L'IRPEF si trasforma in un rebus e sapere quanto si paga diventa sempre più difficile: a complicare il quadro sono anche le novità della Manovra in cantiere per il 2025. L'allarme arriva dalla Banca d'Italia e dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio nelle audizioni del 5 novembre
Tra gli obiettivi della riforma fiscale c’è la costruzione di un sistema più semplice, comprensibile e accessibile. Ma il percorso intrapreso porta nella direzione opposta.
Il calcolo dell’IRPEF si sta trasformando in un rebus, nonostante l’impianto basato su tre aliquote. E, tra taglio del cuneo fiscale e tetto alle detrazioni che prendono forma nella Manovra 2025, sapere effettivamente quanto si paga diventa un’operazione sempre più complessa.
A lanciare l’allarme sulla trasparenza del sistema tributario è sia la Banca d’Italia che l’Ufficio Parlamentare di Bilancio durante le audizioni sul Disegno di Legge di Bilancio alla Camera martedì 5 novembre.
Rebus IRPEF: con la Manovra 2025 sempre più difficile sapere quanto si paga
L’intervento diretto sull’IRPEF contenuto nella Manovra 2025 è chiaro e lineare e rientra pienamente nel percorso di semplificazione tracciato e promesso dalla riforma: vengono stabilizzate le tre aliquote introdotte a partire da quest’anno.
Ma per calcolare l’imposta effettivamente dovuta non basta una semplice operazione basata sulle tre percentuali di calcolo. E se lo sguardo si allarga, le novità contenute nell’impianto della prossima Legge di Bilancio complicano sempre di più le regole da seguire per stabilire le imposte da versare.
Accanto alla conferma dell’IRPEF nella sua versione attuale, si delinea un nuovo taglio del cuneo fiscale e contributivo che agisce sulla componente fiscale e assume diverse forme:
- un bonus per lavoratori e lavoratrici con redditi fino a 20.000 euro calcolato con tre diverse percentuali;
- una detrazione aggiuntiva per lavoro dipendente pari a 1.000 euro per i redditi tra 20.000 e 32.000 euro che, oltre questa cifra, decresce fino ad azzerarsi a 40.000 euro.
Analizzando le misure in arrivo, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio sottolinea: “La complessa interazione tra le diverse componenti del calcolo rende infatti oggettivamente difficile per il contribuente avere una chiara percezione dell’importo da ricevere o versare”.
Inoltre, per i tecnici del Parlamento, con la nuova IRPEF aumentano le disparità tra le diverse categorie di contribuenti: dipendenti, pensionati e autonomi.
Anche il calcolo delle detrazioni diventa più complesso con la nuova IRPEF
E con le novità della Manovra anche il calcolo delle detrazioni per alcune spese sostenute dai contribuenti si fa sempre più articolato: il meccanismo viene rivisto per chi ha redditi superiori a 75.000 euro con l’introduzione di un tetto massimo agli importi su cui si calcola l’agevolazione che va da 4.000 a 14.000 euro in base al numero di figli o figlie presenti nel nucleo familiare. La nuova regola dovrà, inoltre, sposarsi con il decalage delle detrazioni fiscali già previsto per coloro che hanno un reddito che supera i 120.000 euro.
Numero di figli e figlie a carico | Reddito | Tetto massimo |
---|---|---|
0 | Oltre i 75.000 euro | 7.000 euro |
Oltre i 100.000 | 4.000 euro | |
1 | Oltre i 75.000 euro | 9.800 euro |
Oltre i 100.000 | 5.600 euro | |
2 | Oltre i 75.000 euro | 6.800 euro |
Oltre i 100.000 | 11.900 euro | |
Più di 2 | Oltre i 75.000 euro | 14.000 euro |
Oltre i 100.000 | 8.000 euro |
L’intervento nasce dalla necessità di razionalizzare le cosiddette spese fiscali, tutte quelle agevolazioni, più di 600, che con diversi meccanismi riducono le imposte da versare. “Ma la sua portata limitata e la sovrapposizione con precedenti misure di contenimento suggerirebbero l’opportunità di un approccio più organico”, conclude l’Ufficio Parlamentare.
A fronte di un’esigenza concreta, la soluzione messa in campo non preannuncia grandi frutti in termini di gettito e complica ulteriormente il sistema.
L’incrocio tra vecchie e nuove regole determina un Fisco sempre meno accessibile, come sottolinea anche la Banca d’Italia che, pur apprezzando l’intervento sul taglio del cuneo fiscale e contributivo, evidenzia:
“Le misure volte a ridurre l’onere fiscale per i lavoratori dipendenti a basso reddito, le modifiche e le aggiunte all’insieme dei trasferimenti a favore delle famiglie e gli interventi in materia di oneri detraibili non rendono tuttavia il sistema di tassazione personale dei redditi e di trasferimenti sociali più semplice e trasparente.”
Rebus IRPEF: con la Manovra 2025 sempre più difficile sapere quanto si paga
E, in effetti, fin da una prima lettura le novità che la Legge di Bilancio 2025 preannuncia sul calcolo dell’IRPEF così come sul fronte delle misure per le famiglie, è il caso dell’esclusione dell’assegno unico dall’ISEE ma solo per il bonus nido, pone il sistema di tassazione e di agevolazioni in un contesto di crescente complessità.
Restando strettamente nel perimetro del Fisco, tornano alla memoria le dichiarazioni programmatiche della premier Meloni nel suo primo discorso alla Camera il 25 ottobre 2022:
“Abbiamo bisogno di meno regole, più chiare per tutti e di un nuovo rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione, perché il cittadino non si senta parte debole di fronte a uno Stato tiranno che non ne ascolta le esigenze e ne frustra le aspettative. Da questa rivoluzione copernicana dovrà nascere un nuovo patto fiscale (...)”.
Se da un lato le misure messe in cantiere, con la riforma fiscale e con la Manovra 2025, sono coerenti con il programma di Governo illustrato in quella stessa occasione, dall’altro modifiche e novità portano il sistema tributario in una dimensione del tutto opposta a quella di una rivoluzione fatta di poche e chiare regole. E, nel frattempo, per i cittadini e le cittadine il Fisco diventa sempre più incomprensibile.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Rebus IRPEF: con la Manovra 2025 sempre più difficile sapere quanto si paga