Il congedo parentale indennizzato all'80 per cento potrebbe essere fruito solamente dal padre del bambino o della bambina. Questa la proposta avanzata dall'INPS per favorire l'occupazione femminile
Per favorire le condizioni di lavoro e il rientro dalla maternità delle lavoratrici, il congedo parentale indennizzato all’80 per cento della retribuzione dovrebbe essere fruibile solo dal padre del bambino o della bambina.
Questa la proposta avanzata dall’INPS in audizione alla Camera sul disegno della Legge di Bilancio 2025, che introduce un terzo mese di congedo agevolato.
Per il 2025 i neo genitori, infatti, potranno fruire di 3 mesi indennizzati all’80 per cento. Per poterne beneficiare il periodo di congedo obbligatorio deve terminare dal 1° gennaio 2025 in poi.
Congedo parentale all’80% solo per il padre?
Il disegno della Legge di Bilancio 2025 prevede una serie di novità a sostegno della famiglia e delle genitorialità e tra queste anche il potenziamento del congedo parentale agevolato all’80 per cento della retribuzione.
Sul punto, davanti alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, è intervenuto in audizione anche il presidente dell’INPS, Gabriele Fava. Il quale ha sottolineato come le modifiche al congedo parentale abbiano incrementato le richieste di fruizione da parte dei padri.
Un dato, specifica, osservato come diretta conseguenza delle modifiche sull’incremento dell’indennità del congedo parentale introdotte in via temporanea dalla Legge di Bilancio per il 2024:
“alle modifiche introdotte solo per l’anno in corso, si è associata una crescita delle richieste non solo da parte delle donne, ma anche dei padri.”
Ebbene, secondo il Presidente dell’INPS, una eventuale fruizione del mese indennizzato solamente da parte del padre contribuirebbe a ridurre la condizione di svantaggio delle donne nel mercato del lavoro, la cosiddetta “child penalty”, come evidenziato dallo stesso istituto anche nel XXIII Rapporto dello scorso settembre.
Riservare il congedo indennizzato al padre, infatti, potrebbe evitare che un’assenza prolungata dal lavoro possa penalizzare ulteriormente la madre.
Oltre all’aumento dell’importo del congedo parentale quindi:
“Sarebbe auspicabile prevedere anche l’esclusività nell’utilizzo dello stesso da parte del padre, al fine di non lasciare le donne troppo lontane dal mercato del lavoro favorendone un loro rientro senza pregiudicarne lo sviluppo professionale ed economico.”
Una proposta quella lanciata dall’INPS, che al momento resta tale, ma qualcosa forse potrebbe cambiare nel corso dell’iter parlamentare della Manovra.
Come cambia il congedo parentale nel 2025?
Il disegno della Legge di Bilancio 2025 come detto prevede il potenziamento del congedo parentale, portando a 3 i mesi indennizzati all’80 per cento della retribuzione.
In primo luogo, si prevede a regime per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti che hanno cessato il congedo di maternità o paternità a partire dal 1° gennaio 2024, l’elevazione dell’indennità dal 60 all’80 per cento.
Ricordiamo, infatti, che a legislazione attuale l’indennizzo per il 2025 spetta al 60 per cento della retribuzione secondo quanto previsto dalla Manovra 2024.
Per il prossimo anno, inoltre, viene aggiunto un ulteriore mese di congedo parentale con maggiorazione dell’indennità, il che porta a 3 mesi il periodo totale di congedo parentale indennizzato all’80 per cento.
Restano fermi i criteri di accesso alla misura, per cui la maggiorazione dell’indennità:
- può essere richiesta sia dal padre sia dalla madre entro i 6 anni di vita del bambino o della bambina;
- è riconosciuta ai genitori in alternativa tra loro.
Il terzo mese spetterà a chi termina il periodo di congedo obbligatorio dal 1° gennaio 2025 in poi.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Congedo parentale all’80% solo per il padre?