Flat tax: cos'è, come funziona e qualche esempio pratico per capirci qualcosa in più
Ciclicamente torniamo a parlare di flat tax e lo facciamo per diversi motivi.
L’ultimo è legato alla scelta del Governo di introdurre tre nuove flat tax per chi aderirà al contributo preventivo biennale.
Ma il tema torna in auge ogni anno, per esempio perché alcuni partiti, soprattutto di area centro destra, si sono spesso e volentieri posti l’obiettivo di superare l’attuale sistema di imposizione sul reddito da lavoro garantito dall’IRPEF proprio con una tassa piatta. Obiettivo mai raggiunto e, oggi, di fatto abbandonato (nel box sotto lettrici e lettori interessati potranno guardare un video datato ma sempre attuale che racconta questa storia).
Oggi parlare di flat tax ci pone di fronte a un’anomalia di sistema piuttosto importante: nel nostro sistema fiscale ne esistono 25 tipologie diverse cui si riferiscono 13 aliquote!
E il rischio è che, accanto a possibili benefici (semplificazione, agevolazioni, equità di trattamento fiscale verso forme di reddito particolari) emergano parecchie iniquità.
Iniquità che colpirebbero soprattutto i contribuenti che non possono sfuggire all’IRPEF, che nel suo sistema per aliquote e scaglioni è stata certamente migliorata e rimodulata negli ultimi anni, ma che sconta la massima aliquota quando si superano i 50.000 euro lordi. Un’anomalia, considerando che, per intenderci, la stessa aliquota viene poi pagata per i redditi eccedenti qualsiasi soglia successiva, anche altissima e al di sopra dei 5.000.000 di euro, tanto per giocare un po’ con gli zeri.
Aliquote IRPEF 2024 | Scaglioni di reddito |
---|---|
23 per cento | Fino a 28.000 euro |
35 per cento | Da 28.001 a 50.000 euro |
43 per cento | Da 50.001 |
Flat tax attualmente in vigore per 25 situazioni diverse e 13 aliquote relative:*
25 Tipologie di flat tax | 13 Aliquote |
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Maggior reddito forfettari start up nel concordato preventivo | 3% |
Regime forfettario start up/Premi di produttività 2023-2024/Mance settore turistico/Regime dei minimi (esaurimento)/Ritenute su rendite previdenziali da AVS Svizzera/Rendite su rendite previdenziali versate dal principato di Monaco/Imposta sostitutiva sui dividendi percepiti da soggetti residenti | 5% |
Pensionati stranieri che si trasferiscono al Sud o nei Comuni terremotati | 7% |
Maggior reddito concordato per forfettari e ISA con voto da 8 in su/Cedolare secca affitti su canone concordato | 10% |
Ritenuta sulla Rita | 9-15% |
Maggior reddito concordato per gli ISA con punteggio tra 6 e 8/Interessi e plusvalenza su titoli di Stato e assimilati | 12,50% |
Maggior reddito concordato per soggetti ISA con voto inferiore a 6/Regime forfettario partite IVA/Flat tax incrementale per il regime ordinario/Lezioni private insegnanti/Ritenuta dividendi percepiti da soggetti non residenti | 15% |
Rivalutazione TFR maturato dal 2011 in poi | 17% |
Plusvalenza da conferimenti o cessioni di beni o aziende a caf | 20% |
Noleggio occasionale di barche | 20% |
Cedolare secca affitti | 21% |
Plusvalenza sulla vendita di case nei cinque anni/Plusvalenze riqualificate superbonus/Cedolare secca affitti brevi dalla seconda casa/Ritenuta a titolo di imposta su dividendi percepiti da soggetti residenti | 26% |
* La presente tabella rappresenta una rielaborazione con parziale ampliamento di quella tratta dall’articolo di Dario Aquaro e Cristiano dell’Oste, “Flat tax da record: 13 aliquote con le sostitutive del concordato”, tratto dal Sole24Ore del 12 agosto 2024
Cos’è la flat tax e come funziona nel 2024?
Ma cos’è la flat tax e soprattutto come funziona l’imposta fissa del 5 o del 15 per cento?
Una delle grandi questioni sulla quale ci si interroga da anni è se all’Italia serva davvero la flat tax (tassa piatta ad aliquota unica) estesa a tutti oppure se convenga partire dal ridurre e/o rimodulare la tassazione progressiva ad aliquote e scaglioni IRPEF.
Se lo chiedono non solo i rappresentanti della politica italiana (almeno dal 1994...) ma anche cittadini, imprese e professionisti.
Le discussioni su come funziona la flat tax e soprattutto su cos’è non si sono quindi mai placate e tornano in auge periodicamente.
A far discutere negli scorsi anni era stato un famoso servizio con il quale la trasmissione RAI Report ha mostrato l’insuccesso della tassa piatta nei Paesi in cui è stata introdotta (il video è datato ma sempre attuale nei concetti base espressi):
Un tema complesso, per il quale è bene tornare ad analizzare non solo la definizione della misura ma anche i suoi risvolti pratici, vantaggi e svantaggi, partendo da un esempio numerico.
Cos’è la flat tax? Il modello di tassazione piatta
Per spiegare in modo semplice cos’è flat tax è stata usata la definizione di “tassa piatta”: al posto delle attuali tre aliquote IRPEF e dei tre scaglioni di reddito, i soggetti favorevoli vorrebbero introdurre un’aliquota unica.
In alcune proposte degli anni passati, per il rispetto del principio della proporzionalità dell’imposta e secondo quanto previsto dall’art. 53 della Costituzione, era prevista l’introduzione di due scaglioni: da 0 a 35 mila euro e da 35 mila a 50 mila euro per i quali è prevista l’applicazione di una deduzione fissa pari a 3.000 euro.
La deduzione si sarebbe applicata sia alle famiglie che ai single per i contribuenti nel primo scaglione mentre per i redditi pari o superiori a 35.000 euro spetta soltanto per i familiari a carico.
Resterebbe invariato il sistema di esenzione totale per i redditi più bassi: si parla attualmente di una no tax area per i redditi fino a 7.000 euro.
Cos’è la Flat tax: alcuni esempi pratici per capire come funziona
Di seguito cercheremo di capire con un esempio pratico come funziona (o meglio, potrebbe funzionare) la flat tax con aliquota al 15 per cento, partendo, solo a titolo di esempio, da una vecchia proposta formulata nello specifico dal partito della Lega (ma la proposta ricalca grosso modo quella fatta da altri partiti del centro destra italiano negli ultimi anni; si sono sempre opposti gli storici partiti di centro sinistra).
Prendiamo, come primo esempio, il caso di un single che nell’anno ha guadagnato 20.000 euro lordi. Per calcolare le imposte da pagare bisognerà innanzitutto sottrarre dal reddito i 3.000 euro di deduzioni previste; l’importo di reddito netto dovrà quindi esser assoggettato all’aliquota del 15 per cento.
Il procedimento è il seguente:
- 20.000 euro (reddito lordo) - 3.000 euro (deduzione) = 17.000 euro (reddito imponibile)
- 17.000 euro x 15 per cento (aliquota flat tax) = 2.550 euro (imposta dovuta).
Prendiamo ora come esempio il caso di una famiglia con un reddito annuo pari a 37.000 euro e con due figli. In questo caso bisognerà sottrarre dal reddito i 9.000 euro di deduzione prevista per i carichi di famiglia e applicare l’aliquota del 15 per cento sull’imponibile: l’imposta dovuta sarà quindi pari a 4.200 euro.
Flat tax: cos’è e come funziona? Vantaggi e svantaggi
Capire cos’è la flat tax è molto più facile di analizzare quali potrebbero essere vantaggi e svantaggi dell’introduzione della tassazione ad aliquota fissa del 5 o del 15 per cento.
Secondo i fautori della proposta, seppur considerando le differenze tra le diverse proposte di flat tax, i vantaggi principali sarebbero tre:
- ridurre la pressione fiscale sia per le famiglie che per le imprese;
- contrastare l’evasione fiscale;
- semplificare il sistema con la razionalizzazione delle attuali detrazioni.
Eppure sono in molti altri osservatori e studiosi a ritenere che la flat tax in Italia porterebbe per lo più svantaggi, i contro dell’introduzione di una tassa piatta al 15 per cento o al 23 per cento sarebbero:
- le minori entrate per lo Stato;
- il rischio di avvantaggiare i più ricchi e, quindi, di introdurre una legge ad alto rischio incostituzionalità (effettivamente le imposte proporzionali per definizione favoriscono i redditi alti, a differenza con quanto avviene con le imposte progressive).
La flat tax attuale per autonomi, professionisti e imprenditori: vale solo nel regime forfettario
Attualmente la flat tax in senso stretto per autonomi, professionisti e imprenditori è operativa solo per i contribuenti titolari di partita IVA nel regime forfettario, ovvero nell’ambito di un regime agevolato privo di IRPEF, addizionali, IVA, Irap e non soggetto a studi di settore o ISA.
Con la Legge di Bilancio di due anni fa è stato innalzato per tutti i contribuenti operanti nel regime (agevolato) forfettario il fatturato limite fino al quale è possibile operare, ed è pari a 85.000,00 euro a prescindere dal tipo di attività svolta.
Sul fatturato viene applicato un coefficiente di redditività; tale coefficiente viene moltiplicato per i ricavi/compensi incassati al fine di ottenere il reddito fiscale.
Su questo reddito si applica quindi l’attuale flat tax, che può essere:
- del 5 per cento per le nuove attività;
- del 15 per cento per le attività già operative.
Per dovere di cronaca è bene evidenziare che l’attuale flat tax - ma si dovrebbe più correttamente parlare di regime forfettario esteso - è stata introdotta per la prima volta con la Legge di Bilancio 2015 (Legge numero 190/2014) all’epoca del Governo Renzi.
Mentre, come abbiamo visto sopra, la flat tax incrementale per il solo 2023 è applicabile anche dalle partite IVA non forfettarie sugli incrementi di reddito.
I lavoratori dipendenti al momento hanno una tassa piatta sui premi di produttività e attendono la proposta ufficiale del Governo, in attuazione della recente legge delega.
Come abbiamo visto nella tabella sopra le flat tax attualmente in vigore riguardano ben 25 situazioni/tipologie di reddito diverse e sono caratterizzate da 13 diverse aliquote!
E questo pone oggettivamente in essere un tema di equità rispetto ai contribuenti che pagano l’IRPEF e, più in generale, sulla corretta progressività del sistema tributario.
Flat tax nella legge delega sulla riforma fiscale quali novità arriveranno?
La flat tax non è stata protagonista solo dell’ultima campagna elettorale, ma anche della discussione sulla riforma fiscale di questi mesi, con alcune novità per quel che riguarda le partite IVA.
Appare quindi arduo fare previsioni specifiche; tuttavia, è bene fissare quali sono gli obiettivi annunciati dal Governo, ovvero:
- ridurre la pressione fiscale sul ceto medio, normalmente inteso come la fascia di cittadine e cittadini che guadagnano tra 35.000 e 50.000 euro (qui l’idea è di ridurre l’aliquota del 35% dopo la rimodulazione di due anni fa);
- semplificare ulteriormente il sistema;
- superare gradualmente l’attuale sistema di tassazione che ha il suo fulcro principale nell’imposta sul reddito delle persone fisiche (questo al momento appare l’obiettivo meno realistico; si guardi il video sotto, datato ma sempre attuale, per comprenderne i motivi).
Quel che è certo è che ora la palla è nel campo della maggioranza parlamentare attuale e del Governo Meloni, ai quali spetta il compito di concretizzare la discussione sulla riforma del sistema tributario.
Di vantaggi e svantaggi della flat tax, e della sua possibile estensione non solo alle imprese ma anche alle famiglie, si parlerà quindi inevitabilmente anche nei prossimi mesi.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Cos’è la flat tax? Un esempio pratico