Dal taglio del cuneo al bonus asilo nido: i possibili effetti della Manovra sulle famiglie

Tommaso Gavi - Leggi e prassi

Quali potrebbero essere i possibili effetti delle misure inserite nel DDL di Bilancio rispetto alle famiglie? Dal taglio del cuneo al bonus asilo nido, le osservazioni della Banca d'Italia

Dal taglio del cuneo al bonus asilo nido: i possibili effetti della Manovra sulle famiglie

Quali saranno gli effetti delle misure inserite nel DDL di Bilancio sulle famiglie?

Le possibili conseguenze degli interventi sono state spiegate dalla rappresentanza della Banca d’Italia, intervenuta in audizione presso le Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato il 5 novembre.

Al centro dell’analisi, tra le altre, ci sono il taglio del cuneo fiscale e le misure relative al bonus asilo nido e all’assegno unico.

I possibili effetti del taglio del cuneo fiscale sulle famiglie

Sono iniziate le audizioni sulla Manovra 2025. Nei primi giorni le Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato hanno ascoltato i pareri di diversi soggetti.

Il 5 novembre è stato il turno di Istat, Banca d’Italia e Ufficio parlamentare di Bilancio.

Le osservazioni presentate hanno riguardato tutto l’assetto del testo del Disegno di Legge di Bilancio, presentato alla Camera.

Tra gli interventi, quello della Banca d’Italia si è soffermato anche sul sistema fiscale e le famiglie.

Andrea Brandolini, Vice Capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, si è soffermato anche sui possibili effetti del taglio del cuneo fiscale e sulle misure che riguardano il bonus asilo nido e l’assegno unico, soprattutto a sostegno delle famiglie più numerose.

Dopo aver richiamato le novità in arrivo sul taglio del cuneo fiscale, inserite nell’attuale testo del DDL di Bilancio, il rapporto si sofferma sull’effetto nei confronti di lavoratori dipendenti con retribuzioni medio-basse.

La combinazione di un bonus per i redditi fino a 20.000 euro e la detrazione per quelli tra 20.000 e 32.000 euro:

“introduce un sostegno che ha un profilo sostanzialmente trapezoidale: prima, l’importo del beneficio cresce con il reddito dichiarato; poi, è costante e pari al massimo (1.000 euro annui) per i contribuenti con redditi complessivi “medi”; infine diminuisce, al ritmo di 12,5 centesimi per ogni euro di reddito aggiuntivo per i redditi complessivi superiori ai 32.000 euro fino ad annullarsi.”

Alla descrizione sull’applicazione delle misure si affiancano le ipotesi sugli effetti. Il sostegno, che è destinato esclusivamente ai lavoratori dipendenti:

“potrebbe costituire un incentivo alla partecipazione al lavoro per le persone con qualifiche e livelli di istruzione bassi.”

In questo senso, come si legge nella relazione della Banca d’Italia:

“in linea di principio, il beneficio crescente per i redditi più bassi potrebbe favorire sia l’emersione di lavoro nero sia la disponibilità ad aumentare le ore lavorate.”

Le misure potrebbero quindi da un scoraggiare il lavoro irregolare e dall’altro aumentare le ore dei soggetti con un impiego. La misura però avrebbe effetti esclusivamente nei confronti dei lavoratori dipendenti e non degli inoccupati.

Come inciderebbero le novità sul bonus asilo nido e sull’assegno unico

Oltre al taglio del cuneo fiscale, tra le altre misure inserite all’interno del DDL di Bilancio c’è l’ampliamento della platea delle famiglie che possono avere accesso al valore massimo di 3.600 euro per il bonus asilo nido.

Oltre a tale misura viene stabilito che le somme relative all’assegno unico non rilevino nel calcolo ISEE per l’accesso al bonus 1.000 euro per i nuovi nati e per il calcolo del bonus asilo nido.

Rispetto alle misure inserite nel DDL di Bilancio, con riferimento a interventi per incentivare le nascite, la Banca d’Italia osserva che uno dei principali ostacoli alla scelta di avere figli è la conciliazione di lavoro domestico e vita professionale da parte delle madri.

Rispetto agli interventi di tipo monetario viene indicato l’ampliamento dell’offerta di asili nido e dei sussidi alla frequenza come misure particolarmente efficaci per il sostegno alla natalità.

Il ribilanciamento del carico domestico e di cura, come messo in evidenza dalla Banca d’Italia, potrebbe spingere all’aumento non solo della natalità ma anche dell’occupazione femminile.

Stando alle stime contenute nella relazione della Banca d’Italia:

“Gli effetti di un incremento della copertura di asili nido fino al 33 per cento dei potenziali utenti sono maggiori di quelli ottenuti mediante un incentivo monetario, a parità di costo per le finanze pubbliche.
Gli effetti positivi sono amplificati se accompagnati da una distribuzione più equilibrata tra uomini e donne dei carichi di lavoro domestico e di cura.
Anche il potenziamento dei congedi parentali, entro i 12 mesi, può sostenere la natalità, favorendo al contempo l’occupazione femminile nel lungo periodo.”

Su quest’ultimo aspetto si è espresso, nel corso delle stesse audizioni, anche il presidente dell’INPS, Gabriele Fava.

Fava ha sottolineando che l’esclusività nell’utilizzo del congedo parentale da parte del padre potrebbe favorire il rientro delle donne nel mercato del lavoro, evitando che la prolungata assenza possa pregiudicare lo sviluppo professionale delle madri lavoratrici.

Sul potenziamento dei servizi degli asili nido la Banca d’Italia richiama invece il governo al rispetto degli impegni presi:

“Gli impegni assunti dal Governo in sede europea con il PBSMT non appaiono coerenti con il percorso prefigurato dalla legislazione vigente. Il potenziamento dell’offerta di servizi educativi alla prima infanzia costituisce infatti l’oggetto anche di norme incluse nella legge di bilancio per il 2022 e rappresenta un obiettivo del PNRR.”

A prescindere dalle misure inserite nel DDL di Bilancio 2025, quindi, sarà necessario proseguire l’operato sulle azioni che possono permettere di favorire la condizione delle lavoratrici, per favorire la conciliazione tra lavoro domestico e vita professionale.

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