Impegno per un Fisco certo e semplificato, parola di Giorgetti. Ma per ora non è così

Rosy D’Elia - Fisco

Continua l'impegno per un Fisco certo, trasparente e semplificato, dice Giorgetti. Ma le ultime novità, dall'IRPEF alla rottamazione, delineano un panorama incerto e nebbioso

Impegno per un Fisco certo e semplificato, parola di Giorgetti. Ma per ora non è così

“Confermo l’impegno riformatore del governo per garantire un sistema fiscale certo, trasparente, semplificato. Non distorsivo per le attività economiche e funzionale alla crescita del Paese”, ha detto il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti in occasioni della presentazione dei risultati ottenuti dall’Agenzia delle Entrate nel corso del 2024.

Ma in certi casi il potere performativo delle parole, che trasforma la teoria in pratica, non basta. E la strada da compiere in un panorama che, anzi, diventa sempre più incerto e nebbioso è ancora lunga.

Lo dimostrano le ultime novità della Legge di Bilancio che hanno reso il calcolo dell’IRPEF sempre più complesso, ma anche i dibattiti aperti su un nuovo taglio per il ceto medio o per la rottamazione.

Impegno per un Fisco certo e semplificato, ma è sempre più difficile capire l’IRPEF

Nelle prime dichiarazioni da premier anche Giorgia Meloni ha parlato subito della necessità di “meno regole, più chiare per tutti” da inserire nel sistema fiscale, ma dopo due anni di Governo e una riforma in lavorazione si evince che le buone intenzioni si scontrano con le difficoltà di metterle in pratica.

L’IRPEF, pilastro del sistema tributario italiano, ne è un esempio: per i cittadini e le cittadine avere una idea di quanto si dovrà versare diventa sempre più un rebus.

E lo ha sottolineato lo scorso novembre anche l’Ufficio Parlamentare di Bilancio analizzando le misure in cantiere, poi approvate, con la Manovra 2025.

A rendere il sistema più intricato il nuovo taglio del cuneo fiscale e contributivo e le nuove modalità di calcolo delle detrazioni fiscali per i redditi oltre i 75.000 euro, che si sono aggiunte al decalage già previsto per chi supera la soglia dei 120.000 euro.

Accanto agli elementi di complessità, nella fase di passaggio dal 2024 al 2025, si sono aggiunti poi anche i fattori di incertezza.

L’ipotesi di un ulteriore taglio IRPEF destinato al ceto medio è rimasto in bilico fino a poche settimane prima dell’approvazione della Legge di Bilancio 2025, con un’attesa legata al successo del concordato preventivo biennale aperto fino al 12 dicembre.

Fisco certo e semplice? Dall’IRPEF alla rottamazione: complessità e incertezza

Con l’arrivo del nuovo anno la situazione non è cambiata molto: come è gusto che sia la promessa di un intervento su aliquote e scaglioni IRPEF rimane, ma il nuovo taglio resta immerso in un quadro di possibilità sempre aperte che non giovano alla certezza.

E mentre il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo non si sbilancia sui tempi per vedersi concretizzate le novità, il responsabile economico di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Finanze della Camera Marco Osnato anticipa al ceto medio un regalo per Pasqua.

Dai pilastri del Fisco alle misure straordinarie, resta la difficoltà di vederci chiaro. Con la rottamazione quater, ancora in corso e in via di riapertura, e con una operazione verità sulle cartelle appena avviata tramite l’istituzione di una Commissione per la gestione del magazzino dei carichi affidati all’Agenzia delle Entrate Riscossione, si riaccendono i riflettori sull’ipotesi di una rottamazione quinquies.

Nuove regole, più vantaggiose, per sanare i debiti fino al 2023, una possibilità in campo che potrebbe indurre coloro che hanno aderito alla definizione agevolata della tregua fiscale a lasciare la strada vecchia per la nuova.

I diversi esponenti della maggioranza concordano sulla natura della decisione: del tutto politica. E nel frattempo nessuno esclude l’ipotesi che si possa arrivare a nuova nuova, diversa, rottamazione.

Certezza e chiarezza, almeno per ora, non sono di questo mondo, di questo Fisco.

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