L'isopensione consente di andare in pensione con 7 anni di anticipo. Fino al 2026 lavoratrici e lavoratori dipendenti potranno beneficiare dello scivolo pensionistico esteso, a spese dell'azienda. Come funziona e quali sono i requisiti di accesso
L’isopensione è uno degli strumenti a disposizione di lavoratori e lavoratrici dipendenti di accedere in anticipo alla pensione.
La misura è stata introdotta dalla legge Fornero e prorogata più volte, da ultimo dal decreto Milleproroghe 2023, per cui i dipendenti potranno andare in pensione con 7 anni di anticipo con l’aiuto dell’azienda per cui lavorano.
Inizialmente l’isopensione prevedeva la possibilità di andare in pensione con 4 anni di anticipo ma grazie alle modifiche apportate dalla Legge di Bilancio 2018 gli anni sono diventati 7.
Si tratta di un incentivo all’esodo per favorire il ricambio generazionale, ma anche per quelle aziende che si trovano in un momento di difficoltà e che invece di licenziare un proprio impiegato decidono di mandarlo in pensione in anticipo a proprie spese.
Di seguito le regole su come funziona l’isopensione e come fare domanda.
Isopensione: andare in pensione prima a spese della propria azienda
Isopensione: cos’è e come funziona
L’isopensione, conosciuta anche come assegno di esodo, è lo strumento introdotto dalla legge Fornero, n. 92/2012, grazie al quale i lavoratori e le lavoratrici dipendenti possono andare in pensione con 7 anni di anticipo con l’aiuto dell’azienda per cui lavorano.
L’esodo prevede una durata di 4 anni, successivamente estesa temporaneamente a 7 anni dalla Legge di Bilancio 2018. La Manovra 2021 ha poi previsto la proroga della misura in questi termini al 2023 e successivamente il decreto Milleproroghe dello scorso anno l’ha estesa fino al 2026.
Almeno fino al 2026, quindi, le aziende che occupano più di 15 dipendenti, che hanno avviato un piano di ristrutturazione e che hanno stretto un accordo con i sindacati depositato poi all’INPS possono decidere di avvalersi dell’isopensione per i dipendenti in esubero per 7 anni.
Tali lavoratori ricevono dall’azienda, per 13 mensilità, un assegno pari all’importo del trattamento pensionistico maturato a quel momento per tutto il periodo di esodo, fino al perfezionamento dei requisiti per il pensionamento.
Ad erogare materialmente l’assegno di esodo sarà l’INPS dopo che l’azienda avrà provveduto al pagamento tramite una fideiussione bancaria.
Isopensione: le condizioni da rispettare
Per poter usufruire dell’isopensione è necessario il rispetto di alcune previse condizioni:
- l’azienda deve sottoscrivere un accordo con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nel quale indicare il numero dei lavoratori in esubero ed il termine di conclusione dell’esodo incentivato;
- il lavoratore resta libero di aderire o meno all’anticipazione della pensione;
- la domanda, redatta utilizzando il modello AP97, deve essere sottoscritta dal lavoratore e dal legale rappresentante dell’azienda e viene gestita telematicamente dall’INPS.
Per poter accedere alla prestazione, i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato devono maturare i requisiti minimi contributivi e anagrafici previsti per il diritto alla pensione (anticipata o vecchiaia) entro massimo 7 anni dalla cessazione del rapporto di lavoro.
L’isopensione, però, non è compatibile con la pensione con Quota 100, 102 o 103.
Una volta stipulato l’accordo sindacale, quindi, il datore di lavoro trasmette all’INPS la proposta di esodo e l’Istituto valuta la consistenza numerica dell’azienda e i requisiti anagrafici e contributivi dei lavoratori per poi trasmettere il prospetto di esodo al datore di lavoro e l’accordo diventa operativo.
Il datore attiva una fideiussione bancaria di garanzia e il rapporto di lavoro dei lavoratori interessati cessa secondo quanto previsto nell’accordo.
L’INPS poi erogherà il pagamento dal primo giorno del mese successivo alla risoluzione del rapporto. L’assegno include anche il versamento dei contributi figurativi che il lavoratore avrebbe maturato se avesse continuato a lavorare.
Isopensione: quanto spetta con l’assegno?
La prestazione spettante in caso di isopensione viene calcolata come la pensione alla data della cessazione del rapporto di lavoro, esclusa la contribuzione correlata che il datore di lavoro si impegna a versare per il periodo di esodo.
Pertanto, l’assegno è pari al valore della pensione maturato a quel momento.
Come detto il pagamento spetta per 13 mensilità ed è soggetto a tassazione ordinaria.
È necessario sottolineare anche che all’assegno di isopensione non si applica la perequazione automatica delle pensioni, cioè l’adeguamento all’inflazione.
Inoltre, l’importo non dà diritto ad assegni al nucleo familiare né è reversibile ai superstiti o può essere decurtato per il pagamento di oneri come il riscatto di laurea o la ricongiunzione.
Come specificato dall’INPS nella circolare n. 119 del 2013, però, i percettori dell’isopensione possono svolgere altre attività di lavoro dipendente, prestazioni occasionali o lavoro autonomo con partita IVA senza limitazioni e senza perdere il diritto al trattamento.
Il pagamento della prestazione cessa alla scadenza e non è prevista la trasformazione automatica in pensione. Gli interessato, quindi, devono presentare in tempo utile la domanda di pensionamento.
Ad ogni modo, i lavoratori possono optare in qualunque momento per altre forme di pensionamento se maturano i relativi requisiti.
Come fare domanda per l’isopensione
Per poter richiedere la prestazione, il datore di lavoro deve innanzitutto presentare la richiesta di accesso alle procedure automatizzate di gestione della prestazione presso la sede INPS dove assolve i propri obblighi contributivi .
Dovrà quindi compilare il modulo SC77, che deve includere:
- il programma annuale di esodo;
- l’elenco dei lavoratori interessati;
- l’accordo aziendale.
- Modulo SC77
- Richiesta di accesso alle procedure automatizzate di gestione della prestazione di isopensione
In seguito alla comunicazione di accettazione della garanzia fideiussoria, il datore di lavoro deve presentare alla sede INPS di competenza le domande di isopensione per ciascun lavoratore interessato.
La domanda, modello AP97, deve essere sottoscritta dal lavoratore e dal legale rappresentante dell’azienda.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Isopensione: andare in pensione prima a spese della propria azienda