Pensione anticipata: più incentivi per chi resta al lavoro

Francesco Rodorigo - Pensioni

Per il 2025 si punta a frenare l'uscita anticipata. Il Governo sta lavorando ad interventi per rendere più conveniente rinviare la pensione. Si ragiona su incentivi per restare al lavoro, a partire dal potenziamento del bonus maroni

Pensione anticipata: più incentivi per chi resta al lavoro

Più incentivi per restare al lavoro anche alla maturazione dei requisiti per la pensione anticipata.

Questo uno degli interventi allo studio del Governo in vista della Legge di Bilancio 2025.

Tra le possibilità, come anticipato da ANSA, ci sarebbe il potenziamento del bonus Maroni, con l’esenzione fiscale per i contributi o la riduzione della tassazione.

Pensione anticipata: più incentivi per chi resta al lavoro

Tra gli obiettivi del Governo per la prossima Manovra c’è anche quello legato al contenimento della spesa previdenziale per evitare che, assieme a bassa natalità e irregolarità contributiva, possa mettere in crisi il sistema.

Sul fronte previdenziale, infatti, si ragiona su possibili interventi che incentivino la permanenza al lavoro e che quindi rendano più conveniente posticipare la pensione.

Questo perché, come evidenziato dal XXIII rapporto annuale INPS, a pesare sulla spesa previdenziale e sul sistema è soprattutto l’età media di accesso alla pensione (64,2 anni) elevata rispetto agli standard europei, ma comunque inferiore all’età legale prevista dalla normativa, cioè 67 anni.

Per questo motivo il Governo sta lavorando a interventi che possano allungare l’età lavorativa, a partire dalla probabile conferma per il 2025 delle misure in vigore: Ape sociale, Opzione Donna e Quota 103, comprese le regole più restrittive introdotte quest’anno.

Tra gli interventi in cantiere, come anticipato da ANSA, c’è anche quello legato all’introduzione di incentivi per favorire la permanenza al lavoro anche dopo la maturazione dei requisiti per la pensione anticipata.

Una misura simile è già in vigore da 2 anni: si tratta del cosiddetto bonus Maroni, che permette a lavoratori e lavoratrici che posticipano il pensionamento di ottenere in busta paga a i contributi a loro carico (il 9,19 per cento della retribuzione) rinunciando all’accredito sul proprio montante contributivo.

Misura che però non ha portato i risultati sperati, date le poche adesioni, legate soprattutto alla scarsa convenienza dal punto di vista fiscale.

Bonus maroni con esenzioni fiscali o riduzione della tassazione

I possibili correttivi per rendere più appetibile la misura andrebbero quindi a modificare questo aspetto.

Il Governo starebbe, infatti, ragionando su una possibile esenzione fiscale da applicare a tale bonus oppure sulla riduzione della tassazione.

Un’altra possibilità, prevede una contribuzione figurativa sulla parte di stipendio frutto del bonus, che permetterebbe quindi il mantenimento della quota di pensione piena.

Soluzione questa che potrebbe essere estesa anche ai lavoratori e alle lavoratrici che, anche se non hanno i requisiti per quota 103, maturano 42 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età. In questo caso però servirebbero più risorse economiche.

Un altro aspetto disincentivante, ma sul quale non sembrano esserci interventi in cantiere, riguarda la decorrenza del bonus. Si applicano, infatti, le stesse finestre mobili previste per quota 103: 7 mesi per i dipendenti privati e 9 mesi per quelli della pubblica amministrazione.

Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network