Concordato preventivo biennale, nuova pace fiscale con applicazione di una flat tax ultra ridotta dal 2018 al 2022. La novità è ufficiale: come funziona e quanto bisognerà pagare
Con il concordato preventivo biennale arriva una pace fiscale ultra agevolata.
Per le partite IVA che entro il 31 ottobre aderiranno al patto con il Fisco, entra in campo la possibilità di sanare irregolarità dichiarative per gli anni dal 2018 al 2022.
Un ravvedimento speciale super agevolato, con possibilità di far emergere redditi evasi versando una flat tax dal 10 al 15 per cento, non sull’intero importo ma solo su una quota variabile dal 5 al 50 per cento, sulla base del punteggio ISA.
Il patto tra Fisco e partite IVA si trasforma in un condono vero e proprio, dando una nuova e più controversa accezione alla “compliance”, obiettivo alla base del nuovo strumento.
Concordato preventivo biennale, arriva la pace fiscale: come funziona il ravvedimento dal 2018 al 2022
La novità è in particolare contenuta in un emendamento della maggioranza al decreto Omnibus, approvato in Commissione al Senato, che prevede l’avvio di un ravvedimento speciale in caso di adesione al concordato preventivo biennale.
Una misura che si applicherà alle irregolarità dichiarative degli anni dal 2018 al 2022, consentendo di fatto di far emergere redditi non dichiarati sui quali versare un’imposta ridotta e agevolata.
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Nello specifico, la pace fiscale consentirebbe alle partite IVA che hanno applicato gli ISA di sanare le omissioni dichiarative versando una flat tax dal 10 al 15 per cento, con benefici calcolati sulla base del punteggio di affidabilità fiscale.
La flat tax per regolarizzare le omissioni dichiarative è pari al:
- 10 per cento, se nel singolo periodo d’imposta il livello di affidabilità fiscale è pari o superiore a 8;
- 12 per cento, se nel singolo periodo d’imposta il livello di affidabilità fiscale è pari o superiore a 6 ma inferiore a 8;
- 15 per cento, se nel singolo periodo d’imposta il livello di affidabilità fiscale è inferiore a 6.
La sanatoria riguarda anche l’IRAP, dovuta nella misura fissa del 3,9 per cento.
L’obiettivo resta sempre lo stesso: rendere sempre più attrattivo il concordato preventivo biennale, arrivati ormai agli ultimi giri di boa per le adesioni.
C’è tempo fino al 31 ottobre per valutare le proposte del Fisco per il biennio 2024-2025.
Settembre è partito con i nuovi calcoli di convenienza, dopo i correttivi ufficializzati nel pieno del periodo estivo e che tra le altre cose hanno introdotto la flat tax sui maggiori redditi concordati. Dal 20 settembre l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione un prospetto personalizzato per valutarne i vantaggi.
Pace fiscale per chi firma il patto con il Fisco: flat tax solo su una quota del reddito emerso
A rendere ancora più vantaggiosa l’adesione al concordato e, conseguentemente, alla nuova pace fiscale, è la contestuale previsione di una riduzione della base imponibile sulla quale applicare le diverse percentuali di flat tax.
Nel dettaglio, l’emendamento approvato prevede che la base di calcolo dell’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e delle relative addizionali è costituita dalla differenza tra il reddito d’impresa o di lavoro autonomo già dichiarato in ciascuna annualità e l’incremento dello stesso calcolato nella misura del:
- 5 per cento per i soggetti con punteggio ISA pari a 10;
- 10 per cento per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore ad 8 e inferiore a 10;
- 20 per cento per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 6 e inferiore a 8;
- 30 per cento per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 4 e inferiore a 6;
- 40 per cento per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 3 e inferiore a 4;
- 50 per cento per i soggetti con punteggio ISA inferiore a 3.
Ai fini IRAP, la base imponibile è costituita dalla differenza tra il valore della produzione netta già dichiarato in ciascuna annualità e l’incremento dello stesso calcolato secondo le percentuali di cui sopra.
Il meccanismo premia quindi le partite IVA più affidabili, sulla base del punteggio ISA, non solo sul fronte del valore della flat tax dovuta ma anche sulla quota di reddito tassabile.
In ogni caso, per l’adesione al ravvedimento è previsto un minimo di 1.000 euro da pagare, ai fini della regolarizzazione dei redditi evasi. Prevista la possibilità di rateizzazione, con un massimo di 24 quote.
Concordato preventivo biennale, pace fiscale sui redditi non dichiarati ancora più conveniente per 2020 e 2021
Alle regole previste per il quinquennio 2018-2022 si affiancano quelle ancor più vantaggiose che si punta per gli anni dell’emergenza Covid.
In caso di dichiarazione di redditi omessi relativi all’annualità 2020 e 2021, l’imposta sostitutiva dovuta verrebbe ridotta ulteriormente del 30 per cento.
Un ravvedimento speciale ultra agevolato insomma, con l’obiettivo di fare del concordato preventivo biennale la nuova pace fiscale tra contribuenti e Erario.
Alla pace fiscale si affianca in ogni caso un allungamento dei termini di decadenza per l’accertamento: per quelli in scadenza dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2026, viene prevista la proroga di un anno e quindi fino al 31 dicembre 2027.
Versamento entro il 31 marzo 2025: rateizzazione in 24 quote
Ci sarà tempo fino al 31 marzo 2025 per pagare le imposte sui redditi emersi, con possibilità di versare anche a rate il quantum dovuto, in un massimo di 24 quote mensili.
In caso di pagamento rateale, l’opzione, per ciascuna annualità, si perfeziona mediante il pagamento di tutte le rate.
Il ravvedimento speciale non sarà ammissibile in caso di versamento dopo la notifica da parte dell’Agenzia delle Entrate di processi verbali di constatazione o schemi di atto di accertamento, di cui all’articolo 6-bis della legge 27 luglio 2000, n. 212, ovvero di atti di recupero di crediti inesistenti.
Per il solo periodo di imposta 2018, il ravvedimento non si perfeziona se sono stati notificati processi verbali di constatazione o schemi di atto di accertamento, di cui all’articolo 6-bis della legge 27 luglio 2000, n. 212, ovvero di atti di recupero di crediti inesistenti entro la data di conversione del decreto Omnibus.
Questi alcuni dei dettagli contenuti nell’emendamento approvato, fermo restando che per l’avvio della pace fiscale sarà necessario attendere un successivo provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.
Quel che è certo è l’obiettivo finale: massimizzare gli incassi che deriveranno dal concordato preventivo biennale, con il fine di individuare coperture per la Legge di Bilancio 2025 e per i nuovi tasselli della riforma fiscale. Anche a costo di “strizzare l’occhio” a chi ha evaso.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Nuova pace fiscale in arrivo: come funziona il ravvedimento dal 2018 al 2022