Parte il 17 maggio la trattativa per il rinnovo del contratto scuola 2019-21, scaduto da quasi tre anni e mezzo. Nell'Atto di Indirizzo trasmesso ai sindacati le proposte del Ministero dell'Istruzione: aumenti del 3,78 per cento, formazione in orario di lavoro per i dipendenti e la valorizzazione dei Dirigenti scolastici. Di seguito un focus sulle novità.
Rinnovo contratto scuola 2019-21, partono finalmente oggi 17 maggio 2022 le trattative tra il Ministero dell’Istruzione e i sindacati.
La base di partenza è la proposta economica di aumenti salariali del 3,78 per cento, al quale si aggiunge l’elemento perequativo che tuttavia serve soprattutto a sostenere il reddito dei lavoratori del comparto meno pagati.
La base per le trattative sindacali sarà l’Atto di Indirizzo per il rinnovo del CCNL scuola 2019-21 pubblicato la scorsa settimana dal Ministero.
Oltre al riferimento agli aumenti di stipendio, sono diverse le novità rilevanti, quali il riconoscimento della formazione all’interno dell’orario di lavoro come un diritto del dipendente, la valorizzazione dei dirigenti scolastici o DSGA e la conferma della didattica in presenza come modalità ordinaria del lavoro dei docenti.
Sulla ricerca di un’intesa per il rinnovo di un contratto peraltro già scaduto pesa però il giudizio critico da parte delle principali organizzazioni di categoria, che hanno anche già fissato uno sciopero nazionale per il prossimo 30 maggio.
Rinnovo contratto scuola, parte la trattativa: le novità nell’Atto di Indirizzo del Ministero
La buona notizia è che finalmente i sindacati e il Ministero di Viale Trastevere si sono incontrati per dare avvio a una ricerca di intesa per rinnovare il contratto scaduto dei lavoratori della scuola, sulla base dell’Atto di indirizzo emanato il 10 maggio scorso e inviato all’ARAN.
Tuttavia, un’intesa rapida al momento appare tutt’altro che probabile dato che da parte sindacale è unanime un giudizio molto critico nei confronti della proposta ministeriale sul rinnovo del contratto scuola.
Ma appunto cosa viene offerto ai lavoratori della scuola?
Per quel che riguarda la parte economica, il documento presentato dal Ministero dell’Istruzione riconosce aumenti di stipendio del 3,78 per cento, oltre il già citato elemento perequativo e i 410 milioni di euro stanziati nell’ultima Legge di Bilancio 2022 per l’aumento del fondo accessorio di docenti e personale ATA.
Altro punto qualificante della piattaforma ministeriale è il riconoscimento del diritto alla formazione del dipendente che viene attuata all’interno dell’orario di lavoro con un numero di ore obbligatorie eventualmente previste dal nuovo contratto e che viene legata potenzialmente a forme di valorizzazione professionale.
Sul piano didattico la modalità in presenza viene riconosciuta per i docenti come ordinaria e fondamentale, riservando il lavoro agile (ovvero la didattica digitale integrata) a situazioni di emergenza, mentre il lavoro da remoto viene riconosciuto come una possibilità ordinaria da regolare contrattualmente per il personale ATA.
Proprio agli amministrativi, tecnici e ausiliari della scuola e in particolare alla valorizzazione della figura del DSGA, il Direttore dei servizi generali e amministrativi, l’Atto di Indirizzo ministeriale riserva attenzione nel senso della revisione e dell’aggiornamento dell’ordinamento professionale, destinandovi anche risorse stanziate in Legge di bilancio 2022, ma nella misura non superiore allo 0,55 per cento del monte salari degli ATA del 2018.
- Rinnovo contratto scuola - l’atto di indirizzo del Ministero dell’Istruzione
- Scarica il testo inviato ai sindacati
Rinnovo contratto scuola: le critiche dei sindacati
Per quel che riguarda il versante sindacale, bisogna innanzitutto dire che le organizzazioni di categoria erano già sul “piede di guerra” a causa delle novità in materia di percorso abilitante per la docenza e di stabilizzazione dei precari previste dal Decreto PNRR 2, tanto da avere indotto uno sciopero nazionale per il prossimo 30 maggio.
Tuttavia, la notizia dell’apertura del confronto sul rinnovo del contratto scuola scaduto da quasi tre anni e mezzo è stata unanimemente giudicata positivamente dai sindacati.
Quella che è stata altrettanto unanimemente molto criticata è invece l’offerta ministeriale contenuta nell’Atto di indirizzo.
In particolare viene rilevata l’esiguità delle risorse stanziate dal governo che consentono un aumento del 3,78 per cento, mentre “nel frattempo” - come osserva l’Anief - “anche sul breve periodo l’inflazione avanza in modo impressionante, sopra il 6 per cento”.
Se poi si inseriscono le retribuzioni dei docenti nel contesto europeo, ci si accorge che un professore di scuola media superiore al massimo della carriera guadagna 40.338 euro all’anno mentre in Germania si è a quota 82.027 euro, ma anche in Francia e in Spagna si superano i 47.000 euro di retribuzione annua, secondo dati forniti dalla Flc Cgil sulla base del rapporto OCSE - Education at a glance 2020.
Alla delusione di natura economica, si aggiunge, infine, l’irritazione delle organizzazioni sindacali per la scelta del Governo di intervenire con il Decreto PNRR 2 in materie come la carriera e il salario (in relazione alla formazione) che vengono giudicate di competenza della contrattazione tra le parti.
Il traguardo del rinnovo del contratto 2019-21, pertanto, si presenta ancora molto lontano.
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