Il DL Milleproroghe 2025 rinvia le scadenze solo per il Fisco: dichiarazione dei redditi in ritardo

Anna Maria D’Andrea - Dichiarazione dei redditi

Slitta l'avvio della dichiarazione dei redditi. Questo l'effetto di alcune delle novità inserite nella legge di conversione del Milleproroghe 2025, che tra sorprese e promesse mancate rinvia le scadenze solo per il Fisco

Il DL Milleproroghe 2025 rinvia le scadenze solo per il Fisco: dichiarazione dei redditi in ritardo

Il DL Milleproroghe 2025 riscrive il calendario delle scadenze ma, oltre alle novità relative alla rottamazione quater, i rinvii giocano solo a favore del Fisco.

Così è perlomeno se si guarda al nuovo calendario relativo alla dichiarazione dei redditi, con i tempi di avvio che si dilatano e che slittano di alcune settimane.

La novità è contenuta nell’emendamento “salvagente” per i decaduti dalla rottamazione delle cartelle, lo stesso che in prima battuta rinviata dal 31 luglio al 30 settembre il termine per aderire al concordato preventivo biennale.

I tempi per l’accesso al patto con il Fisco restano però immutati, per il momento. Dall’emendamento originario presentato dai Relatori rimane però la riscrittura delle scadenze che chiamano in causa l’Agenzia delle Entrate e che interessano in particolare la dichiarazione dei redditi.

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Il DL Milleproroghe 2025 rinvia le scadenze solo per il Fisco: dichiarazione dei redditi in ritardo

Il voto sugli emendamenti al DL Milleproroghe 2025 è stato al centro di non poche polemiche e il testo licenziato in Senato nella serata del 13 febbraio non “centra” molte delle promesse e degli annunci fatti negli ultimi giorni.

Lo stop alla proroga del concordato preventivo biennale è, sul fronte fiscale, uno dei tempi più critici. Il 10 febbraio era stato presentato un emendamento dei Relatori che rinviata a fine settembre la scadenza per l’adesione, proposta successivamente ritirata, ma non completamente.

L’emendamento in oggetto ridefiniva anche le scadenze che interessano il Fisco, in particolare sul fronte delle tempistiche di avvio della stagione dichiarativa. Queste modifiche sono state inserite anche nella versione riformulata dell’emendamento, lo stesso che riapre i termini della rottamazione quater.

Consultando quindi il testo emendato del DL Milleproroghe 2025 si legge che, con le modifiche inserite all’articolo 3-bis, Riammissione alla definizione agevolata di cui all’articolo 1, commi da 231 a 252, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, e altri differimenti in materia di dichiarazioni fiscali, i tempi legati alla dichiarazione dei redditi vengono così ridefiniti:

  • per l’anno 2025, i termini per l’approvazione e la disponibilità in formato elettronico dei modelli di dichiarazione dei redditi e IRAP slittano al 17 marzo, rispetto al termine ordinario del 28 febbraio;
  • per l’anno 2025, la data a partire dalla quale possono essere presentate le dichiarazioni dei redditi e IRAP è rinviata al 30 aprile 2025, rispetto alla data del 15 aprile prevista nell’ambito della riforma fiscale;
  • per l’anno 2025, i programmi informatici per la compilazione degli ISA e per l’invio dei dati per l’elaborazione della proposta di concordato sono resi disponibili entro il 30 aprile, e non entro la data ordinaria del 15 aprile.
ScadenzaPrimaDopo
Data ultima per il Fisco per la messa a disposizione dei programmi per l’adesione al concordato e per la compilazione degli ISA 15 aprile 30 aprile 2025
Data di pubblicazione dei modelli definitivi di dichiarazione dei redditi 28 febbraio 17 marzo 2025
Data a partire dalla quale sarà possibile presentare la dichiarazione dei redditi 15 aprile 30 aprile 2025

Un “ritocco” alle scadenze fiscali solo a beneficio dell’Agenzia delle Entrate. Restano al momento immutati i termini per i contribuenti, sia sul fronte della dichiarazione dei redditi - da presentare entro il 31 ottobre - che per quel che riguarda il concordato, con adesione da formulare entro il 31 luglio.

Le promesse mancate del Milleproroghe 2025, dal concordato alle auto aziendali

Il Milleproroghe mette quindi su un piano ben diverso gli adempimenti che interessano i contribuenti e quelli che invece riguardano la Pubblica Amministrazione.

Il concordato è l’esempio più lampante. Nonostante le richieste avanzate a più riprese dal mondo professionale, con il Consiglio Nazionale dei Commercialisti che ha lanciato il monito sul poco tempo a disposizione per la nuova tornata di patto con il Fisco, le regole restano al momento immutate. Di contro però, come abbiamo visto, slitta in avanti la data a partire dalla quale si potrà effettivamente calcolare la convenienza dell’adesione alla misura per il prossimo biennio.

Si tratta però solo di una delle promesse mancate. Resta fuori dal Milleproroghe la “salvaguardia” per le auto aziendali ordinate entro il 31 dicembre 2024 ma immatricolate nel 2025. Anche in questo caso si applicheranno le più gravose regole di tassazione introdotte con la Manovra.

Nessun rinvio anche per l’obbligo di stipula delle polizze catastrofali per le imprese, nonostante gli annunci. Sarà corsa contro il tempo per adempiere all’obbligo entro il 31 marzo 2025.

Se invece si torna a guardare alle proroghe che avvantaggiano l’Erario, non si può che evidenziare la “salvaguardia” prevista per i comuni che non hanno rispettato le scadenze per l’approvazione e la pubblicazione delle delibere per il calcolo IMU 2024. Si considerano valide quelle trasmesse fino al 7 febbraio, con il conseguente obbligo per i contribuenti con immobili situati nel territorio gli Enti salvati in corner di ricalcolare e versare il conguaglio dovuto entro il 28 febbraio.

Un ulteriore rinvio che coinvolge direttamente la PA è relativo all’avvio dell’obbligo di fattura elettronica per i medici: il divieto si allunga fino al 31 dicembre 2025, anche considerando che ad oggi non è ancora stato sciolto il nodo sulla privacy.

Sulle scadenze si crea quindi un “doppio binario”, che impone in molti casi una corsa contro il tempo per cittadini e imprese, mentre al contrario c’è sempre spazio per deroghe e aperture se ad esserne coinvolti sono Enti e pubbliche amministrazioni. Il DL Milleproroghe lo conferma.

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