Pensioni: ultime novità tra speranze tradite e numeri da incubo

Diego Denora - Pensioni

Occorre una svolta sulle pensioni: i numeri restituiscono un quadro di grande incertezza economica e sociale per la terza età

Pensioni: ultime novità tra speranze tradite e numeri da incubo

Nel 2025, il montante contributivo delle pensioni sarà rivalutato del 3,66%, come comunicato dall’INPS nel messaggio n. 914/2025 di pochi giorni fa.

Questo lieve aumento influenzerà l’importo delle pensioni calcolate con il metodo contributivo, portando potenzialmente a un incremento rispetto all’anno precedente.

La rivalutazione è basata sulla variazione del PIL degli ultimi cinque anni, calcolata dall’ISTAT.

Ed è una delle poche piccole buone notizie per pensionate e pensionati, preoccupati per gli ultimi dati pubblicati da istituzioni e associazioni di categoria.

Pensioni, l’allarme della CGIL: rischio esodo per 44.000 futuri pensionati e pensionate

La CGIL ha lanciato un allarme in ordine al rischio di un nuovo esodo di circa 44.000 lavoratori a partire dal 2027, a causa dell’adeguamento automatico dei requisiti pensionistici alla speranza di vita.

Questo adeguamento, previsto ogni due anni, potrebbe portare a un aumento di tre mesi dell’età pensionabile e dei requisiti contributivi.

I lavoratori più a rischio sono:

  • quelli in isopensione;
  • quelli usciti dal mondo del lavoro tramite i fondi di solidarietà bilaterali.

Questi lavoratori potrebbero trovarsi in un vero e proprio vuoto di copertura previdenziale, senza assegno pensionistico, stipendio e tutele.

La CGIL ha chiesto quindi un intervento del governo per evitare questa situazione.

Più della metà delle pensioni ha un importo di meno di 750 euro al mese

Altri dati choc sono quelli pubblicati dall’Osservatorio Statistico dell’INPS che la scorsa settimana ha evidenziato come più della metà delle pensionate e dei pensionati italiani percepisca meno di 750 euro al mese!

A inizio anno sono quasi 18 milioni le pensioni attive. Di queste, il 76,1 per cento ha natura previdenziale mentre il 23,9 per cento ha carattere assistenziale.

Le prestazioni di tipo previdenziale sono costituite per il 69,5 per cento da pensioni di vecchiaia (per la maggior parte erogate a uomini), seguono poi le pensioni ai superstiti e le pensioni di invalidità previdenziale.

Per quanto riguarda invece le prestazioni di tipo assistenziale, nella maggior parte (79,4 per cento) dei casi si tratta di invalidità civili sotto forma di pensione e/o indennità. Il restante 20,6 per cento riguarda pensioni e assegni sociali.

Le nuove pensioni pagate nel corso del 2024, invece, sono state quasi un milione e mezzo, di cui poco più della metà (50,7 per cento) di natura previdenziale, per una spesa di 15,1 miliardi di euro.

Di queste, il 61,4 per cento è costituito da pensioni di vecchiaia (per il 60,0 per cento erogate a uomini), il 9,4 per cento da quelle di invalidità previdenziale (64,2 per cento uomini) e il 29,2 per cento da quelle ai superstiti (18,9 per cento uomini).

Accertamento dell’esistenza in vita per i pensionati all’estero

L’INPS nelle ultime settimane ha anche avviato la campagna 2025/2026 per l’accertamento dell’esistenza in vita dei pensionati italiani residenti all’estero, che ricevono il trattamento da Citibank NA.

Questa verifica è obbligatoria per continuare a ricevere l’assegno pensionistico.

La campagna si svolge in due fasi:

  • da marzo a luglio 2025 per i pensionati residenti in America, Asia, Estremo Oriente, Paesi scandinavi, Stati dell’Est Europa e Paesi limitrofi;
  • da settembre 2025 a gennaio 2026 per i residenti in Europa, Africa e Oceania. I pensionati devono inviare le attestazioni ricevute, compilate e firmate, per evitare la sospensione del trattamento.

Citibank NA invierà le richieste di attestazione e i moduli da compilare.

Sono previste diverse modalità per fornire la prova dell’esistenza in vita, tra cui l’invio cartaceo, il portale web di Citibank e la riscossione personale presso gli sportelli Western Union.

In caso di sospensione del pagamento, è possibile richiedere la riemissione delle rate non pagate all’INPS.

Pensionati italiani all’estero: le mete preferite e i perché di questa scelta

Sempre più pensionati italiani decidono di trasferirsi all’estero, attratti principalmente dal costo della vita più basso e da un livello di tassazione più favorevole.

O forse, sono spinti all’estero anche dalla lettura dei dati sopra, che non lasciano ben sperare per il futuro.

Tra le mete più ambite ci sono Spagna, Portogallo, Tunisia e Marocco, che offrono condizioni fiscali vantaggiose, incentivi per la terza età e meno burocrazia.

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