Credito d’imposta ZES Unica Sud: servono un limite minimo e più risorse

Tommaso Gavi - Imposte

Il credito d'imposta effettivamente spettante alle imprese della ZES Unica Sud è nettamente inferiore rispetto a quello riconosciuto in via teorica. Il CNDCEC propone di stabilire un limite minimo alle agevolazioni e mettere in campo più risorse

Credito d'imposta ZES Unica Sud: servono un limite minimo e più risorse

Rivedere il meccanismo di assegnazione delle risorse destinate al credito d’imposta destinato alle imprese che effettuano investimenti nella ZES Unica Sud è necessario.

A chiarirlo è il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, nel comunicato stampa del 24 luglio scorso.

La richiesta segue la pubblicazione del provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 22 luglio 2024, che stabilisce la percentuale effettivamente spettante alle imprese rispetto a quella prevista per le spese relative agli investimenti effettuati tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2024.

Le aziende beneficiarie potranno ottenere appena il 17,6668 per cento del bonus richiesto.

Credito d’imposta ZES Unica Sud: servono un limite minimo e più risorse

Dopo che è stata resa nota la percentuale spettante alle imprese che hanno richiesto il credito d’imposta per gli investimenti nella ZES Unica Sud, il CNDCEC chiede modifiche in relazione al calcolo dell’agevolazione.

Considerando che i soggetti potranno ottenere una percentuale di circa il 17,6 per cento, nel comunicato stampa del 24 luglio viene messa in evidenza la necessità di correttivi.

Dopo aver richiamato il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate che stabilisce la percentuale del credito d’imposta effettivamente spettante, nel comunicato stampa viene avanzata una prima proposta:

“Per questo motivo, fermo restando il credito di imposta spettante, è necessario prevedere per il credito effettivo una soglia minima oltre la quale non si dovrebbe scendere.”

Oltre a un limite minimo che faciliti la programmazione delle imprese, il CNDCEC chiede di mettere in campo ulteriori risorse per le imprese.

Nel comunicato viene spiegato quanto segue:

“Al contempo, secondo i commercialisti, “è anche necessario aumentare le risorse messe a disposizione, attualmente fissate a 1.670 milioni di euro, che allo stato attuale si sono rivelate completamente insufficienti”.”

Entrambe le proposte partono dal funzionamento dell’agevolazione in favore delle aziende che realizzino investimenti nelle regioni della ZES Unica Sud, che è stata istituita dal cosiddetto decreto Sud e ha accorpato le precedenti zone economiche e speciali.

L’agevolazione in alcuni casi potrebbe rivelarsi un boomerang per le stesse imprese. La presentazione delle domande è, infatti, precedente alla determinazione della percentuale effettivamente spettante. Di fronte a un credito d’imposta teorico, quello effettivamente riconosciuto è nettamente inferiore.

Cioè determina grandi difficoltà per la programmazione degli investimenti da parte delle imprese, che non possono fare affidamento sul riconoscimento del credito d’imposta nelle percentuali stabilite.

Sulla questione il presidente del CNDCEC, Elbano de Nuccio, ha dichiarato quanto segue:

“È assolutamente necessario rivedere il meccanismo di assegnazione delle risorse e, fermo restando il credito di imposta spettante, prevedere una soglia minima oltre la quale il credito effettivo non dovrebbe scendere.

Le imprese hanno programmato gli investimenti nella ZES unica contando in buona parte sulle risorse derivanti dal credito d’imposta ed ottenere un credito effettivo tanto inferiore rispetto a quello spettante costringe ad una rivisitazione della programmazione finanziaria predisposta.

Attendere l’ulteriore ripartizione del credito, che avverrà il prossimo anno e di cui si disconosce l’importo, non aiuterà le imprese in tal senso. Per questo motivo, auspichiamo il miglioramento di un intervento finalizzato allo sviluppo economico e sociale del Paese”.

Anche Antonio Repaci, consigliere nazionale dei commercialisti delegato alla Finanza aziendale, si è soffermato sulla necessita di maggiori fondi a disposizione.

“A causa dell’elevato numero di richieste da parte delle imprese che hanno effettuato investimenti nella ZES unica, il credito di imposta si è ridotto in maniera significativa e le risorse messe a disposizione si sono rivelate insufficienti. Auspichiamo che il governo possa aumentare le risorse attualmente disponibili per andare incontro alle esigenze degli imprenditori che investono in uno strumento fondamentale per il rilancio economico del Mezzogiorno”.

Il CNDCEC ha infine calcolato quali sono le percentuali effettivamente spettanti del credito d’imposta, in relazione all’entità degli investimenti, alla dimensione dell’impresa e alla regione in cui tali investimenti vengono effettuati.

Credito d’imposta ZES Unica Sud: il calcolo della percentuale effettivamente spettante

Come anticipato, con il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 22 luglio 2024 è stata stabilita la percentuale del credito d’imposta effettivamente spettante alle imprese, rispetto a quello previsto per le spese relative agli investimenti effettuati tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2024.

Il provvedimento ha fissato tale percentuale al 17,6668 per cento dell’agevolazione richiesta, sulla base delle risorse disponibili. È opportuno chiarire che tale percentuale non è quella riconosciuta sulla spesa effettuata.

Quest’ultima è infatti ancora più ridotta e varia in base a:

  • dimensione dell’impresa;
  • regione in cui è effettuato l’investimento.

Nel comunicato stampa del CNDCEC è inserita una tabella che riporta la percentuale effettivamente spettante ai beneficiari.

Di seguito i dati riportati, relativi al calcolo dell’agevolazione.

Dimensione dell’impresa Regioni dell’investimento Credito d’imposta teorico Credito d’imposta effettivo
Piccola Calabria, Campania, Puglia e Sicilia 60 per cento 10.6001 per cento
Media Calabria, Campania, Puglia e Sicilia 50 per cento 8,8334 per cento
Grande Calabria, Campania, Puglia e Sicilia 40 per cento 7,0667 per cento
Piccola Basilicata, Molise e Sardegna 50 per cento 8,8334 per cento
Media Basilicata, Molise e Sardegna 40 per cento 7,0667 per cento
Grande Basilicata, Molise e Sardegna 30 per cento 5,3 per cento
Piccola Abruzzo 35 per cento 6,1834 per cento
Media Abruzzo 25 per cento 4,4167 per cento
Grande Abruzzo 15 per cento 2,65 per cento

Nel comunicato vengono inoltre riportati alcuni esempi di calcolo.

Tra questi quello dell’investimento da parte di una piccola impresa in una delle regioni di Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.

In questo caso il credito teoricamente spettante è del 60 per cento.

In presenza di un investimento di 500.000 euro, l’importo teoricamente riconosciuto è di 300.000 euro. Considerando la percentuale del credito effettivamente spettante, del 10,6008 per cento, l’importo effettivamente concesso è di 53.000,40 euro.

In questo caso la differenza è di 246.999,60 euro e in termini percentuali si attesta all’82,33 per cento.

Di seguito il documento riepilogativo dei dati forniti dal CNDCEC.

FNC - Documento diffuso con il comunicato stampa del 24 luglio 2024
Tabelle ZES con il calcolo del credito d’imposta spettante alle imprese.

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