Agevolazioni fiscali 2025 per le aziende: c'è solo l'IRES premiale ma è troppo poco e peraltro ha alcuni aspetti anche paradossali
La Legge di Bilancio 2025 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale e l’unica novità per le aziende è l’IRES premiale.
Troppo poco rispetto alle aspettative ma anche, probabilmente, rispetto all’attuale momento storico.
L’IRES premiale ha tutte le caratteristiche del provvedimento fatto solo per poter consentire alla politica di dire che si è fatto qualcosa per le aziende, ma è veramente qualcosa di insufficiente a modesto avviso di chi scrive. Ma lo è anche dal punto di vista tecnico, non solo di valutazione soggettiva.
Innanzitutto l’IRES premiale, secondo le prime stime pubblicate in questi giorni dal Sole24Ore, riguarderà solo 18.000 imprese, per uno stanziamento di circa 400 milioni di euro. Veramente troppo poco.
Inoltre, questa agevolazione fiscale contiene in sé alcuni aspetti che a modesto avviso di chi scrive appaiono paradossali:
1) va a incentivare gli investimenti, ma solo quelli inquadrabili rispetto alla definizione di cui alla normativa del Piano Transizione 5.0 e del Piano Industria 4.0 come beni strumentali. Ma perché? Sarebbe stato sufficiente prevedere investimenti di un certo tipo - green, transizione digitale, ecc - ma non necessariamente legati ai provvedimenti di cui sopra. Anche perché le due misure - IRES premiale e Transizione 5.0 - sono compatibili, l’una non esclude l’altra; occorrono definizioni più semplici, altrimenti il rischio è quello di avere risorse finanziarie per agevolazioni interessanti ma che moltissime aziende non riescono ad ottenere per complessità burocratiche (com’è avvenuto proprio per il Piano Transizione 5.0 lo scorso anno!);
2) va a incentivare le assunzioni, che è una cosa lodevole. Ma allo stesso tempo è da almeno 7 mesi (da maggio) che le aziende attendono di vedere rendere effettiva la decontribuzione prevista dal decreto di maggio, che non è ancora operativa in quanto manca l’autorizzazione della Commissione Europea e il relativo provvedimento attuativo dell’INPS. Non è ancora pienamente in vigore il bonus assunzioni previsto come extra deduzione sul costo del personale sostenuto nel 2024. Con questo non voglio dire che non sia un bene introdurre nuove agevolazioni sulle assunzioni, ma prima preferirei - ma penso che lo preferisca qualsiasi azienda - che si rendano effettivamente utilizzabili quelle esistenti!
3) quanto ci manca l’ACE... norme come quelle sull’IRES premiale cercano in qualche modo di colmare il vuoto lasciato dall’aiuto alla crescita economica ma di fatto non ci riescono neanche lontanamente. L’ACE era un’importante agevolazione fiscale introdotta dal DL 201/2011 (convertito poi dalla Legge 214/2011), norma poi più volte modificata e aggiornata. Tecnicamente si trattava di una deduzione dal reddito d’impresa del rendimento figurativo del capitale proprio. Ha avuto discreto successo nei primi anni, incentivando fiscalmente (e meritoriamente) l’autofinanziamento; poi, con la progressiva riduzione della percentuale di rendimento nozionale, ha perso un po’ di efficacia fino ad essere abrogata, purtroppo, nel 2023. Il Governo con la delega fiscale si è impegnato a introdurre meccanismi fiscali di incentivo agli investimenti, con la stessa logica che lo scorso anno è entrata in vigore per le assunzioni. Speriamo arrivi presto (non vogliamo credere che si fermi all’intervento sull’IRES);
4) e i soggetti IRPEF? La Legge di Bilancio ha previsto l’IRES premiale che però non tocca i soggetti titolari di partita IVA e tassati con IRPEF. Per loro, ma solo se sono neo imprenditori, uno sconto del 50% dei contributi INPS sul primo anno di attività. Veramente troppo poco. Sarebbe quindi auspicabile - ed equo - un intervento che agevoli ditte individuali e società di persone, magari con uno strumento strutturale che incentivi investimenti e assunzioni.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: L’IRES premiale non basta