Pensioni 2024: le novità della Legge di Bilancio, stretta sull’uscita anticipata

Francesco Rodorigo - Pensioni

Arrivano requisiti più stringenti per la pensione anticipata nel 2024. Da quest’anno sono in vigore novità non solo per Opzione Donna e Ape Sociale, ma anche per Quota 103 in una nuova versione con penalizzazioni. Le misure nel testo della Legge di Bilancio 2024 pubblicata in Gazzetta Ufficiale

Pensioni 2024: le novità della Legge di Bilancio, stretta sull'uscita anticipata

Nessuna riforma delle pensioni per il 2024, il pacchetto di misure dedicato alla previdenza della nuova Legge di Bilancio però prevede comunque importanti novità.

Dopo la votazione nelle Aule di Senato e Camera il testo è stato approvato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 303 del 30 dicembre 2023.

Come preannunciato sono arrivate diverse novità per quanto riguarda le misure già in vigore nel 2023, con una stretta su Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale.

Inoltre, viene eliminato il vincolo legato alla pensione di vecchiaia per le persone che si trovano nel sistema contributivo, per cui l’importo del trattamento deve essere superiore a 1,5 volte quello della pensione sociale. Allo stesso tempo, però, il valore di quello legato al pensionamento anticipato aumenta a 3 volte, ma con sconti per le donne con figli.

Viene modificato anche il meccanismo di indicizzazione delle pensioni, la rivalutazione scende dal 32 al 22 per cento per l’ultima fascia, quella degli assegni 10 volte oltre il minimo.

Nel testo finale anche la soluzione al taglio delle pensioni dei medici e di altri dipendenti pubblici.

Di seguito un riepilogo delle novità per il 2024:

  • Quota 103: pensione a 62 anni d’età e 41 di contributi. Importo calcolato secondo il sistema contributivo e bonus maroni. Tetto massimo al valore lordo mensile dell’assegno. Finestre d’uscita dilatate;
  • Opzione Donna: il requisito anagrafico sale a 61 anni. Invariato il resto;
  • Ape Sociale: il requisito anagrafico sale a 63 anni e 5 mesi. Ristretto l’elenco delle mansioni gravose. Invariato il resto;
  • Sistema contributivo: Pensione di vecchiaia (67 anni d’età e 20 di contributi), importo almeno pari all’assegno sociale. Pensione anticipata (64 anni d’età e 20 di contributi), importo minimo passa da 2,8 a 3 volte quello dell’assegno sociale (2,8 per le donne con 1 figlio e 2,6 per donne con 2 o più figli);
  • Modifiche al meccanismo di indicizzazione;
  • Riscatto agevolato per colmare i vuoti contributivi;
  • Limitato il taglio alle pensioni di medici, infermieri e altri dipendenti pubblici.

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Pensioni 2024: le novità della Legge di Bilancio, stretta sull’uscita anticipata

Dopo il voto alla Camera la Legge di Bilancio 2024, n. 213/2023, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 303 del 30 dicembre 2023.

Tra gli interventi previsti, oltre al rinnovo del taglio del cuneo fiscale e alle misure a sostegno delle famiglie, c’è anche il pacchetto di misure dedicato alle pensioni.

Si prevedono diverse novità per il nuovo anno, soprattutto per quanto riguarda la pensione anticipata. Per scongiurare il ritorno della legge Fornero per il 2024, l’ipotesi annunciata era quella di modificare i requisiti di accesso a Quota 103, trasformandola sostanzialmente in Quota 104.

Una modifica che però è stata definitivamente accantonata e non ha trovato spazio nel testo definitivo, nel quale viene conservato lo strumento introdotto dalla Legge di Bilancio 2023 e che prevede la possibilità di andare in pensione anticipatamente, uscendo dal lavoro con 62 anni d’età e 41 di contributi.

Se da un alto non c’è stata alcuna variazione del requisito anagrafico, dall’altro vengono introdotti vincoli molto più stringenti per l’uscita anticipata rispetto al 2023.

Per quest’anno arriva una Quota 103 penalizzata, dato che per chi matura i requisiti nel corso del 2024 l’importo del trattamento verrà determinato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo.

Inoltre, si introduce un tetto massimo al valore lordo mensile dell’assegno, che non potrà essere superiore a quattro volte il minimo indicato dall’INPS (circa 2.250 euro).

Chi sceglie di rinunciare all’uscita, invece, potrà beneficare del bonus maroni, che è stato confermato.

Stretta anche sulle finestre di uscita le quali vengono dilatate. Si allungano, infatti, i tempi necessari tra la maturazione dei requisiti e la pensione: passano da 3 a 7 mesi a per i dipendenti privati e da 6 a 9 mesi per gli statali.

Pensioni 2024: nuovi requisiti per Ape Sociale e Opzione Donna

La Legge di Bilancio 2024 prevede importanti novità anche per Opzione Donna e Ape Sociale, non si interviene sulla platea di beneficiari ma vengono modificati i requisiti d’accesso.

Si potrà accedere all’Ape Sociale a 63,5 anni d’età, 5 mesi in più rispetto al 2023. A poterne beneficiare saranno i soggetti appartenenti alle categorie già individuate:

  • caregiver;
  • disoccupati;
  • lavoratori con mansioni gravose;
  • disabili almeno al 74 per cento.

Invariati i requisiti contributivi. Per le donne scendono di 1 anno per ogni figlio (massimo 2).

Si restringe però l’elenco delle mansioni gravose che torna quello originale previsto dalla Legge di Bilancio 2017. La Manovra 2024, infatti, non ha rinnovato l’ampliamento delle categorie riconosciuto per il biennio 2022/2023. Vengono meno anche le relative riduzioni contributive per edili e ceramisti.

Infine, vengono eliminati i limiti di cumulabilità della prestazione con il reddito da lavoro dipendente e autonomo. La possibilità di cumulo resta solo per il lavoro occasionale.

Anche per Opzione Donna, aumenta il requisito anagrafico, che passa da 60 a 61 anni d’età. Resta fermo il requisito di 35 anni di contribuzione, ridotto di un anno per ogni figlio nel limite di due anni.

Allo stesso modo, per il prossimo anno l’accesso a questa forma di pensionamento sarà limitato alle specifiche categorie di lavoratrici individuate per il 2023:

  • licenziate o dipendenti in aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero;
  • persone con disabilità pari o oltre il 74 per cento;
  • che assistono, da almeno 6 mesi, persone disabili conviventi, con disabilità in situazione di gravità in base alla legge 104 del 1992.

I requisiti devono essere maturati entro il 31 dicembre 2023.

Pensioni 2024: niente aumento delle minime, modifiche alla rivalutazione

Per quanto riguarda la rivalutazione delle pensioni in rapporto all’inflazione, si interviene sul meccanismo dell’indicizzazione rispetto alle modifiche apportate lo scorso anno.

Nello specifico, per l’ultima fascia, quella con i trattamenti oltre 10 volte il minimo viene ridotta la rivalutazione che scende dal 32 al 22 per cento. Invariate le altre fasce. Rispetto alla prima bozza, non c’è l’aumento della rivalutazione dall’85 al 90 per cento per i trattamenti tra 4 e 5 volte il minimo.

Secondo quanto annunciato dal Ministero dell’Economia, nel 2024 le pensioni saranno rivalutate fino al 5,4 per cento .

Un’altra novità, inoltre, riguarda, per i prossimi due anni, la possibilità per i lavoratori interamente nel contributivo di riscattare in modo agevolato i vuoti contributivi. Un sistema sulla falsariga del riscatto della laurea.

Si potrà riscattare un periodo massimo di 5 anni, in unica soluzione oppure in un massimo di 120 rate mensili, di importo non inferiore a 30 euro.

Inoltre, la Legge di Bilancio 2024 interviene anche sui soggetti che si trovano interamente nel sistema contributivo.

Nello specifico viene eliminato il vincolo che prevede si possa andare in pensione nel sistema contributivo, una volta raggiunta l’età prevista (67 anni e il requisito minimo di versamenti), solamente se è stato raggiunto un importo pensionistico pari a 1,5 volte quello della pensione sociale.

Viene modificato, però, anche il requisito per la pensione anticipata con il contributivo, con 64 anni d’età e 20 di contributi. Il trattamento maturato dovrà essere superiore a 3 volte quello dell’assegno sociale e non più 2,8 come è stato finora. Si prevede uno sconto a 2,8 per le donne con un figlio e a 2,6 per le donne con due o più figli.

Tale trattamento di pensione anticipata verrà riconosciuto per un valore lordo mensile massimo non superiore a 5 volte il trattamento minimo previsto fino alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia. Decorrerà trascorsi 3 mesi dalla data di maturazione dei requisiti previsti.

Pensioni medici e dipendenti pubblici 2024: verso Quota 46

Uno degli emendamenti presentati dalla maggioranza di Governo e approvato ha previsto un ricco intervento a correzione dell’articolo l’articolo 33, quello che stabiliva un taglio delle pensioni di medici e infermieri, ma anche di dipendenti degli enti locali, insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate e ufficiali giudiziari.

Il taglio delle pensioni sarà solo per i trattamenti anticipati, le pensioni di vecchiaia sono salve così come i diritti acquisiti al 31 dicembre 2023 e le pensioni di collocamento a riposo per età o servizio.

Le penalizzazioni scattano dal 2024 per gli assegni anticipati, per i quali vengono anche introdotte finestre di accesso più ampie. Per i soli medici e infermieri il taglio sarà ridotto per ogni mese di posticipo del pensionamento fino all’annullamento totale se si resta al lavoro per 36 mesi, arrivando a una sorta di Quota 46.

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