Nessuna novità è prevista per il congedo di paternità: anche nel 2024 i neo papà, dipendenti pubblici e privati, hanno diritto a 10 giorni di astensione dal lavoro interamente retribuiti. Una panoramica su come funziona e come si richiede al datore di lavoro o all'INPS
I lavoratori dipendenti pubblici e privati che diventano papà nel corso del 2024 hanno diritto a beneficiare del congedo di paternità, un periodo di 10 giorni di astensione dal lavoro retribuita.
Rispetto allo scorso anno, nessuna modifica è stata introdotta sul periodo di pausa dalle attività lavorative.
Una panoramica su come funziona e come si richiede all’INPS o al datore di lavoro.
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Congedo di paternità, nessuna novità per il 2024: confermate le regole in vigore
Prima di tutto bisogna chiarire che per il 2024 restano confermate le regole già in vigore: nessuna novità è arrivata sul congedo di paternità, la Legge di Bilancio, infatti, è intervenuta sul congedo parentale, ovvero sull’astensione facoltativa dal lavoro riconosciuta ai genitori per prendersi cura del bambino nei suoi primi anni di vita.
La Manovra ha previsto per il 2024 un secondo mese di congedo, in aggiunta a quello già previsto nel 2023 che deve essere richiesto entro il sesto anno di vita del figlio o della figlia, con un’indennità all’80 per cento della retribuzione, al posto del 30 per cento canonico.
Diverso è il caso del congedo di paternità che consiste in un periodo di pausa dal lavoro concesso direttamente ai papà, lavoratori dipendenti pubblici o privati, in occasione della nascita.
I giorni di astensione dalle attività restano 10 e, sebbene negli ultimi anni siano stati fatti dei buoni passi avanti, la distanza tra le tutele previste per i neo papà e quelle per le neo mamme, che hanno diritto a 5 mesi di stop, restano fortemente sbilanciate. Una questione non solo maschile, ma anche femminile, strettamente connessa alla parità di genere.
A ottobre 2021 l’ex Ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, dal Women’s Forum G20 Italy aveva parlato dell’idea di estendere il congedo di paternità in maniera graduale fino a tre mesi, sottolineando “l’importante è parificare la responsabilità anche maschile”.
Un’astensione dal lavoro per i padri, che arriva a coprire mesi e non semplicemente qualche giorno, spiana la strada a una nuova distribuzione dei carichi di cura all’interno delle famiglie, percorso obbligato per favorire la parità di genere e la presenza delle donne nel mercato del lavoro.
Nel frattempo, però, sono cambiati Governo e intenzioni e, per ora, non sembra esserci all’orizzonte il progetto di rivoluzionare le regole sul congedo di paternità.
Congedo di paternità 2024: quanti giorni dura l’astensione dal lavoro?
C’è da dire che negli ultimi anni il congedo di paternità ha guadagnato sempre più terreno: l’Italia, in anticipo rispetto alla scadenza fissata dall’Europa con la direttiva 2019/1158, ha portato i giorni di astensione retribuita dal lavoro da 7 a 10 a partire dal 2021.
La tutela, poi, dall’anno successivo è diventata strutturale e con il recepimento della direttiva UE sulla conciliazione vita lavoro, che ha imposto una revisione degli strumenti a sostegno della genitorialità, è stata potenziata e ha trovato spazio nel Testo Unico a tutela della maternità e paternità.
Le regole su come funziona sono state messe nero su bianco nell’articolo 27 bis del decreto legislativo numero 151 del 2001.
Con le ultime novità introdotte a partire da agosto 2022 i giorni sono diventati 20 in caso di parto plurimo.
Sul portale INPS si legge:
“Per quanto concerne il computo dei 10 giorni (20 in caso di parto plurimo), devono essere computate e indennizzate le sole giornate lavorative”.
Congedo di paternità 2024: come funziona?
I lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato che diventano papà, ma anche in caso di morte perinatale, possono astenersi dal lavoro per 10 giorni beneficiando di un’indennità pari al 100 per cento della retribuzione. La tutela non è prevista peri i padri lavoratori autonomi e quelli iscritti alla Gestione Separata.
Si può beneficiare della pausa dai due mesi precedenti la data presunta del parto fino ai cinque mesi successivi alla nascita o dall’ingresso in famiglia o in Italia in caso di adozioni, affidamento o collocamento temporaneo.
Il periodo di stop può coincidere con il congedo di maternità o anche essere successivo, ma non deve superare la scadenza dei cinque mesi.
Va specificato che questo tipo di tutela si distingue dal congedo di paternità facoltativo: si tratta, infatti, di un diritto autonomo del papà, ovvero indipendente dal beneficio che spetta alla madre e aggiuntivo rispetto a quest’ultimo.
Il congedo facoltativo comporta la rinuncia di un giorno da parte della mamma e la fruizione della stessa giornata da parte del papà.
Congedo di paternità 2024: come si chiede all’INPS o al datore di lavoro
In linea generale, per beneficiare del congedo di paternità 2024, i neo papà devono comunicare il periodo di stop al datore di lavoro almeno 5 giorni prima dell’effettiva astensione, anche facendo riferimento alla data presunta del parto.
Quando è l’INPS a effettuare direttamente il pagamento dell’indennità è necessario presentare domanda online:
- tramite il servizio dedicato;
- rivolgendosi al Contact Center al numero 803 164 oppure 06 164 164;
- affidandosi a enti di patronato e intermediari dell’Istituto.
In caso di conguaglio, invece, bisogna presentare domanda tramite apposita comunicazione scritta al datore di lavoro, anche utilizzando il sistema informativo aziendale per la richiesta e la gestione delle assenze.
I lavoratori dipendenti pubblici, infine, devono presentare domanda di congedo di paternità sempre alla pubblica amministrazione datrice di lavoro.
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Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Congedo di paternità, anche per il 2024 spettano 10 giorni: come funziona e come si richiede