Dai bonus a famiglie e giovani ai congedi parentali, cosa si perde con lo stop al Family Act

Alessio Mauro - Leggi e prassi

Il Family Act rimarrà inattuato: il Governo non darà il via alle novità contenute nella legge delega in scadenza il 12 maggio 2024. Dai bonus per le famiglie a quelli per i giovani, fino al riordino dei congedi parentali, quali sono le misure il cui avvio viene meno

Dai bonus a famiglie e giovani ai congedi parentali, cosa si perde con lo stop al Family Act

Del Family Act rimarrà solo l’assegno unico.

Il 12 maggio 2024 scadranno le deleghe previste per l’introduzione di nuove forme di sostegno alla genitorialità, bonus per le famiglie e per l’istruzione, ma anche la previsione di agevolazioni per i giovani volte a favorire l’autonomia abitativa.

Stop anche alla revisione della disciplina dei congedi parentali, di maternità e paternità, così come alle ulteriori misure in materia di conciliazione vita-lavoro aventi l’obiettivo, tra l’altro, di favorire l’occupazione femminile.

È stata la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Eugenia Roccella, a dichiarare che il Governo non procederà con l’attuazione del Family Act, definito un “catalogo di buone intenzioni”.

Quali sono quindi le misure che verranno meno? Un’analisi, anche alla luce degli interventi già posti in essere dal Governo Meloni.

Dai bonus a famiglie e giovani ai congedi parentali, cosa si perde con lo stop al Family Act

Per prima cosa è bene ricordare cos’è il Family Act. Si tratta della legge delega approvata il 6 aprile 2022 ed entrata in vigore il 12 maggio dello stesso anno, contenente le linee guida per la struttura di un nuovo sistema di sostegni alla genitorialità, ma non solo.

Il disegno di legge, sul quale si era registrato un consenso unanime da parte della maggioranza delle forze politiche in campo, si poneva come obiettivo quello di attivare una:

“riforma strutturale, integrata, sistemica per le politiche familiari, che mette al centro le nuove generazioni, l’educazione, promuove pari opportunità per le donne e per gli uomini e dà prospettiva e futuro al Paese.”

Queste le parole con le quali l’allora Ministra della Famiglia, Elena Bonetti, presentava i contenuti del Family Act. A distanza di due anni, del piano di riordino rimane in campo solo l’assegno unico, introdotto ancor prima del varo della delega, mentre sono destinate a rimanere nel cassetto le ulteriore misure previste.

La delega al Governo per l’attuazione del Family Act scadrà il 12 maggio 2024, e con essa i numerosi nuovi interventi in programma, anche sul fronte dei bonus per le famiglie e per i giovani.

Quali sono le misure che rimarranno quindi nel cassetto? Di seguito quelle più rilevanti:

  • congedi parentali: estensione fino a 14 anni, introduzione di modalità flessibile di fruizione, premialità in caso di equa distribuzione tra madre e padre;
  • congedo di maternità: aumento dell’indennità obbligatoria (ad oggi pari all’80 per cento);
  • congedo di paternità: progressivo aumento della durata fino a 90 giorni (3 mesi), a fronte dei 10 giorni previsti attualmente;
  • equiparazione delle regole sui congedi per dipendenti e lavoratori autonomi;
  • permessi retribuiti in caso di malattia dei figli.

Stop ai bonus per le famiglie previsti dal Family Act

Al venir meno dei principi direttivi in materia di congedi di maternità, paternità e parentali, la scadenza della delega dettata dal Family Act comporterà l’affossamento di ulteriori interventi in cantiere, tra cui quelli volti a favorire l’occupazione femminile.

Tra i principi della legge delega, si prevedeva anche il riordino e il rafforzamento delle misure volte ad incentivare il lavoro femminile e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. In che modo?

Da un lato, nuovi bonus alle famiglie, nella forma di detrazioni e deduzioni, per le spese di assistenza familiare e per i servizi domestici, ma anche agevolazioni per le imprese in caso di assunzione per sostituzione maternità e in parallelo agevolazioni per il rientro dopo il periodo di congedo e per le attività di formazione.

Nell’elenco dei nuovi bonus per le famiglie, il Family Act prevedeva inoltre agevolazioni per favorire l’educazione dei figli: dai contributi, anche a copertura totale, del costo dei servizi educativi per l’infanzia ad agevolazioni che riguardano le spese necessarie per viaggi di istruzione, per lo sport, il teatro, la musica, per gli strumenti digitali funzionali allo studio, fino ad arrivare al potenziamento degli strumenti di sostegno alle famiglie con figli e figlie disabili.

Un capitolo specifico era inoltre dedicato ai giovani, con la previsione di nuovi bonus per l’affitto o per l’acquisto della prima casa.

Sostegno alle famiglie, le misure ad oggi in vigore

Alla discussione generatasi alla luce della scadenza del Family Act e della sua mancata attuazione, la Ministra Roccella ha risposto, interpellata dall’ANSA, evidenziando quanto fatto ad oggi a sostegno della genitorialità.

Novità sono previste dal 1° gennaio 2024 sul fronte dei congedi parentali, e accanto al primo mese indennizzato all’80 per cento della retribuzione, trova spazio un ulteriore mese pagato nella medesima misura per il 2024, esclusivamente per i genitori per i quali il periodo di congedo di maternità o paternità sia terminato dopo il 31 dicembre 2023, o al 60 per cento a regime.

Sul fronte degli incentivi per il lavoro femminile, il DL Coesione ha inoltre previsto uno specifico bonus contributivo per le assunzioni.

Una serie di misure che confermano l’attenzione dell’Esecutivo alle famiglie, ma che in ogni caso non danno il via a quella riforma organica delle politiche per la genitorialità e le pari opportunità prevista dal Family Act. Il cammino è ancora in salita

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