La flat tax sarebbe costituzionale o violerebbe il principio di progressività previsto dall'articolo 53 della Costituzione? A fare la differenza è il sistema di no tax area e deduzioni, che rimodulano il valore della base imponibile per il calcolo dell'imposta dovuta.
In piena campagna elettorale si torna a parlare di flat tax, la “tassa piatta” che secondo i suoi sostenitori dovrebbe prendere il posto di aliquote e scaglioni IRPEF.
Un’imposta fissa uguale per tutti sarebbe costituzionale o si rischia di violare i principi alla base del sistema fiscale italiano?
È questa una delle domande che ci si pone quando si parla di flat tax, e a prescindere dalle valutazioni circa convenienza e svantaggi, è bene soffermarsi su alcuni importanti chiarimenti.
Per chi è contrario alla sua introduzione, la flat tax sarebbe incostituzionale in quanto violerebbe il principio di progressività del sistema fiscale previsto dall’articolo 53 della Costituzione, prevedendo l’applicazione di un’imposta uguale per tutti a svantaggio dei redditi più bassi.
Ma a fare la differenza è in realtà il sistema alla base del calcolo della base imponibile per l’applicazione della flat tax: no tax area e deduzioni consentirebbero di salvaguardare la progressività dell’imposta.
La flat tax sarebbe costituzionale? L’articolo 53 della Costituzione e il sistema di deduzioni
L’articolo 53 della Costituzione prevede che:
“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”
Gradazione delle imposte in ragione della capacità contributiva del contribuente e progressività dell’imposta sono quindi i principi alla base del sistema fiscale italiano e l’IRPEF, strutturata per aliquote e scaglioni, è l’imposta che maggiormente rispecchia tali criteri.
Per chi si schiera contro l’introduzione di una tassa piatta non è quindi possibile sostituire le quattro aliquote IRPEF con una flat tax del 15 o del 23 per cento, in quanto incostituzionale.
Ma è davvero così?
In realtà, come già evidenziato, l’introduzione di una tassa piatta non è del tutto impossibile.
A scongiurare il rischio di incostituzionalità della flat tax vi sarebbero le deduzioni dalla base imponibile per il calcolo della tassa piatta, applicate al reddito del dichiarante.
Un sistema che è alla base anche della proposta di legge in merito depositata in Senato dalla Lega, la quale prevede un sistema di deduzioni riconosciute in base al reddito della famiglia fiscale e della sua composizione.
Come le deduzioni garantiscono la progressività della flat tax
Sono due i fattori che potrebbero “scongiurare” il rischio di incostituzionalità della flat tax:
- la previsione di una no tax area, ossia un reddito minimo entro il quale non sono dovute imposte;
- l’introduzione di un sistema di deduzioni fiscali strutturate in relazione al reddito del dichiarante.
Su quest’ultimo aspetto, per capire a cosa ci riferiamo è utile riprendere i contenuti della proposta di legge presentata dalla Lega in Senato nel corso del 2020, il cui iter di discussione non è però mai iniziato.
La proposta individua tre categorie di contribuenti ai fini fiscali:
- famiglia monocomponente: fino a 30.000 euro di reddito;
- famiglia monoreddito composta dal contribuente e almeno il coniuge e un familiare a carico: fino a 55.000 euro di reddito;
- famiglia bireddito: fino a 70.000 euro di reddito.
Per ciascuna di questa è previsto uno specifico sistema di deduzioni fiscali e, senza scendere nel dettaglio delle diverse fattispecie, nel caso di famiglia monocomponente è prevista la deducibilità integrale per i redditi fino a 14.000 euro, ridotta fino ad annullarsi a 30.000 euro di reddito familiare.
Nel secondo caso, alla deduzione fino a 13.000 euro riconosciuta per i redditi fino a 20.000 euro, decrescente all’aumentare del reddito entro i 33.000 euro, si affiancano poi quelle previste per il coniuge a carico (da 3.000 euro) e per i familiari a carico (fino a 6.000 euro per le famiglie numerose).
Passando dalla teoria alla pratica, facciamo qualche esempio per capire come si potrebbe garantire la costituzionalità e la progressività della flat tax.
Prendendo il caso di un single con reddito pari a 25.000 euro, l’imposta dovuta applicando la tassa piatta del 15 per cento sarebbe pari a 1.650 euro, ovvero:
25.000 euro (reddito lordo) - 14.000 euro (deduzione) = 11.000 euro (reddito imponibile);
11.000 euro * 15 per cento= 1.650 euro
In caso di reddito pari a 28.000 euro, l’imposta dovuta applicando gli stessi criteri di calcolo sarebbe invece pari a 2.100 euro.
Al pari di quanto previsto dall’IRPEF, anche la flat tax affiancata ad un sistema di deduzioni fiscali graduate in base al reddito e alla situazione familiare può quindi allinearsi ai principi previsti dall’articolo 53 della Costituzione.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: La flat tax sarebbe costituzionale?