Nel 2019 l'Agenzia delle Entrate ha pubblicato, in media, più di una risposta all'interpello al giorno. Considerando anche i principi di diritto e le consulenze giuridiche, l'amministrazione finanziaria si è espressa 421 volte sui dubbi dei contribuenti. Filo diretto con i cittadini o normativa poco chiara?
Nei primi 9 mesi del 2019 l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato, in media, più di una risposta all’interpello ogni giorno: dal 1° gennaio all’11 settembre ha sciolto 381 dubbi dei contribuenti.
Se si considerano anche i principi di diritto e le consulenze giuridiche, il numero cresce ancora: dall’inizio dell’anno sono 421 le occasioni in cui l’amministrazione finanziaria si è espressa sulla corretta interpretazione della normativa fiscale.
Si sta costruendo un filo sempre più diretto con i contribuenti o è sempre più difficile leggere e applicare la normativa?
Dall’Agenzia delle Entrate più di una risposta all’interpello ogni giorno: filo diretto o caos?
Chi domanda non fa errori. Questa massima popolare è un’estrema sintesi del diritto all’interpello, riconosciuto a tutti i contribuenti e sancito dall’articolo 11 della legge numero 212 del 2000, il famoso ma purtroppo mai pienamente attuato Statuto dei Diritti del Contribuente.
Accesso libero al regime forfettario anche con una doppia attività? Qual è la giusta aliquota IVA da applicare alla vendita di alimenti e bevande? L’iscrizione all’AIRE è necessaria per beneficiare delle agevolazioni previste per il rientro dei cervelli?
Quando dalla teoria, del testo normativo, si passa alla pratica delle infinite situazioni possibili, prendono vita una serie di interrogativi. E se è vero che a ogni quesito c’è una risposta, è anche vero che non sempre è immediata e univoca.
Per orientarsi nel groviglio di norme fiscali, tutti possono rivolgersi per questioni concrete e personali all’amministrazione finanziaria ed ottenere chiarimenti su tre fronti, come si legge nell’articolo 11:
- a) l’applicazione delle disposizioni tributarie, quando vi sono condizioni di obiettiva incertezza sulla corretta interpretazione di tali disposizioni e la corretta qualificazione di fattispecie alla luce delle disposizioni tributarie applicabili alle medesime, ove ricorrano condizioni di obiettiva incertezza e non siano comunque attivabili le procedure di cui all’articolo 31-ter del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, introdotto dall’articolo 1 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 147 e di cui all’articolo 2 del medesimo decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 147;
- b) la sussistenza delle condizioni e la valutazione della idoneità degli elementi probatori richiesti dalla legge per l’adozione di specifici regimi fiscali nei casi espressamente previsti;
- c) l’applicazione della disciplina sull’abuso del diritto ad una specifica fattispecie.
E non solo, al comma 2 il testo specifica:
“Il contribuente interpella l’amministrazione finanziaria per la disapplicazione di norme tributarie che, allo scopo di contrastare comportamenti elusivi, limitano deduzioni, detrazioni, crediti d’imposta, o altre posizioni soggettive del soggetto passivo altrimenti ammesse dall’ordinamento tributario, fornendo la dimostrazione che nella particolare fattispecie tali effetti elusivi non possono verificarsi. Nei casi in cui non sia stata resa risposta favorevole, resta comunque ferma la possibilità per il contribuente di fornire la dimostrazione di cui al periodo precedente anche ai fini dell’accertamento in sede amministrativa e contenziosa”.
Nel primo caso i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate arrivano entro 90 giorni, mentre in tutti gli altri l’attesa può arrivare anche a 120.
E sono uno strumento prezioso nelle mani dei contribuenti:
“La risposta, scritta e motivata, vincola ogni organo della amministrazione con esclusivo riferimento alla questione oggetto dell’istanza e limitatamente al richiedente”.
Agenzia delle Entrate, 381 risposte agli interpelli e la difficoltà di orientarsi nella normativa fiscale
Ma nonostante quel “limitatamente al richiedente”, le comunicazioni in alcuni casi sembrano andare ben oltre i confini stabiliti, o almeno questo è quello che denunciano ormai da parecchi anni gli addetti ai lavori.
E la posizione assunta dall’amministrazione finanziaria su casi pratici ha una ricaduta anche su tutti gli altri cittadini. I “botta e risposta” sull’interpretazione della normativa fiscale dal 2018 sono pubblici e diventano un punto di riferimento anche per tutti gli altri.
Il 2019, con 421 documenti tra risposte agli interpelli, principi di diritto e consulenze giuridiche pubblicati sul sito dell’Agenzia delle Entrate, conta un patrimonio di informazioni ricchissimo.
Tutti possono attingere e utilizzarlo come manuale di istruzioni per l’interpretazione delle leggi di riferimento.
Ma di fronte a una mole così pesante di informazioni diventa legittimo pensare che la necessità di chiarimenti nasca da un terreno fitto di incertezze, su cui è difficile avanzare speditamente ed è semplice cadere.
D’altronde è lo stesso articolo 11 a sottolineare che si ricorre alle risposte agli interpelli “quando vi sono condizioni di obiettiva incertezza sulla corretta interpretazione” delle disposizioni.
La difficile lettura dei testi di legge suona, in alcuni casi, addirittura come una contraddizione in termini.
Un esempio? La nuova veste del regime forfettario avrebbe dovuto rendere più agevole l’accesso ai contribuenti, ma fin dal suo debutto è stata immersa in una nuvola di dubbi.
In particolare, caso dopo caso, è risultato molto difficile definire in maniera chiara i confini delle cause ostative e neanche la circolare numero 9 del 10 aprile 2018 dedicata alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio ha posto fine agli interrogativi.
Con una media di 1,5 documenti chiarificatori ogni giorno pubblicati nei primi 250 giorni dell’anno, l’Agenzia delle Entrate onora i diritti dei contribuenti, ma dimostra che orientarsi nella normativa fiscale, per gli italiani, è come muoversi in un labirinto...
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Agenzia delle Entrate, nel 2019 più di un interpello al giorno: filo diretto o caos?