Un subemendamento approvato in commissione bilancio al Senato stabilisce che sarà possibile riscattare fino a 10 anni a fini pensionistici. Ecco tutto quello che c'è da sapere.
Pensioni, l’uscita dal mondo del lavoro si avvicina: la commissione bilancio al Senato ha approvato un subemendamento che consente ai contribuenti di riscattare fino a 10 anni ai fini pensionistici.
Il subemendamento va a modificare le regole stabilite con quota 100 circa il riscatto ai fini pensionistici.
Oltre a questa novità il Governo sta lavorando per cercare di riformare il sistema previdenziale introducendo quota 41 per tutti e non solo per coloro che si trovano in una situazione di difficoltà come i caregivers o i disoccupati.
Ma vediamo nel dettaglio cosa prevede il subemendamento approvato dalla commissione bilancio al Senato.
Pensioni più vicine: sarà possibile riscattare fino a 10 anni
La commissione bilancio al Senato ha approvato un subemendamento che introduce l’aumento da 5 a 10 anni del riscatto ai fini pensionistici dei periodi non coperti da contribuzione dedicata.
Questo subemendamento darà la possibilità ai contribuenti che al 31 dicembre 1995 non hanno maturato un’anzianità contributiva e che non sono titolari di pensione, di richiedere il riscatto del periodo contributivo mancante fino ad un periodo di tempo massimo di 120 mesi, anche non continuativi.
Per far sì che questa disposizione entri ufficialmente in vigore bisogna attendere, però, il voto definitivo in aula.
Ma questa non è l’unica novità che riguarda il sistema previdenziale, il Governo sta lavorando, infatti, ad un altro progetto per consentire ai contribuenti di uscire prima dal mondo del lavoro.
Pensioni, ultime novità: dopo quota 100, quota 41 per tutti
Un’altra novità a cui sta lavorando il Governo, in tema di riforma previdenziale, riguarda la possibile introduzione di quota 41 per tutti.
La misura potrebbe essere introdotta una volta che quota 100 sarà portata a scadenza nel 2021.
La suddetta misura consentirebbe a tutti i lavoratori che hanno versato almeno 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica, di andare in pensione anticipatamente.
Questa ipotesi, però, dovrà essere attentamente valutata dall’Esecutivo, poiché tale scelta potrebbe portare ad un aumento improvviso dei costi dato dalla richiesta all’ultimo minuto dei contribuenti di aderire al sistema vigente per non perdere quanto acquisito sino a quel momento.
Non ci resta ora solo che aspettare e vedere cosa deciderà di fare il Governo per riformare il sistema previdenziale e superare così la Legge Fornero.
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