Rottamazione delle cartelle e non solo: il 2025 comincia con una serie di sfide fiscali

Rosy D’Elia - Fisco

Dalla rottamazione delle cartelle al taglio del cuneo fiscale e contributivo: sono diversi i temi fiscali sotto osservazione in queste prime settimane del 2025. Una panoramica delle principali notizie dal 3 al 9 febbraio

Rottamazione delle cartelle e non solo: il 2025 comincia con una serie di sfide fiscali

La settimana che sta per concludersi è un bignami delle sfide fiscali che il Governo dovrà affrontare nei prossimi mesi. La più lampante è, senza dubbio, quella posta dal vicepremier Matteo Salvini sull’opportunità di una rottamazione quinquies per il 2025.

E, accanto a questa, resta il taglio dell’IRPEF per il ceto medio rimasto in stand by dallo scorso anno. E anche le correzioni da apportare al nuovo taglio del cuneo fiscale e contributivo che, nella nuova formulazione, penalizza alcuni lavoratori e alcune lavoratrici.

Le notizie che arrivano dal mondo del Fisco nella settimana dal 3 al 9 febbraio suggeriscono che, nonostante i lavori di riforma avviati ormai da tempo, c’è ancora molto lavoro da fare.

Rottamazione delle cartelle 2025 tra nuova edizione proposta, scadenze in arrivo e possibili riaperture

Ci sono chiaramente alcuni temi che non perdono mai di attualità. Uno di questi è il pagamento delle cartelle esattoriali e la previsione di una rottamazione, con l’eliminazione di sanzioni e interessi, per invogliare i cittadini e le cittadine a mettersi in regola.

La definizione agevolata per i debiti fino al 2022, prevista dalla Legge di Bilancio 2023 nell’ambito della tregua fiscale, avrebbe dovuto temporaneamente mettere un punto sulla questione.

Ma il capitolo è tutt’altro che chiuso: il calendario delle scadenze per i pagamenti è un cantiere sempre aperto e, a distanza di due anni, torna a riaccendersi la discussione su una rottamazione quinquies.

Rottamazione delle cartelle 2025: cosa prevede l’edizione quinquies proposta dalla Lega?

La proposta di legge firmata da Alberto Gusmeroli (Lega), Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera, punta a diluire in maniera omogenea in 10 anni le cartelle non pagate, eliminando sanzioni e interessi, non prevedendo anticipi e maxi-rate o decadenze immediate in caso di mancati versamenti.

Come sottolineato durante la conferenza stampa del 7 febbraio, presieduta dal vicepremier Salvini, sarebbe questa la strada per recuperare risorse nell’immediato e ridurre la mole dei crediti che restano da riscuotere, pari a 1.275 miliardi a fine dicembre.

Ma proprio sul magazzino dell’Agenzia delle Entrate Riscossione è in corso quella che il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo ha definito una operazione verità, l’analisi portata avanti dalla Commissione istituita nell’ambito dei lavori di riforma fiscale appositamente per studiare lo stato dell’arte e valutare eventuali azioni future.

Il vicepremier durante la presentazione della nuova definizione agevolata ha sottolineato il favore del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti su una rottamazione quinquies. Ma adottarla con l’operazione in corso sarebbe come saltare le tappe.

Rottamazione delle cartelle 2025: scadenza e riapertura in arrivo

È tempo, invece, di ulteriori novità per la definizione agevolata attualmente in corso: mentre si avvicina la scadenza del 28 febbraio 2025 per il pagamento della sesta o settima rata prevista nel piano di pagamenti, si fa largo l’ipotesi di una riapertura per dare una nuova chance a coloro che non hanno rispettato il calendario dei versamenti.

La novità potrebbe arrivare con la conversione in legge del Decreto Milleproroghe su cui sta lavorano il Senato e che dovrà essere approvata anche dalla Camera entro la fine del mese.

Secondo le ultime notizie che arrivano dal viceministro Leo, i tecnici sarebbero al lavoro per trovare la giusta formula da inserire nel testo e permettere ai decaduti di sanare in maniera agevolata i debiti contenuti nelle cartelle fino al 2022.

Dalla Rottamazione delle cartelle al taglio dell’IRPEF: le sfide del Fisco

Nel frattempo è sempre Leo a confermare una linea di valutazioni e cautele su un altro tema che resta caldo nel 2025: il taglio dell’IRPEF per il ceto medio.

L’esigenza di agire su aliquote e scaglioni resta una priorità del Governo, ma allo stesso tempo le risorse restano il nodo da sciogliere. Spostare la seconda fascia a 65.000 euro o la percentuale da 35 a 33 punti per il calcolo dell’imposta avrebbe un costo di 2,5 miliardi circa. Adottare un mix delle due soluzioni sarebbe ancora più costoso.

E, ancora una volta, il viceministro ha sottolineato la necessità di far quadrare i conti dopo le dichiarazioni del responsabile economico di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Finanze della Camera Marco Osnato ad Affari Italiani su una riduzione dell’IRPEF entro Pasqua.

Anche per il bonus dipendenti ci sarebbero ulteriori novità in arrivo

Uno schema simile segue la questione del nuovo bonus dipendenti. Lo scorso 29 gennaio la sottosegretaria al MEF Lucia Albano aveva confermato la necessità di adottare dei correttivi non sbilanciandosi, però, sui tempi e sottolineando l’esigenza di procedere con “un’attenta valutazione”.

Nella stessa occasione delle anticipazioni sull’IRPEF, a distanza di pochi giorni, Marco Osnato ha annunciato l’arrivo imminente di soluzioni per coloro che percepiscono retribuzioni tra gli 8.500 e i 9.000 euro e hanno perso il trattamento integrativo con il passaggio al nuovo taglio del cuneo fiscale e contributivo.

Dalla rottamazione al bonus dipendenti, la sensazione è quella di un andamento a ritmi diversi, con la politica che prova ad accelerare e la necessità di trovare una andatura comune sui temi più caldi.

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