L'assegno unico non sparirà nel 2025, ma resta aperto il tavolo per modificare alcune delle regole attuali. Dall'ISEE all'importo, un focus sulle novità in cantiere
L’assegno unico non sarà cancellato nel 2025, ma resta aperto il dossier sulle modifiche per ottimizzare la principale misura di sostegno alle famiglie con figli.
Dall’ISEE per l’accesso, all’importo base, diverse le novità allo studio del Governo anche alla luce delle contestazioni dell’Unione Europea in merito al requisito della residenza in Italia per almeno 2 anni, che ha portato al deferimento alla Corte di Giustizia UE.
Le modifiche in esame punterebbero, stando a quanto anticipato da Repubblica, a destinare più risorse alle famiglie numerose, così come ai nuclei con figli con disabilità, con una rimodulazione dell’importo mensile di assegno unico spettante.
La Premier Meloni, con il MEF, ha in ogni caso smentito l’ipotesi di uno smantellamento dello strumento, ma una revisione appare necessaria.
Assegno unico, si cambia? Dall’ISEE all’importo, novità allo studio
Sono 6,2 milioni i nuclei familiari beneficiari dell’assegno unico, misura che secondo gli ultimi dati forniti dall’INPS nel corso del primo semestre del 2024 è costata circa 10 miliardi, esattamente la metà del fondo complessivo stanziato per ciascun anno.
L’importo medio erogato ammonta ad una media 170 euro per figlio, inclusi i relativi incrementi, graduato in base alla situazione economica, familiare e lavorativa di ciascun nucleo.
Partire dai dati a disposizione è utile per capire perché il tema delle possibili modifiche per il 2025 è particolarmente “rovente”. Quali sono le misure che, stando alle ultime anticipazioni, sarebbero all’esame del Governo?
Se da un lato la Premier Meloni ha subito smentito le voci di un addio allo strumento, resta aperta la via delle modifiche.
No, il Governo Meloni non abolirà l’assegno unico nella prossima legge di bilancio. Diffidate dalle fantasiose ricostruzioni su una Manovra ancora da scrivere. Noi continuiamo a lavorare per un'Italia migliore e più giusta, dopo anni di disastri della sinistra. pic.twitter.com/P5nexwK0j3
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) August 29, 2024
Due gli interventi in cantiere, che corrono in parallelo.
In prima battuta, l’occhio della Ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, è concentrato sull’importo base spettante a chi non presenta l’ISEE o, in caso di presentazione, ha un’attestazione che supera la soglia dei 45.000 euro.
Ad oggi in queste situazioni spetta un importo base di 57 euro, valore riconosciuto quindi a prescindere dall’effettiva situazione economica della famiglia. Per il 2025 potrebbe essere ridotto il valore base dell’assegno unico, destinando maggiori risorse alle famiglie numerose così come a quelle con figli disabili.
Sulla questione dell’ISEE c’è una seconda novità attesa, relativa all calcolo delle somme erogate a titolo di assegno unico all’interno dell’attestazione annuale.
A oggi, in pratica, l’assegno unico entra tra le prestazioni dichiarate all’interno del modello ISEE, portando ad un rialzo del valore dei redditi percepiti dal nucleo familiare.
Ministero per la Famiglia e MEF sono al lavoro già da alcuni mesi per rivedere questo aspetto, ma non è chiaro se vi sarà un’esclusione totale o limitata ai soli titolari di redditi più bassi.
Assegno unico, sotto esame anche il requisito della residenza
Ma, come anticipato in apertura, all’esame dell’Esecutivo vi è anche la questione del requisito di residenza in Italia per almeno 2 anni, contestato dall’Europa in quanto discriminatorio.
Una questione che, dopo l’apertura di una procedura di infrazione ad inizio 2023, ha portato la Commissione a deferire l’Italia alla Corte di Giustizia UE per il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori mobili di altri Stati membri dell’Unione in relazione alle prestazioni familiari loro concesse.
Cosa si contesta all’Italia? Si tratta dell’esclusione dalla platea dei beneficiari dell’assegno unico dei lavoratori che non risiedono in Italia per almeno 2 anni o i cui figli non risiedono in Italia.
Una previsione che secondo la Commissione non è compatibile con il diritto dell’Unione e per la quale l’Italia è chiamata ad adeguarsi di conseguenza.
Anche qui però il nodo è tutto sulle risorse economiche che si renderebbero necessarie, dato che una simile apertura difficilmente sarebbe sostenibile per il sistema attuale.
Ecco quindi che, tra le novità in campo per il 2025, vi è anche una revisione generale delle regole e degli importi, a vantaggio dei nuclei che lavorano in Italia da più tempo.
Queste quindi le anticipazioni che delineano i contorni delle modifiche allo studio, sulle quali però sarà necessario attendere per ulteriori dettagli e conferme. L’approdo delle regole ufficiali avverrà con la presentazione della Legge di Bilancio per il prossimo triennio, attesa entro il mese di ottobre. I lavori sono solo alle prime battute.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Assegno unico, si cambia? Dall’ISEE all’importo, novità allo studio