Concordato preventivo biennale senza ravvedimento speciale dal 2025

Anna Maria D’Andrea - Dichiarazione dei redditi

Dal 2025 il concordato preventivo biennale perde il vantaggio del ravvedimento speciale. Il Viceministro Leo annuncia un'operazione fine tuning per aumentare l'appeal del Patto con il Fisco

Concordato preventivo biennale senza ravvedimento speciale dal 2025

Il concordato preventivo biennale perde il ravvedimento speciale.

La stagione del patto con il Fisco in partenza alla fine di aprile per il biennio 2025-2026 non prevede sanatorie.

Allo stato attuale, viene meno uno dei più rilevanti benefici associati all’adesione al concordato, ma è in campo un’operazione “fine tuning”.

Ad annunciarla il Viceministro dell’Economia, Maurizio Leo: si attende un decreto correttivo alla riforma fiscale che, tra le altre cose, si prepara a rivedere - di nuovo - le regole del gioco per chi aderirà all’accordo biennale con l’Agenzia delle Entrate.

Concordato preventivo biennale senza ravvedimento speciale dal 2025

Introdotto in extremis, con il fine di rendere più appetibile l’accettazione del patto con il Fisco, il ravvedimento speciale è stato uno dei principali stimoli all’adesione alla prima fase del concordato preventivo biennale.

La sanatoria retroattiva, valida dal 2018 al 2022, consente fino al 31 marzo di versare un’imposta sostitutiva ultra agevolata e chiudere così i conti con il passato.

La scelta di affiancare uno strumento di condono al concordato preventivo biennale ha fatto molto discutere, avendo di fatto snaturato il patto fiscale.

Più che una via per la pianificazione futura, la prima stagione del concordato si è trasformata in una modalità di regolarizzazione del pregresso. Discutibile nella forma, nella sostanza il ravvedimento speciale è stato introdotto per dare un boost alle adesioni, fine che però non si può dire sia stato raggiunto.

La prima stagione del concordato si è chiusa con 600.000 adesioni circa, pari a 1,6 miliardi di euro di gettito atteso. Gli introiti del ravvedimento speciale saranno disponibili solo dopo la scadenza del 31 marzo, data ultima per versare l’importo dovuto - o la prima rata.

Il beneficio del concordato “retroattivo” però viene meno dal 2025. La ripartenza del patto con il Fisco sarà infatti strutturata secondo le regole ordinarie: chi aderirà al concordato per il biennio 2025-2026 potrà infatti contare esclusivamente sui benefici premiali ISA, e quindi su regole più blande in materia di compensazione, rimborsi e controlli.

Un pacchetto di agevolazioni che, però, rischia di non essere sufficiente e “calibrato” al rischio: chi accetta il concordato scommette sul futuro della propria attività e, di base, è chiamato a versare imposte su redditi più alti rispetto a quelli effettivi.

La discussione resta in ogni caso aperta: il Viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha annunciato un’“operazione fine tuning” anche sui benefici previsti per le partite IVA che vi aderiranno per il prossimo biennio.

Il concordato biennale 2025-2026 ancora da scrivere: decreto correttivo in arrivo

È stato l’evento organizzato dall’Ordine dei commercialisti di Ravenna lo scorso 7 marzo l’occasione per annunciare l’arrivo di ulteriori modifiche al concordato.

L’operazione ritocco è finalizzata evidentemente a rendere più vantaggiosa l’adesione al concordato, con strumenti però non ancora noti.

Il dialogo con i commercialisti resta in ogni caso aperto, anche sul fronte della scadenza per l’adesione.

Stando alle regole ad oggi in campo, per l’adesione al concordato per il biennio 2025-2026 ci sarà tempo fino al 31 luglio. In sede di conversione del DL Milleproroghe era stato presentato un emendamento per il rinvio della scadenza a settembre, successivamente ritirato.

La possibilità di una proroga resta però in campo ed è con l’annunciato decreto correttivo alla riforma fiscale che si attendono novità. Se sul rinvio della scadenza non dovrebbero esservi particolari ostacoli, il tema è tutto sui correttivi volti a rendere più appetibile il concordato.

In che modo si tenterà di convincere le partite IVA a dire sì alla proposta dell’Agenzia delle Entrate?

La possibilità che ritorni in campo il ravvedimento speciale non è del tutto esclusa e, anzi, in un periodo in cui è forte la richiesta di una nuova rottamazione delle cartelle, questo strumento rappresenterebbe un’ulteriore prova della mano tesa del Governo verso chi ha questioni in sospeso con il Fisco.

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