da 8 a 10, non subiranno gli effetti della proroga dei termini di accertamento. La decadenza anticipata dei termini relativi all’annualità 2018 non viene quindi intaccata dalla proroga legata all’adesione al concordato e al ravvedimento speciale. Nessuna riapertura dei termini a favore del Fisco, in sostanza.

La coperta dei benefici premiali ISA ha però un effetto opposto per il periodo d’imposta 2019, il cui termine di decadenza anche per le partite IVA virtuose agli occhi del Fisco scadrebbe il 31 dicembre 2024.

In tal caso infatti il MEF evidenzia che, per effetto dell’accettazione del concordato preventivo biennale, gli accertamenti si considerano prorogati di un anno, al 31 dicembre 2025, a prescindere dalla scelta di adesione o meno al regime del ravvedimento speciale.

Dal MEF i dati ufficiali sulle adesioni al concordato preventivo biennale

La seduta del 27 novembre è stata anche l’occasione per la messa a disposizione dei primi dati ufficiali relativi alle adesioni al concordato preventivo biennale.

Su un totale di circa 4,4 milioni di dichiarazioni presentate entro il 31 ottobre 2024, le adesioni sono state 522.195 e, tra queste, 403.472 sono relative a partite IVA che applicano gli ISA e 118.723 relative a contribuenti forfettari.

-DICHIARAZIONI PRESENTATE P I. 2023 (dato al 1/11/2024 fonte SOGEI)
Totale contribuenti (1)(*) 4.408.346
di cui contribuenti tenuti all’applicazione degli ISA 2.676.626
di cui contribuenti FORFETARI 1.731.720
TOTALE ADESIONI CPB 522.195
di cui contribuenti tenuti all’applicazione degli ISA 403.472
di cui contribuenti FORFETARI 118.723

L’Agenzia delle Entrate non ha invece formulato, ad oggi, report relativi alla distribuzione per regioni ed attività, così come non sono stati forniti dati sul gettito correlato al concordato preventivo biennale.

Solo successivamente alla scadenza della seconda rata di acconto “sarà possibile”, evidenzia Freni, “determinare una prima approssimazione del gettito correlato alla adesione al CPB.”

Una valutazione che quindi, anche alla luce della proroga dei versamenti al 16 gennaio 2025, è destinata a slittare in avanti e che potrebbe avere ripercussioni anche sul destino dell’IRPEF e delle novità che si attendono, teoricamente, in Legge di Bilancio.

Il Ministro Giorgetti ha più volte posto in evidenza il legame stretto tra il gettito che deriverà dal concordato e la riduzione di due punti dell’aliquota IRPEF del 35 per cento.

Un percorso che però appare sempre più in salita: i tempi per inserire il nuovo taglio IRPEF nella Manovra (da approvare entro il 31 dicembre) fanno i conti con il rinvio del termine per pagare gli acconti ma anche con la scadenza della seconda finestra per le adesioni al concordato, fissata al 12 dicembre.

Resta quindi da vedere se si andrà verso uno sprint finale di fine anno o, più presumibilmente, verso un rinvio a data da destinarsi dell’annunciata riduzione delle imposte per il ceto medio (risorse permettendo).

Commissione Finanze della Camera - resoconto seduta 27 novembre 2024
Scarica il documento con le risposte del MEF ai quesiti presentati in Commissione Finanze della Camera

Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network