Bonus casa 2025, cosa sono i certificati bianchi e perché se ne parla? Nella riforma delle agevolazioni arriva la novità dei titoli di efficienza energetica al posto delle detrazioni. Le anticipazioni nel Piano Strutturale di Bilancio
Bonus casa 2025, certificati bianchi al posto delle detrazioni fiscali.
Questa una delle novità contenute nel Piano Strutturale di Bilancio, che fornisce alcune anticipazioni sulla riforma delle agevolazioni edilizie.
Il sistema di bonus per i lavori in casa, fino ad oggi riconosciuti nella forma di detrazioni fiscali, potrebbe lasciare il posto all’attribuzione di titoli negoziabili rilasciati sulla base dei risparmi energetici conseguiti.
L’importo dell’incentivo riconosciuto verrebbe così “modulato” in base al risparmio di energia conseguito e quindi solo ex post. Cerchiamo di capirci di più.
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Bonus casa 2025, dalle detrazioni ai certificati bianchi: cosa potrebbe cambiare
È il Piano Strutturale di Bilancio a tracciare i contorni della riforma dei bonus casa, per i quali nel 2025 si attendono profonde modifiche.
Al codice degli incentivi atteso nelle prossime settimane si affianca l’ipotesi di una riduzione del peso delle detrazioni fiscali, sistema di riconoscimento delle agevolazioni sui lavori edilizi che presenta diverse criticità, dall’esclusione degli incapienti (e quindi dei titolari di redditi più bassi) all’impossibilità di effettuare un monitoraggio preventivo delle risorse a carico del bilancio pubblico.
Complice l’esperienza del superbonus, ma soprattutto alla luce dell’attuazione della Direttiva Case Green, dalla Legge di Bilancio 2025 si attendono quindi novità importanti sui bonus casa.
La direzione tracciata dal Piano Strutturale di Bilancio appare chiara e tra i punti che meritano attenzione vi è l’intento di adozione di misure che favoriscano e creino:
“un mercato per i certificati bianchi per il settore residenziale civile per incentivare gli interventi più efficienti e ridurre il ruolo delle detrazioni fiscali”.
Bonus casa 2025: cosa sono i certificati bianchi
Cosa sono quindi i certificati bianchi, strumento con il quale le famiglie potrebbero trovare a doversi interfacciare? Un’utile spiegazione arriva dal GSE, il Gestore dei Servizi Energetici.
Si tratta in sostanza di titoli, trasformabili in denaro (e quindi monetizzabili), ai quali è possibile accedere in caso di lavori che consentono di ridurre i consumi energetici.
Ad oggi si tratta di uno strumento utilizzato per lo più in ambito industriale, infrastrutturale e ad esempio nel settore dei trasporti, ma è già possibile accedervi anche per i lavori effettuati in ambito residenziale.
Bonus casa 2025, con i certificati bianchi l’importo delle agevolazioni segue il risparmio energetico
È il meccanismo di accesso, in parallelo al criterio di calcolo dei titoli spettanti, a rendere attualmente poco noto il sistema dei certificati bianchi.
A poter attivare la procedura secondo le regole vigenti sono esclusivamente le Esco (energy service company), soggetti pubblici e privati che hanno nominato un esperto in gestione di energia e coloro che sono in possesso di un sistema di gestione dell’energia.
Tramite i soggetti di cui sopra è consentito accedere all’incentivo anche ai privati, per interventi che vanno dall’installazione di illuminazione LED, di motori elettrici o ancora ad esempio in caso di installazione o sostituzione di caldaie. In ogni caso, la procedura si attiva in primis con la misurazione dei consumi pre-intervento e con la presentazione del progetto di intervento, da sottoporre al vaglio del GSE.
In caso di approvazione, e solo successivamente all’esecuzione dei lavori, si valuta il risparmio di energia conseguito. Dopo un periodo di monitoraggio dell’effettiva riduzione dei consumi vengono emessi i certificati bianchi dal GSE, il cui valore unitario oscilla dai 240 ai 260 euro.
L’importo spettante, che nel caso specifico si traduce nella quantità di certificati bianchi ottenibili, è quindi stabilito solo alla fine dei lavori e dopo un periodo di verifiche, rendendo di fatto difficile quantificare la misura dell’agevolazione riconosciuta ex ante.
Inoltre, la monetizzazione dell’agevolazione avviene mediante un sistema di vendita, tramite una specifica piattaforma.
Una serie di passaggi e tecnicismi che rendono complesso l’accesso a questa tipologia di agevolazione, a differenza delle detrazioni fiscali.
Bonus casa 2025, maggiore attenzione alle famiglie in condizione di povertà energetica
Sebbene quindi il meccanismo dei certificati bianchi potrebbe garantire in primis un monitoraggio più attento delle risorse da destinare alle agevolazioni edilizie, è fondamentale renderlo alla portata di tutti, snellendo alcuni passaggi che attualmente ne ostacolano l’efficacia.
Se quindi il superamento delle detrazioni fiscali è al centro dell’attenzione del Governo, la riforma appare quantomai delicata e complessa.
In ogni caso, sono in corso valutazioni anche per tutelare maggiormente le famiglie in condizione di povertà energetica. Lo si legge in una postilla del Piano Strutturale di Bilancio, che parla della possibilità di introdurre meccanismi premiali a garanzia dell’equità e della sostenibilità sociale della nuova possibile struttura dei bonus edilizi.
L’unico punto fermo è al momento la necessità di ristrutturare il sistema delle agevolazioni, favorendo la riqualificazione energetica degli edifici privati anche alla luce della necessità di intercettare l’obiettivo della direttiva Case Green.
L’Italia dovrà conseguire una riduzione del consumo medio di energia primaria dell’intero parco immobiliare residenziale pari almeno al 16 per cento rispetto al 2020 entro il 2030, di cui il 55 per cento da conseguire nel 43 per cento degli edifici con prestazioni peggiori.
Un target definito “particolarmente sfidante per l’Italia”, considerando che il 70 per cento del parco immobiliare è costituito da abitazioni a ridottissime prestazioni energetica.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Bonus casa 2025, verso la riforma: certificati bianchi al posto delle detrazioni