Pensione anticipata 2024: requisiti e novità

Vanda Soranna - Pensioni

Chi può andare in pensione anticipata nel 2024? Requisiti, regole e le novità previste dalla Legge di Bilancio 2024

Pensione anticipata 2024: requisiti e novità

A chi spetta la pensione anticipata nel 2024? Quali sono i requisiti per accedere e le novità previste per l’anno in corso?

La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto numerose novità in materia di pensioni, con una stretta proprio sulla pensione anticipata e sui requisiti per accedervi.

Quota 103 è confermata, ma con correttivi penalizzanti per chi intende andare in pensione dal 1° gennaio 2024. Viene introdotta poi una nuova edizione della pace contributiva, ossia il riscatto agevolato dei contributi, così come vengono rivisitate l’Ape Sociale ed Opzione donna, con condizioni d’accesso più stringenti.

Di seguito il punto delle novità sulla pensione anticipata in accordo alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2024.

Pensione anticipata 2024, requisiti e novità: chi può accedere a Quota 103

Per il 2024 è stata confermata Quota 103, ma, con l’obiettivo di mantenere in equilibrio i conti previdenziali, sono stati introdotti alcuni correttivi penalizzanti per i lavoratori e le lavoratrici che desiderano andare in pensione quest’anno.

Gli iscritti all’AGO e alle forme esclusive e sostitutive della medesima, gestite dall’INPS, nonché alla Gestione separata, maturano dunque, anche nel 2024, il diritto alla pensione anticipata flessibile, appunto Quota 103, al al raggiungimento degli stessi requisiti in vigore per il 2023:

  • un’età di almeno 62 anni;
  • un’anzianità contributiva minima di 41 anni.

I requisiti anagrafici e contributivi possono essere maturati esclusivamente entro il prossimo 31 dicembre.

L’assegno pensionistico, però, è determinato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo previste dal Dlgs n. 180/1997 e viene erogato entro il tetto di un importo lordo mensile non superiore a 4 volte il trattamento minimo INPS. Pertanto, per il 2024, l’importo della pensione con Quota 103 non può superare l’importo massimo mensile di 2.394,44 euro.

Al raggiungimento dell’età di vecchiaia, che fino al 2026 è fissata a 67 anni (da adeguare dal 1° gennaio 2027 alla speranza di vita) sarà erogato l’importo spettante e adeguato all’inflazione nel corso degli anni.

Chi ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2023, invece, può accedere alla pensione anticipata flessibile Quota 103 secondo le vecchie regole, per cui l’assegno è erogato entro il limite massimo di importo lordo mensile pari a 5 volte il trattamento minimo.

La Legge di Bilancio 2024 è intervenuta anche sulle cosiddette finestre temporali. Per gli iscritti al comparto privato e autonomo il differimento dalla data di maturazione dei requisiti per il godimento della pensione è aumentato a 7 mesi.

Per i dipendenti pubblici tale limite viene aumentato da 6 a 9 mesi dalla data di maturazione dei requisiti nel 2024.

Tutte le istruzioni in merito alla fruizione della pensione anticipata con Quota 2013 sono state fornite dall’INPS nella circolare n. 39 del 27 febbraio 2024.

PensioneEtàAnni di ContributiAltro
Quota 103 62 41 Finestra di 7 mesi per i dipendenti privati

Finestra di 9 mesi per i dipendenti pubblici

Tetto massimo al valore lordo mensile dell’assegno

Pensione anticipata 2024 e bonus Maroni: come funziona l’incentivo alla prosecuzione dell’attività lavorativa

La Legge di Bilancio ha anche rinnovato per i dipendenti che maturano i requisiti minimi previsti per l’accesso a Quota 103 nel 2024, la possibilità di rimanere in servizio e beneficiare di una somma corrisposta direttamente in busta paga.

Il cosiddetto bonus Maroni, è pari alla contribuzione a carico del lavoratore, con conseguente esonero del relativo versamento da parte del datore di lavoro e del relativo accredito contributivo.

In pratica, ai lavoratori e alle lavoratrici che posticipano l’uscita dal lavoro viene garantito un aumento di stipendio di circa il 10 per cento. Il lavoratore, però, al momento della pensione riceverà l’importo del trattamento maturato alla data della prima scadenza utile per il pensionamento.

Come funziona il nuovo riscatto di periodi non coperti da contribuzione a fini pensionistici

Per il biennio 2024-2025, in via sperimentale, è stata introdotta anche una nuova pace contributiva.

La Legge di Bilancio ha previsto che i lavoratori e le lavoratrici interamente nel sistema contributivo iscritti all’INPS (quindi privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995) e non già titolari di pensione, possono riscattare, a domanda, nella misura massima di 5 anni, anche non continuativi, i periodi antecedenti alla data di entrata in vigore della legge, compresi tra l’anno del primo e quello dell’ultimo contributo comunque accreditato, parificandoli a periodi di lavoro.

Gli interessati, dunque, possono riscattare un periodo non coperto da contribuzione di massimo 5 anni, anche non continuativi, purché compresi tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023.

Il limite massimo dei 5 anni è determinato senza tenere conto degli eventuali periodi per cui è già stato chiesto il riscatto ai sensi della legge n. 4/2019.

Il versamento può essere effettuato ai regimi previdenziali di appartenenza in unica soluzione oppure in un massimo di 120 rate mensili, ciascuna di importo non inferiore a 30 euro.

Come precisato anche nella circolare INPS n. 69/2024 con le istruzioni operative, la domanda deve essere inviata entro il 31 dicembre 2025.

A presentarla può essere il diretto interessato, dai suoi superstiti o dai suoi parenti e affini entro il secondo grado. Per i lavoratori e le lavoratrici del settore privato, la domanda può essere presentata anche dal datore di lavoro, il quale può sostenere il relativo onere utilizzando i premi di produzione spettanti al dipendente.

Pensione anticipata 2024: maglie più strette anche per Opzione donna e Ape Sociale

Anche l’Ape Sociale è stata prorogata fino al 31 dicembre 2024. Si tratta dell’indennità a carico dello Stato corrisposta fino al conseguimento dei requisiti pensionistici per la pensione di vecchiaia, a favore di soggetti che si trovano nelle condizioni previste dalla norma (disoccupati, invalidi, caregivers, addetti a mansioni gravose).

Si restringe però l’accesso alla misura: la soglia minima di età viene fissata al compimento dei 63 anni e 5 mesi, con 30/36 anni di anzianità contributiva. Resta anche nel 2024 la non cumulabilità di Ape Sociale con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui.

La Legge di Bilancio 2024 è intervenuta anche sul trattamento pensionistico anticipato c.d. Opzione donna, con maturazione dei requisiti entro il 31 dicembre 2023.

Anche in questo caso a cambiare è il requisito anagrafico. Dai 60 anni del 2023 si passa a 61 anni. Il requisito contributivo resta fermo a 35 anni.

Il requisito anagrafico è ridotto di un anno se l’interessata ha un figlio e di 2 anni se ha due o più figli. Due anni in meno anche per lavoratrici licenziate/dipendenti di aziende in crisi.

Per richiedere la pensione sfruttando questo tipo di anticipo pensionistico è, inoltre, necessario optare per il sistema di calcolo contributivo.

PensioneEtàAnni di ContributiAltro
Ape Sociale 63,5 30/32/36 Cumulabile solamente con redditi da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5.000 euro

Per le madri riduzione del requisito contributivo di 1 anno per ogni figlio (massimo 2 anni)
Pensione Età Anni di Contributi Altro
Opzione Donna 61 35 60 anni d’età con un figlio

59 anni d’età con 2 o più figli oppure se licenziate/dipendenti di aziende in crisi

Pensione anticipata con il sistema contributivo: nuovi importi minimi per accedere al trattamento

La Legge di Bilancio 2024 è intervenuta anche sugli importi minimi per andare in pensione con il sistema contributivo.

Per quanto riguarda il pensionamento anticipato (64 anni d’età e 20 di contributi), il trattamento maturato deve essere superiore a 3 volte quello dell’assegno sociale e non più 2,8 come è stato finora. Si prevede, poi, uno sconto a 2,8 per le donne con 1 figlio e a 2,6 per le donne con 2 o più figli.

Tale trattamento è riconosciuto per un importo lordo mensile massimo non superiore a 5 volte il minimo previsto fino alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia. Decorre trascorsi 3 mesi dalla data di maturazione dei requisiti previsti.

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