La tassazione dei premi di produttività è fissata a regime al 10 per cento in presenza di specifici requisiti: in cantiere novità sulla normativa alla base del particolare trattamento fiscale. Ma il decreto di attuazione della riforma fiscale non arriva nel Consiglio dei Ministri di oggi, 23 aprile. In via eccezionale per il 2024 l'aliquota è al 5 per cento
A regime la tassazione dei premi di produttività è fissata al 10 per cento, ma per beneficiare del particolare trattamento fiscale è necessario rispondere a determinati requisiti ed è proprio sulle condizioni da rispettare che sembrano essere in cantiere delle novità.
Nel Consiglio di Ministri di oggi, 23 aprile 2024, era atteso il testo del tredicesimo decreto attuativo della riforma fiscale. Il provvedimento toccherà IRPEF e IRES e una serie di misure per dipendenti, autonomi e professionisti. Ma intanto il testo non arriva, per ora, a Palazzo Chigi.
Stando alle anticipazioni, si profila un restyling anche per la detassazione dei bonus che nel 2024 scontano eccezionalmente un’aliquota del 5 per cento.
Per il 2025 si fa largo l’ipotesi di un accesso più ampio e flessibile e di un ritorno all’ordinario, dopo le misure temporanee degli ultimi anni.
Tassazione premi di produttività al 10 per cento: novità in arrivo dalla riforma fiscale
A dettare le regole sui premi di produttività attualmente è la Legge di Stabilità 2016, che prevede un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative addizionali per le somme erogate fino a 3.000 euro “in esecuzione dei contratti aziendali o territoriali di cui all’articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81” e in relazione a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione, misurabili e verificabili in base ai criteri stabiliti dai contratti collettivi in base a precisi indicatori. Lo stesso trattamento è previsto per le somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa.
Le condizioni di accesso alla detassazione negli ultimi anni non hanno subito particolari modifiche ma nelle ultime due Legge di Bilancio l’aliquota è stata ridotta dal 10 al 5 per cento.
Con il nuovo decreto di attuazione della riforma fiscale, si profila un ritorno alla percentuale più alta, ma con nuove regole.
Prima di tutto, secondo le bozze in circolazione, cambieranno gli indicatori da prendere in considerazione per l’erogazione dei premi di produttività: si terrà conto anche della reputazione e responsabilità sociale e della sostenibilità ambientale e diventerà rilevante anche il contesto economico e sociale di riferimento.
I risultati dovranno essere misurabili e verificabili esclusivamente sulla base di criteri definiti dalla contrattazione collettiva e riferibili al datore di lavoro, a una sua unità produttiva ovvero al gruppo di cui fa parte.
Tassazione premi di produttività al 10 per cento: novità su requisiti e procedure
In linea generale per comprendere come funziona la detassazione dei premi ai dipendenti bisogna soffermarsi sulle due parti principalmente coinvolte, il lavoratore o la lavoratrice dipendente e il datore di lavoro, e sulle procedure.
La tassazione al 10 per cento, o come per il 2024 al 5 per cento, non si applica in maniera indiscriminata, ma è accessibile solo dai dipendenti del settore privato con un reddito da lavoro dipendente nell’anno precedente fino a 80.000 euro.
E alcune novità in cantiere sembrano concentrarsi proprio sulla cornice in cui devono essere inseriti i bonus produttività.
Attualmente l’articolo 1, comma 187, della Legge numero 208 del 2015 stabilisce:
“Ai fini dell’applicazione delle disposizioni di cui ai commi da 182 a 191, le somme e i valori di cui ai commi 182 e 184 devono essere erogati in esecuzione dei contratti aziendali o territoriali di cui all’articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81.”
Le modifiche all’orizzonte dovrebbero portare a un passaggio normativo integrato con nuovi dettagli sui contratti e con l’apertura alla detassazione anche in assenza di una contrattazione aziendale, ma in esecuzione di un contratto collettivo territoriale di settore, di un contratto collettivo territoriale che l’azienda ritiene aderente alla propria realtà.
Si profila, quindi, per i premi di produttività un futuro segnato da un ritorno all’aliquota del 10 per cento ma anche da una maggiore flessibilità di applicazione e da un raggio d’azione più ampio con l’inserimento di nuovi indicatori.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Tassazione premi di produttività al 10 per cento: novità in cantiere su requisiti e procedure