Scopriamo cosa sono e come investire in ETF
ETF è l’acronimo di exchange traded found, traducibile in italiano con l’espressione fondo scambiato in borsa.
Si tratta di una tipologia di investimento quotato in borsa, a responsabilità limitata per i soci, che vi partecipano scambiando azioni.
In linea generale, gli ETF fanno parte della categoria degli exchange traded product, meglio conosciuti come ETP, della quale fanno parte:
- gli ETF;
- gli ETC - exchange-traded commodity;
- gli ETN - exchange-traded note.
Gli (ETF) rappresentano quindi un tipo di fondi d’investimento, una sorta di cumulo di denaro (il capitale che viene impiegato a rischio) raccolto tramite la partecipazione azionaria dei soci.
Gli ETF vengono normalmente gestiti da un gestore o manager che viene identificato come fund manager o portfolio manager, a cui viene delegato il potere gestorio.
Cosa fa l’ETF manager - L’ETF manager investe quindi i soldi raccolti nella compravendita di azioni, con l’obiettivo di guadagnare dall’ottenimento di dividendi o dalla vendita della quota di partecipazione (quando il valore delle azioni si alza).
L’eventuale guadagno ottenuto dalle attività di investimento in ETF viene poi redistribuito ai soci azionisti in proporzione al loro investimento nel fondo: a titolo di esempio, se un socio ha investito il 30% del capitale sociale, in caso di stacco dei dividendi gli spetterà il 30% di questi guadagni.
Attenzione però al fatto che l’ETF non deve necessariamente distribuire subito i guadagni ottenuti ai soci; dipende dalla strategia adottata.
In questo senso, in finanza si parla di:
- ETF ad accumulazione, nel caso in cui la strategia sia pluriennale e punti a reinvestire i primi eventuali guadagni ottenuti, al fine di ottenerne di maggiori in futuro;
- ETF a distribuzione, nel caso in cui non è previsto il reinvestimento di profitti a breve, medio o lungo termine, ma la strategia è quella del guadagno immediato (nel caso in cui ci sia effettivamente guadagno, aspetto non scontato).
ETF: la logica sottostante e le scelte di diversificazione del portafoglio
Gli ETF possono essere rappresentati per esempio da azioni.
Quando si acquista un EFT è come se si comprasse un paniere di titoli finanziari.
Gli ETF di fatto fotografano il mercato in cui investono in un dato momento, al fine di ottenere un utile importante agli investitori.
In questo senso gli ETF hanno l’obiettivo di replicare l’andamento di un determinato mercato di riferimento rappresentato da un indice.
L’indice rappresenta un paniere di titoli e il suo valore viene determinato dalla somma del valore dei titoli da cui è composto. A titolo di esempio un ETF sul NASDAQ avrà lo stesso risultato giornaliero di questo indice borsistico basato sui titoli tecnologici.
Gli ETF sono strumenti:
- liquidi;
- trasparenti nel meccanismo di funzionamento, in quanto è sempre possibile conoscerne il contenuto, visto che l’ETF si limita a replicare degli indici;
- economici, nel senso che normalmente non presentano alti costi di gestione.
Gli ETF permettono all’investitore di differenziare in modo efficiente ed efficace il portafoglio finanziario.
Anzi, spesso la scelta di investire in ETF, soprattutto per gli investitori non professionali e comunque non abituati alle logiche della finanza, ha dietro proprio l’obiettivo della diversificazione finanziaria.
ETF: i vantaggi per gli investitori
In linea generale, gli ETF hanno avuto ampia diffusione negli ultimi anni, soprattutto per i diversi vantaggi.
Come scrivevo sopra, innanzitutto gli ETF si presentano come uno strumento ottimane nella logica di diversificazione del portafoglio.
Sono uno strumento trasparente, l’investitore sa sempre qual è il contenuto degli indici di cui si compone.
Consentono di ottimizzare i vantaggi propri di altri strumenti finanziari, come le azioni e le obbligazioni.
Ovviamente, trattandosi di uno strumento che ha dietro una gamma ampia di strumenti, il consiglio che diamo è quello di rivolgersi a un gestore professionale quando si decide di investire in ETF: per esempio eToro, realtà multinazionale specializzata in investimenti multi asset, che aiuta ad arricchire le conoscenze finanziarie degli investitori, aiutandoli a provare a ottenere buoni risultati negli investimenti che questi vogliono porre in essere.
La tassazione degli ETF
Le regole sulla tassazione degli ETF hanno come base di partenza l’impianto normativo che disciplina il cd capital gain, ovvero le plusvalenze di natura finanziaria.
Occorre però operare una distinzione fondamentale tra:
- gli ETF armonizzati;
- gli ETF non armonizzati.
Gli ETF armonizzati (UCITS) seguono le seguenti regole fiscali:
- le plusvalenze realizzate dalla vendita di ETF armonizzati sono considerate redditi di capitale e tassate con aliquota del 26%. Questi valori saranno poi inseriti nel modello Redditi, quadro RM, come previsto dall’Art. 44, comma 1, lett. g) del TUIR;
- le minusvalenze subite a seguito della vendita di ETF armonizzati devono essere riportate nella dichiarazione dei redditi, quadro RT (redditi diversi) e possono essere utilizzate per compensare plusvalenze da altri redditi diversi, obbligazioni, entro il quinto anno successivo a quello di realizzazione della minusvalenza.
Attenzione: per gli ETF armonizzati, gli investitori possono optare il regime amministrato, dove l’intermediario (banca o broker) funge da sostituto d’imposta, applicando automaticamente la ritenuta alla fonte del 26% sulle plusvalenze. In questo caso l’intermediario professionale (il gestore) si occupa della dichiarazione e della tassazione. In altre parole, l’investitore non deve fare la dichiarazione dei redditi, né pagare nulla (le imposte sono trattenute direttamente dall’intermediario).
Gli ETF non armonizzati seguono le seguenti regole fiscali:
- il capital gain ottenuto dalla vendita di ETF non armonizzati deve essere dichiarato nel quadro RL del Modello Redditi ed è soggetto alla tassazione con le ordinarie aliquote e scaglioni IRPEF. L’intermediario applica comunque una ritenuta d’acconto, ma l’investitore è comunque tenuto a compilare il quadro RL della dichiarazione dei redditi, a dichiarare il capital gain nel quadro RL e a pagare l’eventuale differenza d’imposta dovuta;
- il capital loss subito dalla vendita di ETF non armonizzati deve essere inserito nel quadro RT e può essere utilizzato per compensare plusvalenze da altri redditi diversi, obbligazioni, entro il quinto periodo d’imposta successivo a quello di realizzazione della minusvalenza.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: ETF: cosa sono e vantaggi