Concordato preventivo biennale, verso la pace fiscale? Ipotesi ravvedimento speciale dal 2018 al 2023

Anna Maria D’Andrea - Dichiarazione dei redditi

Concordato preventivo biennale, pace fiscale per il pregresso? In campo il ravvedimento speciale per gli anni dal 2018 al 2023: imposte ridotte sui redditi non dichiarati. La novità in un emendamento al decreto Omnibus

Concordato preventivo biennale, verso la pace fiscale? Ipotesi ravvedimento speciale dal 2018 al 2023

Concordato preventivo biennale con pace fiscale per il pregresso.

Arriva, in extremis, una nuova proposta di modifica al patto tra Fisco e partite IVA, con un emendamento al decreto Omnibus che punta a far crescere le adesioni, per effetto di un ravvedimento speciale sui redditi non dichiarati.

La proposta è di includere nel concordato preventivo biennale anche i redditi non dichiarati per il periodo dal 2018 al 2023: una pace fiscale che consentirebbe di sanare le omissioni dichiarative versando una flat tax dal 10 al 15 per cento, sulla base del punteggio ISA.

Concordato preventivo biennale, verso la pace fiscale? Ipotesi ravvedimento speciale dal 2018 al 2023

L’obiettivo resta sempre lo stesso: rendere sempre più attrattivo il concordato preventivo biennale, arrivati ormai agli ultimi giri di boa per le adesioni.

C’è tempo fino al 31 ottobre per valutare le proposte del Fisco per il biennio 2024-2025. Settembre è partito con i nuovi calcoli di convenienza, dopo i correttivi ufficializzati nel pieno del periodo estivo e che tra le altre cose hanno introdotto la flat tax sui maggiori redditi concordati.

Le ulteriori modifiche in campo potrebbero nuovamente rimescolare le carte, non tanto in merito alle valutazioni future quando alle possibilità di sanare situazioni di irregolarità pregresse.

Stando alle novità emerse negli ultimi giorni e pubblicate dall’ANSA, un emendamento al decreto Omnibus firmato da FdI (Fausto Orsomarso), Lega (Massimo Garavaglia) e Forza Italia (Dario Damiani) prevede di introdurre una forma di ravvedimento speciale dal 2018 al 2023, consentendo quindi di regolarizzare redditi omessi.

Sui redditi aggiuntivi dichiarati, in caso di adesione al concordato preventivo biennale entro il 31 ottobre, verrebbe consentito di versare una flat tax parametrata sulla base del punteggio ISA.

Il meccanismo dovrebbe quindi essere lo stesso già previsto in relazione al reddito incrementale concordato:

Flat tax CPB - AliquoteTipologia di contribuente
3% Contribuenti in regime forfettario startup
10% Contribuenti in regime forfettario e ISA con punteggio superiore a 8
12% Contribuenti ISA con punteggio compreso tra 6 e 8
15% Contribuenti ISA con punteggio inferiore a 6

Concordato preventivo biennale, pace fiscale sui redditi non dichiarati ancora più conveniente per 2020 e 2021

Alle regole previste per il quinquennio 2018-2023 si affiancano quelle ancor più vantaggiose che si punta ad introdurre per gli anni dell’emergenza Covid.

In caso di dichiarazione di redditi omessi relativi all’annualità 2020 e 2021, l’imposta sostitutiva dovuta verrebbe ridotta ulteriormente del 30 per cento.

Un ravvedimento speciale ultra agevolato insomma, con l’obiettivo di fare del concordato preventivo biennale la nuova pace fiscale tra contribuenti e Erario. Una vera a propria sanatoria che, qualora approvata in via ufficiale, aumenterebbe l’appeal del concordato più come via per il “condono del pregresso” che come scommessa per il futuro e strumento di compliance fiscale.

L’esame degli emendamenti al decreto Omnibus partirà in settimana e sarà quindi necessario attendere per capire quale sarà il destino della proposta sostenuta dai principali partiti di maggioranza.

Quel che è certo è l’obiettivo finale: massimizzare gli incassi che deriveranno dal concordato preventivo biennale, con il fine di individuare coperture per la Legge di Bilancio 2025 e per i nuovi tasselli della riforma fiscale. Anche a costo di “strizzare l’occhio” a chi ha evaso.

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