Assunzioni donne: come funziona il nuovo esonero contributivo

Dal 1° settembre i datori di lavoro che assumono donne in particolari condizioni svantaggiate potranno beneficiare del nuovo esonero contributivo.

La novità fa parte del pacchetto di misure dedicate al lavoro del decreto Coesione.

Per l’assunzione a tempo indeterminato di lavoratrici svantaggiate è possibile ottenere lo sgravio contributivo fino a 650 euro mensili per un periodo massimo di 2 anni.

Assunzioni donne: nuovo esonero contributivo nel decreto Coesione

Tra le novità in materia di lavoro previste dal decreto Coesione c’è anche il bonus per l’assunzione di donne.

Il DL n. 60/2024, infatti, prevede un ricco pacchetto di incentivi per favorire l’occupazione di donne, giovani, nelle Regioni del Mezzogiorno e a sostegno dell’autoimprenditoria.

Nello specifico, il bonus donne funziona sulla falsariga di quello scaduto lo scorso dicembre e non rinnovato dalla Legge di Bilancio 2024.

Come si legge all’articolo 23 del decreto, l’obiettivo è quello di favorire la parità di opportunità nel mercato del lavoro per le lavoratrici svantaggiate, anche nell’ambito della nuova Zona Economica Speciale unica per il Mezzogiorno.

I datori di lavoro del settore privato che assumono lavoratrici a tempo indeterminato potranno beneficare di un esonero totale dal pagamento della contribuzione previdenziale a loro carico per massimo due anni, ad esclusione di premi e contributi dovuti all’INAIL.

Le assunzioni dovranno essere effettuate nel periodo compreso tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025.

L’esonero spetta nei limiti della spesa autorizzata e nel rispetto delle procedure, dei vincoli territoriali e dei criteri di ammissibilità previsti dal Programma nazionale giovani, donne e lavoro 2021 – 2027.

Bonus assunzioni donne: sgravio contributivo fino a 650 euro mensili

Come indicato nel testo del decreto, i datori di lavoro che assumono donne in particolari condizioni svantaggiate potranno ricevere un esonero contributivo del 100 per cento nel limite massimo di 650 euro su base mensile (ad esclusione di premi e contributi INAIL). Resta comunque ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.

Le assunzioni devono comportare un incremento occupazionale netto, calcolato sulla base del numero di dipendenti occupati rilevato in ciascun mese e il numero di quelli mediamente occupati nei dodici mesi precedenti.

L’esonero contributivo non si può applicare ai contratti di lavoro domestico e ai rapporti di apprendistato. Inoltre, non è cumulabile con altri esoneri o riduzioni delle aliquote di finanziamento previsti dalla normativa vigente.

Sarà però compatibile, senza alcuna riduzione, con la maggiorazione del costo ammesso in deduzione in presenza di nuove assunzioni, il cosiddetto superbonus lavoro.

Un apposito decreto interministeriale, da adottare entro il 5 settembre, definirà le modalità di attuazione dell’esonero.

Assunzioni donne: per quali categorie di lavoratrici spetta l’esonero contributivo

Come detto, l’esonero spetta per l’assunzione di donne lavoratrici “svantaggiate”. Secondo quanto indicato nel testo, si tratta delle donne:

• di qualsiasi età;
• disoccupate da almeno 6 mesi;
• residenti nelle regioni della Zona Economica Speciale unica per il Mezzogiorno, ammissibili ai finanziamenti nell’ambito dei fondi strutturali dell’Unione europea o che svolgono attività lavorativa in settori economici caratterizzati da un’elevata disparità occupazionale di genere (articolo 2, punto 4), lettera f), del regolamento (UE) n. 651/2014).

L’esonero contributivo spetta anche per l’assunzione di donne di qualsiasi età e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, senza vincoli di residenza.