DEF 2025: cos’è e come cambia il testo del Documento di Economia e Finanza

Rosy D’Elia - Fisco

Il DEF, Documento di Economia e Finanza è stato approvato in Consiglio dei Ministri: in attesa dell'adeguamento alla nuova governance europea, il testo non ha la parte programmatica. Una panoramica su cosa contiene

DEF 2025: cos'è e come cambia il testo del Documento di Economia e Finanza

Mentre in Europa le regole per la programmazione economica sono cambiate, in Italia sono rimaste uguali e per il Governo resta in calendario l’appuntamento con la presentazione del DEF, Documento di Economia e Finanza, arrivato, e approvato, in Consiglio dei Ministri oggi, 9 aprile.

Dal gruppo di lavoro sulla riforma della normativa di contabilità e finanza pubblica, incaricato di preparare il terreno per modificare il quadro di regole alla luce dell’evoluzione UE, non sono ancora arrivate novità concrete e il panorama normativo resta lo stesso.

Ma il testo non ha la parte programmatica: non ci si può attendere, ad esempio, dal documento una strategia di contrasto ai dazi imposti da Trump.

Per due anni consecutivi, quindi, il passaggio alla nuova governance impatta sul testo di programmazione previsto dalla legge 31 dicembre 2009, n. 196.

Già l’anno scorso, infatti, il Governo aveva presentato un DEF particolarmente snello senza la parte programmatica, rimandata a settembre con la presentazione del nuovo Piano strutturale di Bilancio 2025-2029. Ma cosa c’è nel testo che è stato presentato?

Come dichiarato dal Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nella conferenza stampa a margine della riunione, le previsioni di crescita del Prodotto Interno Lordo si fermano allo 0,6 per cento, con uno scenario in peggioramento rispetto all’autunno.

“Il documento viene adottato in una situazione molto complessa e tutto ciò rende difficile le previsioni anche a breve. Abbiamo quindi previsto una crescita reale di PIL dello 0,6% nel 2025, dello 0,8% nel 2026 e nel 2027, dimezzando di fatto quella che era la previsione del piano, che era dell’1,2%.

Ciononostante il profilo di finanza pubblica con riferimento all’indebitamento netto si mantiene al 3,3% nel 2025, esattamente come previsto nel piano strutturale di medio termine.”

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Che cos’è il DEF 2025?

Il Documento di Economia e Finanza, DEF, è stato introdotto in Italia dalla Legge numero 362 del 1988 ed è stato poi adeguato agli impegni e ai tempi dettati dall’Europa, un’esigenza che ritorna dopo le ultime novità approvate sul piano internazionale.

Il Documento di Economia e Finanza che abbiamo conosciuto fino a questo momento contiene tutti i numeri utili per pianificare le strategie economiche e finanziarie.

Ogni anno, infatti, si chiede al Governo di aggiornare il quadro macroeconomico entro la prima decade di aprile e il DEF rientra nei documenti di finanza pubblica che indicano le linee guida di politica economica del Paese.

I suoi contenuti rappresentano la base per pianificare strategie economiche e finanziarie da realizzare nei tre anni successivi.

“Definisce la manovra di finanza pubblica per il periodo compreso nel bilancio pluriennale”, come recita l’articolo 3 della legge numero 362 del 1988.

A Camera e Senato spetta il compito di approvarlo, e dopo l’ok deve essere inviato alla Commissione Europea entro il 30 aprile.

Con l’entrata in vigore del regolamento (UE) 2024/1263 entro la stessa data ogni Stato deve presentare alla Commissione Europea anche una relazione annuale sui progressi compiuti nell’attuazione del percorso della spesa netta stabilito dal Consiglio, nell’attuazione delle riforme e dei principali investimenti.

DEF 2025: cos’è e perché è importante?

Non è un testo di legge: ciò che viene inserito nel Documento di Economia e Finanza, quindi, non trova un’applicazione concreta e immediata seguendo un iter già definito. Ma ha un’importanza cruciale perché rappresenta la posa della prima pietra di tutte le misure economiche e finanziare che il governo vuole adottare ed è il primo banco di prova nel confronto con l’Europa.

Obiettivi, strategie, direzioni sono le tre parole chiave del DEF e tracciano la strada economica e finanziaria che il paese intraprende.

I dati messi nero su bianco sono sempre frutto dell’attualità: negli anni scorsi a dettare lo scenario è stata la pandemia, poi il conflitto in Ucraina e il caro energia hanno avuto un loro peso. Oggi la sfida economica globale è rappresentata dai dazi imposti dall’amministrazione Trump anche se il testo in arrivo ne tiene conto.

Sul DEF 2025, infatti, ci sono molti dubbi e poche certezze. Il quadro di regole interno non è stato aggiornato alle novità europee e con due risoluzioni approvate a inzio aprile in Commissione Bilancio alla Camera e al Senato è stato tracciato provvisoriamente un nuovo schema per il Documento di Economia e Finanza.

In linea con gli ultimi lavori parlamentari, il Governo produrrà un documento composto da due sezioni, tenendo conto della doppia scadenza del 30 aprile:

  • le informazioni richieste per la relazione annuale da trasmettere all’UE;
  • i contenuti del vecchio DEF non inclusi nella sezione precedente, in particolare:
    • l’analisi del conto economico e del conto di cassa delle amministrazioni pubbliche nell’anno 2024;
    • le previsioni tendenziali sull’orizzonte 2025-2027 che tracciano il quadro macroeconomico del paese, e le stesse informazioni, da aggiornare però in autonno anche per il 2028;
    • l’indicazione delle risorse necessarie a finanziare le politiche in essere che il Governo vorrà confermare;
    • le previsioni tendenziali del saldo di cassa del settore statale;
    • risultati e previsioni dei conti dei principali settori di spesa, in particolare per il pubblico impiego, la protezione sociale e la sanità;
    • dettagli utili a dimostrare coerenza tra il conto economico delle amministrazioni pubbliche e il percorso di spesa netta stabilito nel Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029.

Anche gli allegati subiranno delle modifiche: il documento sull’andamento degli indicatori di benessere equo e sostenibile slitta in autunno.

In attesa della riforma interna della governance economica, inoltre, l’invito è anche quello di valutare un aggiornamento dei provvedimenti collegati alla manovra di bilancio.

DEF 2025, cosa prevede la normativa e quali sono i contenuti del testo

Anche nell’impostazione originaria prevista dalla norma il documento programmatico contiene obiettivi da raggiungere, analisi della situazione attuale e previsioni future ed è composto da tre sezioni.

Il nuovo DEF 2025, d’altronde, non potrà discostarsi troppo dai testi approvati negli anni scorsi perché la normativa di riferimento è rimasta la stessa. Ma già dalle risoluzioni approvate sembra emergere un orizzonte temporale più ristretto, di due non di tre anni.

Nella versione conosciuta fino ad oggi, la prima sezione contiene lo schema del Programma di stabilità con gli elementi e le informazioni richieste dai regolamenti dell’Unione europea e dal Codice di condotta sull’attuazione del patto di stabilità e crescita, e fa riferimento agli obiettivi da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico.

Le voci contenute di solito sono numerosissime e i contenuti vanno dal quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica alle diverse ipotesi di evoluzione dell’indebitamento netto e del debito rispetto a scenari di previsione alternativi riferiti al tasso di crescita del prodotto interno lordo, della struttura dei tassi di interesse e del saldo primario.

La seconda sezione del DEF deve contenere, poi, l’analisi del conto economico e del conto di cassa delle amministrazioni pubbliche nell’anno precedente e degli eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi programmatici indicati nel DEF e nella Nota di aggiornamento. Inoltre nella seconda parte del documento trovano spazio una serie di previsioni sui conti e di confronti anche con le indicazioni contenute nei precedenti documenti programmatici.

La terza sezione del DEF ospita lo schema del Programma nazionale di riforma e in particolare riporta:

  • lo stato di avanzamento delle riforme avviate, con indicazione dell’eventuale scostamento tra i risultati previsti e quelli conseguiti;
  • gli squilibri macroeconomici nazionali e i fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività;
  • le priorità del Paese e le principali riforme da attuare, i tempi previsti per la loro attuazione e la compatibilità con gli obiettivi programmatici indicati nella prima sezione del DEF;
  • i prevedibili effetti delle riforme proposte in termini di crescita dell’economia, di rafforzamento della competitività del sistema economico e di aumento dell’occupazione.

Altri dettagli ed elementi, poi, trovano spazio negli allegati che devono accompagnare ogni anno il testo del Documento di Economia e Finanza.

DEF: quando si presenta, i tempi della programmazione economia e finanziaria

Dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri, l’iter del DEF passa ora allo step successivo.

Il documento programmatico, ogni anno, segue un ciclo preciso di passaggi e scadenze. Elaborazione e discussione devono rispettare i tempi dettati dalla legge numero 39 del 7 aprile 2011 che ha inquadrato le tempistiche nei ritmi del semestre europeo.

Se infatti in passato il termine ultimo per la presentazione del DEF al Parlamento era il 15 maggio di ogni anno, oggi il calendario del Documento di Economia e Finanza è stato definito nel modo che segue.

PROGRAMMAZIONESCADENZA
Presentazione del DEF al Parlamento 10 aprile
Programma di stabilità e programma nazionale di riforma 30 aprile
Presentazione alle Camere del disegno di legge di assestamento di bilancio 30 giugno
Rendiconto generale dello Stato 30 giugno
Presentazione alle Camere della Nota di aggiornamento del DEF 27 settembre
Presentazione alla Commissione e all’Eurogruppo e trasmissione alle Camere del progetto di documento programmatico di bilancio (DPB) 15 ottobre
Presentazione alle Camere del disegno di legge del bilancio dello Stato 20 ottobre
Approvazione Legge di Bilancio 31 dicembre
Eventuali disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica 31 gennaio

Le novità introdotte nel piano europeo impongono, però, una ulteriore revisione del quadro normativo di riferimento e già circa un anno fa, il 7 maggio 2024, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio aveva dato le prime indicazioni operative per innovare tempi e modalità della programmazione economica.

La scadenza del 10 aprile, però, è alle porte e non è arrivato nessuno intervento sul quadro normativo: il Documento di Economia e Finanza 2025 guarderà alle nuove regole UE e allo stesso modo dovrà necessariamente avere i piedi ben piantati nelle vecchie regole nazionali.

Alla difficoltà di tracciare il quadro macroeconomico nel contesto geopolitico attuale, si aggiungono, quindi, anche le criticità tecniche: non i migliori presupposti per il DEF 2025.

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