La Corte dei Conti, nella relazione sulla gestione dal 2016 al 2021 del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili, ha evidenziato la necessità di diversi interventi per rendere l'amministrazione delle risorse più efficace ed efficiente. Il dato più preoccupante riguarda il numero totale di disabili assunti, troppo basso rispetto al numero degli iscritti alle liste di collocamento mirato.
Il Fondo per il diritto al lavoro dei disabili ha bisogno di interventi efficaci ed efficienti in termini di collocamento mirato e gestione delle risorse.
A sostenerlo è la Corte dei Conti, la quale, tramite la relazione sulla gestione dal 2016 al 2021, ha evidenziato come i dati che emergono dall’analisi non vadano nella direzione auspicata dal legislatore.
Il Fondo è stato riformato nel 2016 dal decreto legge n. 151 del 2015, il quale ha introdotto incentivi per i datori di lavoro che assumono persone disabili.
Il dato di maggiore rilevanza riguarda il totale delle persone con disabilità assunte nel periodo considerato. Queste sono state 11.882, un numero molto inferiore rispetto al totale degli iscritti alle liste di collocamento mirato, circa 21.000.
Gli stanziamenti di risorse da parte dello Stato sono stati incrementati con gli anni ma le tempistiche di impiego non sono state adatte a consentire una programmazione adeguata.
Carenza di strumenti e di controlli sono altre due criticità emerse dalla relazione.
Nella conclusione della relazione sono elencate alcune raccomandazioni per la gestione del Fondo. In particolare l’entrata a regime della banca dati del collocamento mirato e la necessità di una programmazione da parte delle Istituzione delle risorse annuali da predisporre.
Fondo per il diritto al lavoro disabili: per la Corte dei Conti servono interventi sulla gestione
La Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti ha approvato, tramite la delibera n. 9/2022/G, la relazione sulla gestione dal 2016 al 2021 del “Fondo per il diritto al lavoro dei disabili”. La notizia è stata pubblicata nel comunicato stampa del 23 maggio 2022.
Dall’analisi emerge la necessità di diversi interventi per rendere più efficace ed efficiente la gestione. In particolare per quanto riguarda il numero totale di persone con disabilità assunte nel periodo considerato, troppo basso rispetto al numero di iscritti alle liste.
Il Fondo è stato istituito nel 1999 dalla legge n. 68 con l’obiettivo di incentivare l’assunzione di persone con grave disabilità fisica e psichica per un periodo di tre o cinque anni. La disciplina è stata riformata nel 2015 dal decreto legislativo n. 151 che ha introdotto il sistema di incentivi per i datori di lavoro che assumono persone disabili.
Questi, con il sistema precedente, non erano in grado di sapere in anticipo la quantità di risorse disponibili e i tempi di fruizione del beneficio, mentre dal 2016 già al momento dell’assunzione possono sapere tutto nel dettaglio.
Inoltre, nel vecchio sistema l’incentivo era costituito da un contributo all’assunzione a tempo indeterminato attraverso l’applicazione delle convenzioni. Quello del sistema attuale, invece, consente di incentivare tutte le assunzioni a tempo indeterminato, anche in assenza di convenzioni.
Infine, è stato superato il sistema che prevedeva l’attribuzione delle risorse disponibili dallo Stato alle regioni e poi ai datori di lavoro. Dal 2016 l’incentivo viene corrisposto direttamente dall’INPS attraverso l’apposita procedura telematica.
Nonostante la riforma, però, i dati emersi dall’analisi della Corte dei Conti non vanno nella direzione prevista.
Disabilità e Fondo per il diritto al lavoro, carenza di coordinamento tra attori istituzionali
Dalla relazione della Corte dei Conti risulta che il numero totale di lavoratori disabili assunti dall’entrata in vigore della riforma al 2021 è di 11.882.
Si tratta di un numero molto inferiore rispetto alla totalità degli iscritti alle liste di collocamento mirato (circa 21.000).
Il 48,8 per cento delle istanze inviate al sistema INPS, dunque, non è stato ammesso al beneficio. La motivazione è stata la carenza di risorse sul Fondo.
Le fonti che contribuiscono al finanziamento del Fondo non sono state efficienti sostanzialmente per due ragioni:
- la necessità di controlli efficaci sui contributi dovuti dai datori di lavoro in caso di esonero dall’obbligo assunzionale;
- la mancanza di un’adeguata campagna informativa sul fronte delle liberalità spontanee dei privati.
Il numero degli assunti è stato più elevato nei primi due anni dall’introduzione del nuovo sistema per poi stabilizzarsi con valori più bassi negli anni successivi. Le cause, sottolinea la Corte, sono da imputare nelle insufficienti risorse stanziate nel bilancio dello Stato e dal fatto che le tempistiche per il loro utilizzo non sono state adeguate.
Un’altra delle criticità che emerge dal rapporto è la carenza di strumenti e dei controlli previsti da parte del Governo in relazione all’adeguatezza delle risorse destinate al Fondo.
“si ritiene necessaria una più efficace collaborazione fra gli attori istituzionali coinvolti, non solo nel senso di una formale adozione di provvedimenti concertati, come è stato sino ad ora, ma, soprattutto, attraverso la condivisione di indirizzi programmatici, ai fini dell’effettiva realizzazione della legge istitutiva unitamente ad un necessario miglioramento della governance del Fondo ai diversi livelli centrale e territoriale.”
Inoltre, l’analisi sui numeri relativi all’occupazione delle persone disabili evidenzia il mancato rispetto del requisito relativo all’incremento occupazionale netto. Si tratta della condizione fondamentale per l’attribuzione dell’incentivo di assunzione.
Fondo per il diritto al lavoro disabili: le raccomandazioni della Corte dei Conti
La Corte dei Conti alla fine della relazione sul Fondo per il diritto al lavoro dei disabili fornisce alcune raccomandazioni per migliorarne la gestione. In particolare si sofferma sui seguenti punti:
- la rapida entrata a regime della banca dati del collocamento mirato, definita dal decreto ministeriale del 29 dicembre 2021. Si tratta di uno strumento utile alla raccolta e condivisione di informazioni tra i diversi soggetti istituzionali;
- la necessità di una programmazione da parte delle Istituzione delle risorse annuali da predisporre per il Fondo;
- il controllo del rispetto del requisito relativo all’incremento occupazionale netto, determinato da ogni singola assunzione incentivata. Parametro che, viste le difficoltà riscontrate, potrebbe essere ripensato a livello normativo;
- il potenziamento dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità;
- l’implementazione di controlli da parte dell’Ispettorato nazionale del lavoro, per assicurare il rispetto degli obblighi di legge e l’utilizzo corretto delle risorse del Fondo.
Queste, dunque, le proposte della Corte dei Conti alla luce dell’analisi sulla gestione del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Fondo per il diritto al lavoro disabili: per la Corte dei Conti servono interventi sulla gestione