Fattura elettronica per prestazioni sanitarie: divieto in scadenza e futuro incerto

Scade il 31 marzo 2025 il divieto di fatturazione elettronica per le prestazioni sanitarie. Ma quest'anno per i medici e tutti gli altri operatori il panorama è ancora meno chiaro degli altri anni: si va verso una esclusione definitiva?

Fattura elettronica per prestazioni sanitarie: divieto in scadenza e futuro incerto

Il divieto di emettere fattura elettronica per le prestazioni sanitarie ha una storia lunga. E la mini proroga con scadenza 31 marzo 2025, approvata con il DL Milleproroghe, non sembra rappresentare il capitolo finale di questa saga iniziata nel 2019. Tutt’altro.

L’estensione breve delle regole in vigore, rinnovate anno dopo anno, lasciava intravedere un graduale accompagnamento di medici e operatori sanitari verso la fatturazione elettronica. Ma in questo primo mese dell’anno non sono stati fatti passi avanti con istruzioni operative o chiarimenti.

E, anzi, i lavori di conversione in legge del DL n. 202 del 2024 mettono in campo l’ipotesi di una esclusione definitiva dei dati sanitari dal Sistema di Interscambio.

Fattura elettronica per prestazioni sanitarie 2025: ancora una proroga o esclusione definitiva?

È difficile intravedere la parola “fine” per la diatriba che vede protagoniste la fattura elettronica e le prestazioni sanitarie. Ma sembra essere questo l’obiettivo di un emendamento al DL Milleproroghe che punta a confermare in maniera strutturale il divieto che dal 2019 è stato rinnovato a ogni fine anno.

Articolo 10 bis del Decreto Legge n. 119 del 2018
“Per i periodi d’imposta 2019, 2020, 2021, 2022, 2023 e 2024, i soggetti tenuti all’invio dei dati al Sistema tessera sanitaria, ai fini dell’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata, ai sensi dell’articolo 3, commi 3 e 4, del decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175, e dei relativi decreti del Ministro dell’economia e delle finanze, non possono emettere fatture elettroniche ai sensi delle disposizioni di cui all’articolo 1, comma 3, del decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 127, con riferimento alle fatture i cui dati sono da inviare al Sistema tessera sanitaria”.

Valido anche per i “soggetti che non sono tenuti all’invio dei dati al Sistema tessera sanitaria, con riferimento alle fatture relative alle prestazioni sanitarie effettuate nei confronti delle persone fisiche” e prorogato dal DL Milleproroghe fino al 31 marzo 2025.

La ragione che tiene medici e altri operatori sanitari fuori dal flusso delle e-fatture è la tutela della privacy, tallone d’Achille del Sistema di Interscambio fin dal suo debutto.

Fattura elettronica e prestazioni sanitarie 2025: una saga che dura da anni

Il dibattito sull’opportunità di far transitare ha animato gli ultimi mesi di vita dei documenti cartacei: dall’esonero iniziale si è arrivati a un vero e proprio divieto con l’impegno di trovare soluzioni ed equilibrio tra digitalizzazione e privacy.

La Legge di Bilancio 2019 ha agito in due direzioni:

  • da una parte ha vietato ai medici di emettere fatture elettroniche;
  • dall’altra ha affidato al Ministro dell’Economia e delle Finanze, insieme al Ministero della Salute, il compito di consultare il Garante della privacy e definire delle regole per includere anche gli operatori sanitari nel sistema.

Dopo 5 anni d’attesa, il botta e risposta con il Garante per la privacy si è concluso e il provvedimento è stato firmato a gennaio 2024 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il mese successivo, ma non ha portato delle soluzioni concrete né ha posto fine ai rimandi.

Fattura elettronica con dati sanitari: cosa succede dal 1° aprile 2025?

E nonostante la mini proroga, solo per i primi tre mesi del 2025, lasciasse intravedere un percorso di accompagnamento alla fatturazione elettronica anche per le prestazioni sanitarie, appare necessario scrivere ancora un nuovo capitolo.

Fino a questo momento nessuna soluzione nuova è stata messa in campo o in cantiere per avere dei documenti elettronici privacy friendly.

E la stessa Agenzia delle Entrate, nell’audizione che si è tenuta il 21 gennaio 2025 nell’ambito dei lavori di conversione del DL Milleproroghe, suggerisce “l’opportunità di considerare l’ipotesi di estendere tale divieto a tutto il 2025, se non, addirittura, di renderlo definitivo mediante l’emanazione di una norma a regime”.

Una posizione che incontra anche il favore della categoria, in particolare della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri che nella stessa sede ha chiesto una estensione del divieto a tutto il 2025.

I lavori sulla conversione in legge del DL n. 202 del 2024 sono ancora nella prima fase: gli emendamenti presentati fino al 22 gennaio devono essere analizzati e approvati e il testo dovrebbe arrivare al Senato, rinnovato con le modifich,e l’11 febbraio.

Senza un ulteriore intervento, però, il 1° aprile i medici passerebbero da un divieto a un obbligo senza nessuna fase transitoria e il salto drastico sarebbe in aperto contrasto con la lunga attesa alla ricerca di soluzioni e di equilibri.

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