Scadenze del 31 luglio nel caos: dalla proroga della rottamazione alle imposte, niente è ufficiale

Anna Maria D’Andrea - Scadenze fiscali

Scadenze del 31 luglio nel caos: sia per la proroga della rottamazione al 15 settembre 2024 che per le imposte con maggiorazione al 30 agosto per le partite IVA, al momento mancano testi ufficiali e il calendario degli adempimenti è ridisegnato solo da anticipazioni di stampa

Scadenze del 31 luglio nel caos: dalla proroga della rottamazione alle imposte, niente è ufficiale

Scadenze del 31 luglio, restyling a tutto campo ma senza nulla di ufficiale.

La proroga della rottamazione al 15 settembre 2024 è la notizia di maggior rilievo del giorno sul fronte degli adempimenti fiscali, ma al momento manca l’effettiva “messa a terra” della norma chiamata a rinviare il termine di versamento.

Stessa questione riguarda anche il pagamento delle imposte per le partite IVA e, in particolare, si attende ancora l’ufficialità del rinvio con maggiorazione dello 0,40 per cento al 30 agosto.

Scadenze del 31 luglio nel caos: dalla proroga della rottamazione alle imposte, niente è ufficiale

A riscrivere il calendario delle scadenze fiscali sono le anticipazioni di stampa e le dichiarazioni di esponenti di Governo, che tentano di allentare la polemica su un modus operandi che crea non poche difficoltà operative.

Così è in particolare per quel che riguarda le importanti scadenze del 31 luglio che chiamano alla cassa la generalità dei contribuenti.

La più rovente è quella relativa alla quinta rata della rottamazione quater: ad oggi, la scadenza evidenziata anche sul portale dell’Agenzia delle Entrate Riscossione è quella odierna, con possibilità di rinvio al 5 agosto senza decadere dai benefici della definizione agevolata.

Nel corso dell’esame del decreto correttivo sul concordato preventivo biennale e sugli adempimenti fiscali è entrata in campo anche la richiesta di proroga della rottamazione al 15 settembre, data che considerando la tolleranza di 5 giorni si affianca all’extra-time del 20 settembre.

Ma di certo non vi è nulla, se non per l’appunto anticipazioni e dichiarazioni.

Nonostante appare inverosimile che vi siano passi indietro rispetto a quanto annunciato, quel che è certo è che per i fiscalisti (così come per i contribuenti) la pianificazione di scadenze e adempimenti non può basarsi su “rassicurazioni”.

Manca al momento una norma scritta su carta, così come a differenza della prassi solita non vi sono neppure dettagli nel comunicato stampa pubblicato da Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei Ministri di venerdì 26 luglio, nel corso del quale è stato approvato il decreto correttivo in via definitiva.

Non solo la proroga della rottamazione: anche sul rinvio delle imposte con maggiorazione si attendono conferme

La “schizofrenia” del Fisco è un problema tutt’altro che secondario, ed è fondamentale porre l’attenzione sulle criticità legislative che rischiano di minare il già compromesso rapporto tra enti pubblici e contribuenti.

La mancanza di elementi certi rappresenta un vulnus per il rispetto di obblighi e adempimenti, a discapito della tanto agognata compliance fiscale e con effetti a lungo termine pericolosi.

La querelle relative alla proroga della rottamazione quater non è un unicum.

Il testo del correttivo approvato dal Governo darà l’ok definitivo anche alla possibilità per i titolari di partita IVA di versare saldo e primo acconto delle imposte sui redditi entro il 30 agosto, previa maggiorazione dello 0,40 per cento.

Anche in questo caso si tratta di una novità che incide direttamente sullo scadenzario del 31 luglio, che vede al centro non solo la rottamazione ma anche il termine dei versamenti per i titolari di partita IVA.

Come sopra già evidenziato, a livello pratico è difficile che quanto annunciato a più riprese venga poi smentito ex post. Resta tuttavia la criticità di operare senza riferimenti normativi chiari, a discapito della quantomai necessaria certezza del diritto.

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