Partite IVA: aumentano importi e limiti per l’accesso all’ISCRO 2025

Tommaso Gavi - Leggi e prassi

Come cambiano gli importi dell'ISCRO 2025 per le partite IVA? Dai requisiti al calcolo, con un focus su come fare domanda

Partite IVA: aumentano importi e limiti per l'accesso all'ISCRO 2025

Per il 2025 gli importi dell’ISCRO sono rivalutati rispetto all’anno precedente.

Le partite IVA devono infatti prendere in considerazione le somme e i limiti indicati dall’INPS nella circolare n. 25/2025.

Per l’accesso alla cassa integrazione per i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata dell’INPS si deve prendere come riferimento il reddito dichiarato nell’anno che precede la presentazione della domanda, che non può superare 12.648 euro.

Con la rivalutazione sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati rispetto all’anno precedente viene rideterminato anche l’importo mensile.

Per il 2025 non può essere inferiore a 252 euro e superiore a 806,40 euro.

ISCRO: cos’è e come funziona la cassa integrazione per le partite IVA

L’ISCRO, l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, è un’agevolazione che spetta alle partite IVA nel rispetto di determinati requisiti.

Si tratta della cosiddetta “cassa integrazione per i lavoratori autonomi”, introdotta dalla Legge di Bilancio 2021, in via sperimentale per il triennio 2021-2023 e riconfermata in maniera strutturale dalla Legge di Bilancio 2024.

Entro la scadenza del 31 ottobre prossimo i soggetti iscritti alla Gestione separata dell’INPS possono presentare la domanda, secondo i requisiti previsti per l’anno in corso e tenendo conto dei limiti indicati dall’INPS.

Partite IVA: aumentano importi e limiti per l’accesso all’ISCRO 2025

Come anticipato, dal 2024 l’ISCRO è una misura strutturale. Gli importi fissati dalla Legge di Bilancio 2024 sono rivalutati annualmente.

Aumentano quelli per l’accesso all’ISCRO 2025. Per l’anno in corso si deve prendere a riferimento il reddito dichiarato nell’anno che precede la presentazione della domanda, pari a 12.648 euro.

L’importo è annualmente rivalutato sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati rispetto all’anno precedente.

Rispetto allo scorso anno cambiano anche gli importi mensili dell’ISCRO. La somma non può essere inferiore a 252 euro e superiore a 806,40 euro.

I valori di riferimento per quest’anno sono stati indicati nella circolare INPS n. 25/2025.

Nel rispetto dei requisiti previsti, l’importo mensile verrà erogato per il periodo di sei mensilità e non comporta accredito di contribuzione figurativa. Dallo scorso anno la somma concorre alla formazione del reddito ai sensi del TUIR.

ISCRO 2025: requisiti e durata

Il comma 143 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2024 stabilisce i requisiti da rispettare per beneficiare dell’agevolazione.

Le condizioni da rispettare sono le seguenti:

  • non essere titolari di trattamento pensionistico diretto e non essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;
  • non essere beneficiari di Assegno di inclusione di cui al decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85;
  • aver prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, inferiore al 70 per cento della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei due anni precedenti all’anno precedente alla presentazione della domanda;
  • aver dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore a 12.648 euro;
  • essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria;
  • essere titolari di partita IVA attiva da almeno tre anni, alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale in corso.

Tali requisiti devono essere mantenuti per l’intera durata di percezione dell’ISCRO.

ISCRO: come fare domanda all’INPS

L’ISCRO spetta alle partite IVA a partire dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda.

L’istanza deve essere presentata dal soggetto interessato all’INPS, per via telematica, entro la scadenza del 31 ottobre di ciascun anno di fruizione.

Nella domanda devono essere autocertificati i redditi prodotti per gli anni presi in considerazione.

Si può compilare l’istanza accedendo alla sezione “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”, scrivendo il titolo nella barra di ricerca del sito dell’INPS.

In alternativa si potrà seguire le istruzioni del seguente percorso:

  • “Sostegni, sussidi ed indennità”;
  • “Esplora Sostegni, Sussidi e Indennità”;
  • selezionare la voce “Vedi tutti” nella sezione “Strumenti”;
  • “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”;
  • dopo l’autenticazione, selezionare la voce “Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO)”.

In ogni caso è necessario accedere all’area riservata del sito INPS, tramite le proprie credenziali:

L’istanza potrà essere presentata anche telefonicamente, chiamando:

  • il numero verde 803 164 da rete fissa, in modo gratuito;
  • il numero 06 164164 da rete mobile, a pagamento sulla base della tariffa applicata dal gestore.

ISCRO: come si calcola l’importo la misura per le partite IVA

A stabilire le regole per il calcolo dell’ISCRO è il comma 147 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2024.

L’importo è pari al 25 per cento della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati dal soggetto “nei due anni precedenti all’anno precedente alla presentazione della domanda”.

I limiti di spesa sono rivalutati sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati rispetto all’anno precedente.

Per il 2025, a seguito della rivalutazione, l’importo non può essere inferiore a 252 euro e superiore a 806,40 euro mensili.

ISCRO: i corsi di formazione per le partite IVA

Per ottenere l’ISCRO le partite IVA devono partecipare a percorsi di aggiornamento professionale.

Per individuare i criteri e le modalità di definizione dei percorsi di aggiornamento professionale si dovrà tuttavia attendere l’apposito decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.

Tale decreto doveva essere adottato entro 60 giorni dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2024, ovvero a decorrere dal 1° gennaio 2024.

La presentazione della richiesta dell’indennità sarà equivalente alla dichiarazione di immediata disponibilità (DID) e verrà trasmessa all’ANPAL. Le informazioni verranno poi condivise con regioni e province autonome, per attuare il piano di reinserimento lavorativo.

Entro 30 giorni dall’invio della domanda il soggetto dovrà contattare il centro per l’impiego per la stipula del patto di servizio.

In alternativa sarà lo stesso centro per l’impiego a convocare il beneficiario entro 90 giorni.

In parallelo all’erogazione dell’indennità sono infatti previsti percorsi di aggiornamento professionale con i seguenti obiettivi:

  • mantenimento e aggiornamento delle conoscenze, abilità e competenze possedute dal beneficiario ai fini dell’adeguamento ai mutamenti della domanda del settore di mercato di riferimento;
  • acquisizione di un livello di conoscenze, abilità e competenze incrementali rispetto a quelle inizialmente possedute, spendibili nel contesto lavorativo di riferimento e in coerenza con il fabbisogno formativo del lavoratore.

Il monitoraggio delle informazioni relative a conoscenze e competenze acquisite, oltre che dell’inserimento nel fascicolo elettronico del lavoratore, è affidato all’ANPAL.

ISCRO: i controlli sui requisiti reddituali

Anche l’erogazione dell’ISCRO è oggetto di controlli.

All’atto di presentazione della domanda i soggetti sono chiamati a provvedere all’autocertificazione dei redditi prodotti per gli anni considerati.

L’assegnazione delle somme si basa, infatti, sui redditi autocertificati.

Il controllo tra i dati autodichiarati e i redditi effettivamente percepiti è effettuato in maniera incrociata dall’INPS e dall’Agenzia delle Entrate.

Nella prima fase l’INPS invia all’Agenzia delle Entrate i dati identificativi del soggetto che ha presentato la domanda, per verificare il rispetto dei requisiti.

Successivamente, l’Agenzia delle Entrate a sua volta comunica all’INPS l’esito dei riscontri effettuati sulla verifica dei requisiti reddituali. Nel caso di esito positivo è permessa l’erogazione degli importi.

ISCRO: in quali casi si perde l’agevolazione

Per beneficiare dell’agevolazione, dopo la presentazione della domanda, devono essere rispettati per tutto il periodo agevolativo i seguenti requisiti:

  • non essere titolari di trattamento pensionistico diretto e non essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;
  • non essere beneficiari di reddito di cittadinanza.

La cessazione della partita IVA nel corso dell’erogazione dell’indennità porta all’immediata cessazione dell’attività, con il recupero delle mensilità erogate dopo la data di cessazione.

Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network