Il rinvio della scadenza per il concordato preventivo biennale 2025-2026 esce dal DL Milleproroghe. Le ultime novità, in attesa del voto agli emendamenti in Commissione Affari Costituzionali del Senato

Il rinvio della scadenza per aderire al concordato preventivo biennale è destinato a rimanere fuori dal DL Milleproroghe 2025.
L’emendamento dei Relatori che interessava sia il patto con il Fisco che la riapertura della rottamazione quater è stato ritirato. La notizia è arrivata dopo la seduta dei lavori della Commissione Affari Costituzionali del Senato dell’11 febbraio.
Nella giornata odierna è attesa la riformulazione dell’emendamento, che interesserà però solo la riapertura della rottamazione per i decaduti. Stop, per il momento, al nuovo calendario del concordato preventivo 2025.
Concordato preventivo 2025, salta il rinvio della scadenza nel DL Milleproroghe
Nessuna revisione, per il momento, alle scadenze del concordato preventivo biennale.
Nel lavoro di limatura agli emendamenti del DL Milleproroghe proposti dai Relatori, frutto dell’accordo tra Governo e partiti di maggioranza, non trova spazio la ridefinizione dei termini di adesione. Per il momento quindi la scadenza resta ancorata alla data del 31 luglio, ma non si escludono ulteriori sviluppi.
A sollecitare nuovamente un ritocco alle scadenze è il Consiglio Nazionale dei Commercialisti. Il comunicato stampa diramato dal CNDCEC oggi, 12 febbraio, ribadisce la necessità di una proroga:
“La nostra richiesta – spiega il presidente del Consiglio nazionale della categoria, Elbano de Nuccio - è motivata dalla circostanza che l’attuale temine, previsto per il 31 luglio, cade nel periodo dell’anno in cui gli studi professionali sono già congestionati dagli ordinari adempimenti connessi alla determinazione e liquidazione delle imposte dei loro assistiti. L’adesione al CPB presuppone la definitività dei dati del periodo di imposta precedente e un fitto dialogo con il contribuente che si impegna per un biennio e quindi deve effettuare la scelta nella piena consapevolezza degli impegni che assume, delle premialità dell’istituto ma anche delle numerose fattispecie di cessazione e decadenza e delle relative conseguenze. È evidente che tale processo richiede tempo che, con l’attuale termine, semplicemente non c’è e ciò rischia di minare le finalità per le quali il CPB è stato introdotto nell’ordinamento”.
La proroga, evidenzia inoltre il Presidente De Nuccio, non creerebbe difficoltà sul fronte dei flussi di gettito, considerando che il termine di versamento degli acconti del primo anno concordatario resta comunque confermato al 30 novembre.
Concordato preventivo biennale, cosa prevedeva l’emendamento
Il patto con il Fisco è tornato sotto i riflettori non solo per i malumori all’interno della stessa maggioranza di Governo, con la Lega che ne evidenzia l’insuccesso e richiama in campo la flat tax incrementale. In sede di conversione del DL Milleproroghe era stato presentato un pacchetto di novità richieste a più riprese dai commercialisti in relazione alle scadenze.
In particolare, l’emendamento depositato il 10 febbraio rivedeva i termini di adesione, con una nuova revisione alle tempistiche previste a regime.
Per il biennio 2025-2026 era previsto il rinvio dal 31 luglio al 30 settembre, data fissata all’ultimo giorno del nono mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta, per i soggetti con periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare.
A cambiare era però anche la data di partenza.
L’emendamento dei Relatori al DL Milleproroghe, lo stesso che riapriva la rottamazione delle cartelle, spostava al 30 aprile la data ultima per il Fisco ai fini della messa a disposizione dei programmi per l’adesione al concordato. Un rinvio di due settimane rispetto alle tempistiche previste dal decreto legislativo n. 13/2024 che interessava anche la messa a disposizione dei programmi per la compilazione degli ISA.
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Non solo concordato, fuori dal DL Milleproroghe anche la dichiarazione dei redditi 2025
L’emendamento dei Relatori riscriveva anche le tempistiche relative alla dichiarazione dei redditi 2025.
Oltre al rinvio della data di pubblicazione dei software per gli ISA, si ritoccava anche la data di pubblicazione dei modelli definitivi di dichiarazione dei redditi.
Il termine del 28 febbraio veniva spostato al 17 marzo 2025, una modifica con effetto a cascata anche sulla data di avvio della fase di presentazione.
Scadenza | Prima | Dopo | Note |
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Termine ultimo per l’adesione al concordato | 31 luglio 2025 | 30 settembre 2025 | Per i soggetti con periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare, il termine è fissato all’ultimo giorno del nono mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta. |
Data ultima per il Fisco per la messa a disposizione dei programmi per l’adesione al concordato | 15 aprile | 30 aprile 2025 | Rinvio di due settimane rispetto alle tempistiche previste dal decreto legislativo n. 13/2024 |
Data di pubblicazione dei modelli definitivi di dichiarazione dei redditi | 28 febbraio 2025 | 17 marzo 2025 | |
Data a partire dalla quale sarà possibile presentare la dichiarazione dei redditi | 15 aprile 2025 | 30 aprile 2025 |
Una serie di modifiche che per il momento tornano nel cassetto, in attesa di ulteriori possibili sviluppi.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Concordato preventivo 2025, salta il rinvio della scadenza nel DL Milleproroghe