Dichiarazione dei redditi 2024 e concordato preventivo biennale: adesione vincolante ai fini del rinvio al 31 luglio di saldo e primo acconto delle imposte? Le istruzioni pubblicate dall’Agenzia delle Entrate il 29 febbraio più che fare chiarezza sollevano nuovi dubbi sui termini di versamento
Dichiarazione dei redditi 2024, arrivano le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate che, in parallelo alla pubblicazione delle prime regole relative al concordato preventivo biennale, inaugurano un anno fitto di adempimenti e calcoli di convenienza.
La stagione dichiarativa che si appresta a partire, dopo la pubblicazione di moduli e istruzioni in data 29 febbraio 2024, si presenta ricca di criticità e di punti ancora da chiarire.
Tra questi, il termine di versamento di saldo e primo acconto delle imposte sui redditi che, stando alle istruzioni pubblicate dall’Agenzia delle Entrate, sarà “a doppio binario” per chi sceglierà di aderire o meno al concordato preventivo biennale.
Istruzioni che però non appaiono allineate con quanto previsto dal decreto legislativo n. 13/2024, che dispone il rinvio al 31 luglio - rispetto al termine ordinario del 30 giugno - per la generalità delle partite IVA che applicano gli ISA e i forfettari.
Dichiarazione dei redditi 2024 e concordato preventivo biennale, Fisco in tilt sulla scadenza delle imposte
L’avvio del concordato preventivo biennale nel 2024 ha portato ad una revisione a tutto campo delle scadenze relative alla dichiarazione dei redditi.
Se in prima battuta il decreto legislativo n. 1/2024 in materia di semplificazione degli adempimenti tributari aveva previsto un termine unico per tutti al 30 settembre, eliminando quindi dal calendario la scadenza del modello Redditi del 30 novembre, la messa a punto del piano di compliance tra Fisco e partite IVA ha rimescolato le carte per l’anno in corso.
Ci sarà tempo fino al 15 ottobre per la trasmissione del modello Redditi, stessa data entro la quale sarà possibile aderire alla proposta di concordato elaborata dall’Agenzia delle Entrate trasmettendo il modello pubblicato il 29 febbraio.
Al restyling anche le scadenze di saldo e primo acconto delle imposte sui redditi che, per effetto di quanto previsto dall’articolo 37 del decreto legislativo n. 13/2024, sono oggetto di proroga dal 30 giugno al 31 luglio.
Appare quindi utile riportare la normativa di riferimento per capire come e a chi si applicherà il rinvio dei pagamenti:
“1. I soggetti che esercitano attivita’ economiche per le quali sono stati approvati gli indici sintetici di affidabilita’ fiscale e che dichiarano ricavi o compensi di ammontare non superiore al limite stabilito, per ciascun indice, dal relativo decreto di approvazione del Ministro dell’economia e delle finanze, tenuti a effettuare entro il 30 giugno 2024 i versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi e da quelle in materia di imposta regionale sulle attivita’ produttive e di imposta sul valore aggiunto, per il primo anno di applicazione dell’istituto del concordato preventivo biennale di cui al presente titolo, possono provvedervi entro il 31 luglio 2024 senza alcuna maggiorazione.
2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano, oltre che ai soggetti che adottano gli indici sintetici di affidabilità fiscale o che presentano cause di esclusione dagli stessi, compresi quelli che adottano il regime di cui all’articolo 27, comma 1, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalle legge 15 luglio 2011, n. 111, nonché quelli che applicano il regime forfetario di cui all’articolo 1, commi da 54 a 86, della legge n. 190 del 2014, anche ai soggetti che partecipano a società, associazioni e imprese ai sensi degli articoli 5, 115 e 116, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986.”
Dalla lettura della norma quindi, la proroga delle imposte sui redditi al 31 luglio 2024 sembra rivolta in via generale alle partite IVA che applicano gli ISA, così come ai soggetti esclusi quali i contribuenti che applicano il regime forfettario.
Tuttavia, guardando alle istruzioni pubblicate dall’Agenzia delle Entrate con provvedimento del 29 febbraio 2024 lo scenario si presenta tutt’altro che chiaro e la proroga sembrerebbe limitata a chi sceglierà di aderire alla proposta di concordato preventivo biennale.
Dichiarazione dei redditi 2024, proroga delle imposte al 31 luglio solo con l’ok al concordato preventivo biennale? Istruzioni da rivedere
Nel fornire le istruzioni operative relative ai versamenti emersi dal modello Redditi, l’Agenzia delle Entrate specifica che:
“Tutti i versamenti a saldo che risultano dalla dichiarazione, compresi quelli relativi al primo acconto, devono essere eseguiti entro il 30 giugno 2024 ovvero entro il 30 luglio 2024.
I contribuenti che scelgono di versare le imposte dovute (saldo per l’anno 2023 e prima rata di acconto per il 2024) nel periodo dal 1° luglio al 30 luglio 2024 devono applicare sulle somme da versare la maggiorazione dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo.
I termini che scadono di sabato o in un giorno festivo sono prorogati al primo giorno feriale successivo.
I contribuenti che aderiscono al Concordato Preventivo Biennale, per il primo anno di applicazione dell’istituto, possono provvedere ai versamenti entro il 31 luglio 2024 senza alcuna maggiorazione ( art. 37 D. Lgs 12 febbraio 2024, n. 13)”
Secondo l’interpretazione fornita dall’Agenzia delle Entrate, il rinvio al 31 luglio 2024 di saldo e primo acconto delle imposte sui redditi sarebbe limitato ai contribuenti che aderiscono al concordato preventivo biennale.
Indicazioni che tuttavia appaiono in contrasto con la norma di riferimento e poco logiche anche considerando i tempi per accettare o meno la proposta elaborata dal Fisco.
Ci sarà tempo fino al 15 ottobre per valutare e decidere se aderire al concordato preventivo per il biennio 2024-2025. Legare la proroga delle imposte all’accettazione della proposta dell’Agenzia delle Entrate comporterebbe la necessità per i contribuenti di accelerare, ipotesi tutt’altro che plausibile anche considerando che il software CPB sarà disponibile solo dal 15 giugno.
È quindi evidente che le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate sono di fatto in contrasto con la normativa di riferimento e necessitano di essere riscritte. La stagione dichiarativa 2024, ricca di importanti novità, parte con ancora molti punti da rivedere.
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