Piano Strutturale di Bilancio 2025: cos’è e a cosa serve

Salvatore Cuomo - Leggi e prassi

Pubblicato il 28 settembre, il Piano Strutturale di Bilancio delinea il percorso di riforme e investimenti dal 2025 al 2029. Il testo completo da scaricare per capire cos'è, a cosa serve e quali novità contiene

Piano Strutturale di Bilancio 2025: cos'è e a cosa serve

Il 28 settembre il MEF ha pubblicato il Piano Strutturale di Bilancio 2025-2029.

Cos’è, cosa contiene e soprattutto quali sono le novità previste dal testo? Il documento definisce le linee strategiche relative a riforme e investimenti che il Governo intende realizzare, anche al fine della riduzione del debito pubblico.

Di cosa si tratta nel dettaglio? Partire dal definire cos’è il Piano Strutturale di Bilancio è necessario per capire perché si tratta di un passaggio fondamentale per le prossime scelte di politica economica.

Il 30 aprile scorso è entrata in vigore la Riforma del Patto di Stabilità e Crescita (PSC) che ha fino ad ora dettato le regole di compartecipazione dei singoli Stati ad un disegno di armonizzazione degli obiettivi dei singoli stati membri dell’Unione Europea.

Nell’ambito della predetta riforma è previsto il nuovo Piano Strutturale di Bilancio (PSB), un adempimento che sostituisce quanto previsto ante riforma che gli Stati dovevano annualmente predisporre ed aggiornare nei suoi contenuti.

Piano Strutturale di Bilancio: cos’è e perché è centrale. Il testo integrale da scaricare

Gli Stati membri dovranno presentare alla UE il nuovo Piano nazionale strutturale di bilancio di medio periodo (PSB) che costituirà il principale strumento di programmazione pluriennale.

I PSB sostituiranno gli attuali Programmi di stabilità e i Programmi nazionali di riforma e avranno una durata di quattro o cinque anni a seconda della durata naturale della legislatura nazionale.

Nel caso dell’Italia il Piano avrà durata di cinque anni, ed è questa è la novità peculiare del nuovo documento, ossia il vincolo pluriennale a cui il singolo Stato decide di sottoporsi al fine del conseguimento degli obiettivi di medio lungo periodo.

Un vincolo non più di breve periodo e che potrà essere disatteso solo in casi particolari, quali le elezioni nazionali che determinano una modifica della maggioranza e del governo.

Il nuovo Piano prevede quindi il vincolo quinquennale dei programmi nazionali di spesa pubblica e conseguentemente dei progetti di bilancio dei prossimi anni, che tra l’altro dovranno tener conto del programma di aggiustamento di bilancio relativi al rientro del debito in eccesso.

Come già evidenziato, il Piano è approdato in Consiglio dei Ministri del 17 settembre e così come si legge nel comunicato stampa del MEF:

La traiettoria di spesa netta inserita nel Piano, che rappresenta il nuovo indicatore univoco sottoposto alla sorveglianza della Commissione, è in linea con le aspettative delle autorità europee. Nell’orizzonte temporale considerato dal Piano il tasso di crescita della spesa netta si attesterà su un valore medio prossimo all’1,5 per cento. La traiettoria, inoltre, è coerente con l’andamento dei principali saldi di finanza pubblica già previsto dal Programma di Stabilità dello scorso aprile.

Il testo integrale del Piano Strutturale di Bilancio, pubblicato il 28 settembre, detta appunto la via entro la quale le manovre di bilancio potranno districarsi per raggiungere gli obiettivi dichiarati riguardo:

  • la spesa pubblica, che al netto di alcune componenti, dovrà rispettare i parametri UE e come nel caso del nostro paese il vincolo costituzionale di pareggio;
  • le riforme strutturali che l’UE richiede al singolo paese per favorire il conseguimento degli obiettivi di accrescimento della competitività e crescita.

Come evidenziato dal MEF, il documento include riforme ed investimenti nella linea di quanto previsto dal PNRR. Nel comunicato stampa pubblicato il 28 settembre è posta l’attenzione anche sulle novità che impatteranno su cittadini e cittadine:

“Il Piano contiene un rilevante insieme di riforme e investimenti, di cui alcune in continuità con il PNRR. Ciò conferma la determinazione del governo a lavorare per il miglioramento della competitività dell’economia italiana, promuovendo una crescita sostenibile e il contrasto al declino demografico. Al contempo si conferma il sostegno al potere d’acquisto delle retribuzioni e l’impegno all’attuazione della legge delega di riforma del fisco, compresa l’intensificazione dello sforzo di recupero del gettito fiscale. Il documento è stato trasmesso al Parlamento.”

Di seguito è possibile scaricare il testo integrale del PSB 2025-2029 in versione pdf:

Piano Strutturale di Bilancio e di medio termine 2025-2029
Scarica il testo integrale del PSB pubblicato dal MEF

Nel Piano Strutturale di Bilancio il percorso per la riduzione del debito

Guardando nello specifico a cosa conterrà il Piano, per i Paesi con un disavanzo o un debito superiore alle soglie previste dai Trattati, come l’Italia, vi sarà incluso un percorso di aggiustamento di bilancio tale da garantire la riduzione plausibile del debito verso livelli prudenti nel medio termine e tale da rispettare salvaguardie numeriche comuni sul debito e sul disavanzo.

Se uno Stato membro ha un disavanzo superiore al 3 per cento del PIL o un debito superiore al 60 per cento del PIL, sarà tenuto a presentare nel Piano un sentiero di aggiustamento tale da garantire che alla fine del percorso di consolidamento:

  • il debito si collochi in modo plausibile su una traiettoria decrescente o si mantenga su livelli prudenti;
  • il disavanzo si mantenga al di sotto del valore di riferimento del 3 per cento del PIL nel medio periodo.

Il consolidamento dovrà eventualmente proseguire fino a quando il disavanzo strutturale non sia inferiore all’1,5 per cento del PIL.

Infine, in caso lo Stato membro si trovi in PDE, il consolidamento deve essere tale da migliorare il saldo complessivo strutturale di almeno mezzo punto percentuale all’anno.

Nel triennio 2025-27, è previsto che per i paesi in PDE “si tenga in considerazione” l’aumento della spesa per interessi in rapporto al PIL; quindi, l’aggiustamento richiesto di mezzo punto percentuale di PIL si applica al solo saldo primario strutturale.

Nel caso dell’Italia il predetto Programma avrà una durata di sette anni essendosi impegnata a realizzare programmi specifici di riforme e investimenti che dovranno favorire un miglioramento del potenziale di crescita e della sostenibilità di bilancio dello Stato, nel rispetto delle priorità comuni dell’Unione quali:

  • transizioni verde e digitale,
  • resilienza sociale ed economica,
  • diritti sociali,
  • sicurezza energetica,
  • rafforzamento della difesa europea.

Quanto sopra si dovrebbe tradurre, secondo alcune stime in circolazione, in un vincolo di risultato pari a circa 10 miliardi di euro di aggiustamento di bilancio per il solo rispetto del programma di rientro come sopra illustrato.

La presentazione del Piano sarà quindi cruciale per il Governo, per definire e dichiarare gli obiettivi economici dei prossimi anni e come intende perseguirli.

Potremo quindi disporre degli elementi essenziali per prevedere il contenuto dei documenti di bilancio e programmazione economica a noi già noti, quali DEF, NaDEF, PdB per i prossimi 5 anni.

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