Concordato 2025, si cambia: conto più caro e scadenza prorogata

Anna Maria D’Andrea - Dichiarazione dei redditi

Concordato preventivo biennale 2025-2026, sale il valore dell'imposta sostitutiva, fuori i forfettari e scadenza prorogata al 30 settembre. Le novità approvate in Consiglio dei Ministri del 13 marzo

Concordato 2025, si cambia: conto più caro e scadenza prorogata

Il concordato preventivo biennale dal 2025 cambia, e le modifiche non sono tutte “a favore” delle partite IVA aderenti.

Dall’aumento dell’imposta sostitutiva in caso di incremento reddituale superiore a 85.000 euro, fino all’esclusione dei forfettari, l’annunciata operazione fine tuning del patto con il Fisco è approdata in Consiglio dei Ministri del 13 marzo.

Il decreto correttivo contiene, tra le novità, la proroga della scadenza: dal 31 luglio si passa al 30 settembre. Mancano al momento misure volte a rendere più vantaggiosa l’adesione al concordato per il prossimo biennio.

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Concordato preventivo biennale 2025, le novità: sale il conto, flat tax al 43 e al 24 per cento sopra 85.000 euro

L’operazione di revisione del concordato preventivo biennale trova spazio nel decreto correttivo approvato in esame preliminare in Consiglio dei Ministri il 13 marzo 2025.

Tra le novità più rilevanti, la nuova modifica alle regole di tassazione per chi sceglierà di aderire al patto con il Fisco per il biennio 2025-2026.

Accanto alle tre flat tax, del 10, 12 e 15 per cento, calibrate in base al punteggio ISA, trova spazio una tassazione più gravosa sugli incrementi di reddito superiori a 85.000 euro.

Sulla quota di reddito eccedente, si applicherà un’imposta sostitutiva pari al 43 per cento per i soggetti IRPES e al 24 per cento per i soggetti IRES. Nessuno sconto quindi rispetto alle regole ordinarie, ma solo per l’appunto sulla parte di reddito che supera il limite degli 85.000 euro.

Riepilogando quindi, la “flat tax” sarà così calcolata:

  • nel caso di punteggio ISA tra 8 e 10 è del 10 per cento;
  • nel caso di punteggio ISA tra 6 e 8 è del 12 per cento;
  • nel caso di punteggio ISA inferiore a 6 è del 15 per cento;
  • indipendentemente dal voto ISA, in caso di differenza tra reddito effettivo e reddito concordato superiore a 85.000 euro, sull’eccedenza si pagherà il 43 per cento per i soggetti IRPEF e il 24 per cento per i soggetti IRES.

Scadenza del concordato preventivo biennale al 30 settembre 2025

Un’ulteriore novità riguarda la scadenza. Così come richiesto a più voci da commercialisti, tributaristi e imprese, l’adesione slitta al 30 settembre 2025, ovvero al nono mese dall’approvazione del bilancio per i soggetti con esercizio non coincidente con l’anno solare.

Non si tratta di una proroga ma di una revisione a regime della data ultima per accettare la proposta elaborata dall’Agenzia delle Entrate.

Forfettari fuori dal concordato

Nel 2024 il concordato preventivo biennale ha interessato i soggetti ISA ma anche i forfettari. Per le partite IVA che applicano la flat tax è stata però una partenza sperimentale, e limitata a una sola annualità.

La sperimentazione verrà meno dal 2025 e il concordato lascerà fuori i forfettari. Per il primo anno di applicazione sono stati circa 120.000 i contribuenti in regime forfettario ad avervi aderito, contro i 460.000 soggetti ISA.

Professionisti associati: più vincoli per l’adesione al concordato

Legame stretto inoltre per i professionisti associati. L’adesione al concordato sul reddito individuale da parte di contribuenti che partecipano ad associazioni o società tra professionisti (STP e STA), sarà consenta solo se anche la società o l’associazione sceglie di aderire al patto con il Fisco.

Di riflesso, anche le associazioni e le società potranno aderire al concordato solo in caso di contestuale adesione singola da parte di tutti gli associati e i soci.

In chiusura, vale la pena evidenziare che il decreto correttivo è stato approvato in esame preliminare. Il via libera definitivo arriverà solo dopo le valutazioni delle commissioni competenti di Camera e Senato.

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