Nuovi dati dall'Istat: il deficit al 2023 al 7,4 per cento, 0,2 per cento in più rispetto ai numeri del DEF 2024. Ad incidere il superbonus, con 77 miliardi nel 2023, secondo le stime della Banca d'Italia. Giorgetti rilancia lo spalmacrediti in dieci anni
Ieri l’Istat ha diffuso una stima sul deficit 2023 che supera il dato del DEF 2024, arrivando dal 7,2 al 7,4 per cento.
A pesare è anche l’effetto del superbonus e dei bonus edilizi. Per lo scorso anno sono stati stimati in 77 miliardi nel 2023, secondo i numeri forniti dalla Banca d’Italia nel corso dell’audizione di ieri presso le Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato.
Nel corso dell’audizione sul DEF 2024, che si è tenuta nella serata di ieri, il Ministro Giorgetti ha riproposto azioni per diluire l’impatto sul debito pubblico, allungando la fruizione dei crediti del superbonus da 4 a 10 anni.
Superbonus: numeri ancora più alti rispetto a quelli del DEF 2024
Mentre prosegue la discussione in Senato relativa all’iter di approvazione della legge di conversione del decreto 39/2024, l’Istat fornisce una stima a rialzo dei dati del DEF 2024.
Il deficit del 2023 è stato stimato al 7,4 per cento, con un’aumento dello 0,2 per cento rispetto ai numeri forniti dopo l’approvazione del DEF dello scorso 9 aprile.
Ad incidere, ancora una volta, è l’“effetto superbonus”. Una stima sull’impatto era stata fornita in mattinata mell’audizione preliminare all’esame del DEF 2024 da Sergio Nicoletti Altimari, Capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia.
Nel corso della sua relazione il rappresentatnte della Banca d’Italia aveva spiegato che:
“Negli anni 2024-2026 l’andamento tendenziale a legislazione vigente dell’indebitamento netto non si discosta molto da quello programmatico della NADEF. L’incidenza del debito è ora prevista in rialzo anche per i riflessi di cassa dei maggiori costi del superbonus emersi nei conti consuntivi.”
Erano inoltre state fornite stime sull’ammontare dei crediti d’imposta relativi al superbonus per l’anno 2023.
A riguardo, nel documento presentato dalla Banca d’Italia viene sottolineato quanto di seguito riportato:
“Benché il DEF non includa informazioni esplicite al riguardo, si può dunque valutare che l’ammontare dei crediti d’imposta per Superbonus contabilizzati per competenza nei conti del 2023 pubblicati da Istat a inizio aprile sia pari a quasi 3,7 punti percentuali del PIL (77 miliardi). Si tratta di un valore di oltre cinque volte superiore a quanto il DEF 2023 prevedeva sarebbe maturato nell’anno.”
La stima dei crediti del superbonus per lo scorso anno si attesta quindi a 77 miliardi di euro, in ogni caso cinque volte superiore rispetto a quella indicata del DEF 2023.
I numeri sembrano tuttavia continuare a crescere anche alla luce dei dati forniti dall’Istat, presentando un quadro non ancora definito.
Nell’evidenziare che la Banca d’Italia attende i dati finali, Sergio Nicoletti Altimari ha chiesto chiarimenti al governo sul quadro dei bonus edilizi:
“sulla stima dell’onere del superbonus: noi ci basiamo sulla stima dei dati che sono contenuti nel DEF e dell’Istat. Tra l’altro su questo punto chiediamo anche una maggiore chiarezza da parte del governo su come poi questi maggiori oneri vengono allocati per cassa nel corso del triennio successivo.”
Nei giorni precedenti anche l’Ufficio parlamentare di Bilancio aveva sottolineato alcuni dei fattori che avevano portato a una sottostima delle risorse necessarie per il superbonus.
Superbonus: crediti in dieci anni per diluire l’effetto sui conti pubblici
Sul tema del superbonus, nella serata di ieri, è intervenuto anche lo stesso ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.
Il ministro, nell’intervento tenuto nel corso dell’audizione serale presso le Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, ha ribadito la volontà di mettere in campo misure per permettere un riallineamento dei valori programmatici ancora vigenti e migliorare gli andamenti di cassa.
L’obiettivo è quello di rimodulare il rapporto debito/PIL per ridurlo nel breve periodo.
Per questo il ministro Giorgetti è tornato sulla proposta di allungare la fruizione dei crediti d’imposta relativi a interventi del superbonus da 4 a 10 anni, così da permettere che la “trasformazione” dei crediti in debito pubblico avvenga in modo più graduale.
L’esecutivo mira a “spalmare” gli effetti della compensazione dei crediti d’imposta utilizzati in compensazione, che incideranno significativamente sulla dinamica del debito pubblico fino al 2026.
Nel sottolineare l’impatto che il superbonus avrà sui conti pubblici, con riferimento ai disallineamenti tra le stime al 31 marzo e al 4 aprile 2024, Giorgetti ha messo in evidenza quanto segue:
“questa infernale macchina da guerra del superbonus si è mangiata un anno di incremento di spesa sanitaria.”
Il governo tuttavia non ha fornito dati in grado di eliminare la confusione tra le stime fornite dalla Banca d’Italia e quelle richiamate dall’Agenzia delle Entrate.
Le stime sull’impatto del superbonus e dei bonus edilizi sono ancora in evoluzione e sarà importante attendere i dati relativi al mese di aprile, il primo oltre i 90 giorni previsti per la possibilità di comunicare i dati all’ENEA a conclusione dei lavori.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Superbonus: numeri ancora più alti rispetto a quelli del DEF 2024