Pensioni minime: quanto aumentano nel 2025?

Francesco Rodorigo - Pensioni

Nel 2025 aumentano le pensioni minime. Confermato per il prossimo anno l'incremento del 2,7 per cento. Come cambia la rivalutazione degli importi?

Pensioni minime: quanto aumentano nel 2025?

Aumento del 2,7 per cento per le pensioni minime anche nel 2025.

Il disegno della prossima Legge di Bilancio conferma anche per il prossimo anno un ulteriore incremento dell’importo degli assegni, che dovrebbero attestarsi tra i 620 e i 630 euro mensili.

Novità anche per la rivalutazione annuale degli importi, che dal 2025 tornerà ad essere piena. Nessun taglio dunque per gli assegni oltre 4 volte il minimo INPS.

Pensioni minime: quanto aumentano nel 2025?

Nel 2025 sono diverse le novità in arrivo per le pensioni. Il disegno di Legge di Bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri il 15 ottobre prevede una serie di interventi a partire dalla conferma anche per il prossimo anno degli strumenti per il pensionamento anticipato: Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale.

Misure che saranno confermate con gli stessi requisiti restrittivi già in vigore nel 2024.

Come dichiarato dal Ministro Giorgetti nella conferenza stampa di presentazione del DDL Bilancio ci sarà anche l’aumento per le pensioni minime.

Oltre alla rivalutazione annuale, pertanto, i pensionati e le pensionate che ricevono il trattamento minimo dell’INPS potranno beneficiare anche di un ulteriore aumento pari al 2,7 percento.

Una modifica che dovrebbe garantire un mini aumento dell’assegno. Attualmente il minimo INPS vale circa 614 euro e con l’aumento dovrebbe attestarsi sui 625 euro mensili, con Forza Italia che spinge per arrivare a circa 630, ma comunque lontano dall’obiettivo di 1.000 euro al mese. Molto dipenderà dalle effettive risorse economiche a disposizione.

La discussione sarà rimandata al Parlamento chiamato ad approvare la versione definitiva della Manovra. Con l’ufficialità pensionati e pensione potranno conoscere l’effettivo importo della pensione minima per il 2025.

Pensioni: come cambia la rivalutazione degli assegni?

A cambiare il prossimo anno sarà anche il meccanismo di indicizzazione degli assegni per l’adeguamento all’inflazione.

Si tratta della rivalutazione (perequazione automatica) che viene effettuata ogni anno per adeguare gli importi degli assegni pensionistici all’inflazione.

Come previsto dal DDL Bilancio 2025 non ci saranno tagli come invece accaduto nei due anni passati. La rivalutazione annuale, infatti, tornerà ad essere piena e, a meno di cambiamenti inseriti all’ultimo nel testo, dovrebbe ricominciare a seguire il vecchio sistema previsto dalla legge n. 388/2000 organizzato su tre fasce di reddito:

  • 100 per cento per i trattamenti fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • 90 per cento per quelli fino a 5 volte il minimo;
  • 75 per cento per quelli superiori a 6 volte il minimo.

Sarà quindi abbandonato il meccanismo a 6 fasce in vigore nel 2023 e nel 2024 che ha previsto una rivalutazione minore al crescere dell’assegno pensionistico come indicato nella tabella.

Fasce trattamenti complessiviPercentuale indice perequazione da attribuireAumento delImporto
Fino a 4 volte il trattamento minimo (TM) 100 5,4 per cento fino a 2.271,76
Fino a 5 volte il TM 85 4,5 per cento da 2.271,77 e fino a 2.839,70
Fino a 6 volte il TM 53 2,8 per cento da 2.839,71 e fino a 3.407,64
Fino a 8 volte il TM 47 2,5 per cento da 3.407,65 e fino a 4.543,52
Fino a 10 volte il TM 37 1,9 per cento da 4.543,53 e fino a 5.679,40
Oltre 10 volte il TM 22 1,1 per cento oltre 5.679,40

Pertanto non ci sarà alcuna penalizzazione per gli assegni oltre 4 volte il minimo INPS.

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